Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Gli italiani detenuti all'estero sono circa 3mila

Incensurati in Italia, dietro le sbarre in Europa, Asia, Africa e Stati Uniti

25 giugno 2008

Sono 2773 gli italiani detenuti nelle carceri del mondo, 1448 già condannati e 1288 in attesa di sentenza o estradizione. Secondo il dato, fornito dal dipartimento del Ministero degli Affari Esteri, 2.253 si trovano in Europa, concentrati soprattutto in Germania (1140), Spagna (429) e Belgio (238). Dalla Farnesina precisano poi che gli altri si trovano in Africa, Asia e nelle Americhe. Dietro le sbarre in Burkina Faso, Emirati Arabi, Eritrea, Pakistan e India. E poi Indonesia, Perù, Tunisia, Cile, Bolivia, Tanzania, Giamaica, Stati Uniti, Argentina e Brasile.
Alcuni rischiano la pena capitale per fatti che secondo il nostro ordinamento giuridico sono puniti con sanzioni detentive brevi o addirittura semplicemente aministrative. Accanto a reati come lo spaccio di droga, rapina e truffa, c'è anche, spiegano dalla Farnesina, il semplice overstaying ossia la permanenza su un territorio straniero oltre il termine consentito.

A farne le spese sono anche parenti e amici, costretti ad attese snervanti e alle prese con le parcelle esorbitanti degli avvocati locali. E' il caso di Giovanni Falcone, carabiniere in pensione di Rotondello in provincia di Matera e padre di Angelo, 28 anni, prigioniero in India dal 9 marzo dell'anno scorso. Instancabile l'ex brigadiere ha denunciato la vicenda in un blog e costituito l'associazione 'Vivere liberi onlus'. "Mio figlio con il suo amico Simone - ha raccontato Falcone a IGN, testata on line del gruppo Adnkronos - è stato arrestato a Mandi, località indiana dello stato di Himachal Pradesh perché le autorità locali dicono di averlo trovato in possesso di 18 chili di hashish. Ma non ci sono prove, né testimoni del fatto". "Per mio figlio era il primo viaggio all'estero. Alloggiava in un'abitazione privata, insieme al suo amico Simone; due euro a testa per dormire, come fanno tanti giovani in viaggio da quelle parti", ha raccontato. "Ma la notte del 9 marzo 2007 sono arrivati i poliziotti e hanno costretto i ragazzi a firmare una dichiarazione in lingua hindi". Niente traduttore, niente telefonata all'ambasciata, come prevede la procedura. Il permesso di chiamare arriva solo dopo che Angelo firma un foglio con cui, scoprirà, la polizia dichiara di averli fermati sulla strada dell'aeroporto per Delhi con la droga. "Una montatura - ha denunciato l'ex brigadiere-. Gli stranieri in quei Paesi poveri e ad alto tasso di corruzione vengono visti come 'miniere d'oro'".

Angelo, quindi, incensurato in Italia, è sotto processo per traffico di droga. Il racconto della sua vita in carcere ricorda 'Fuga di Mezzanotte' di Alan Parker. "Mangiano solo lenticchie e riso tutti i giorni - dice il padre-, dormono su una coperta sul pavimento e si lavano tutti con l'acqua di un secchio in cortile. E' stato così che il mio Angelo e il suo amico si sono presi l'epatite virale e chissà che altro ancora". "Finora per le spese legali abbiamo sborsato diecimila euro - racconta ancora il padre - ma siamo ancora agli inizi". Il signor Giovanni chiede "che lo Stato si faccia carico di questi cittadini, prevedendo anche il gratuito patrocinio per i detenuti italiani all'estero".
Un appello condiviso dalla nuova associazione Prigionieri del Silenzio che propone di istituire una figura statale, chiamata a occuparsi dei detenuti italiani all'estero. "Pensiamo anche a un magistrato di collegamento o a un avvocato del posto - ha detto la presidente Katia Anedda a IGN - che venga messo a disposizione del consolato per offrire un'adeguata assistenza legale ai nostri connazionali all'estero".
Ma una fonte dalla Farnesina precisa a IGN: "L'assistenza consolare, che è più ampia del semplice patrocinio legale, può essere fornita su richiesta dell'interessato, anche se non è obbligatorio fornirla. In ogni caso i detenuti possono chiederla al consolato italiano, se sono in un paese dell'Unione europea. Se invece si trovano in un paese extra-Ue, in quanto cittadini europei possono rivolgersi a un consolato di uno qualsiasi dei 27 stati membri". [Adnkronos]

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

25 giugno 2008
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia