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Gli italiani, secondo i Verdi, continuano ad essere fortemente contrari all'utilizzo dell'energia atomica

02 novembre 2007

Nelle scorse settimane il risultato di un sondaggio condotto dall'Ipr Marketing per conto dei Verdi ha rivelato quale continua ad essere il parere degli italiani nei confronti di un possibile ritorno al nucleare come ipotesi risolutoria per arginare la crisi energetica e rispettare la riduzione delle emissioni di gas serra imposte dal Protocollo di Kyoto e dall'Unione Europea: sono ancora tanti gli italiani contrari all'energia nucleare.
E' stato, infatti, schiacciante il ''NO'' alla costruzione di nuove centrali che emerge dal campione di mille cittadini rappresentativi dell'intera popolazione nazionale.
A dirsi contrario è stato il 56 per cento degli intervistati, mentre è favorevole il 38%. Il rimanente 6% è quello che ha risposto con il canonico ''non so''.

L'opposizione all'energia atomica sembra essere maggiormente radicata in chi si definisce elettore di centrosinistra. Tra i simpatizzanti dell'Unione la percentuale sale infatti al 67, mentre tra quelli della Casa delle libertà cala al 47, senza però diventare minoranza in quanto anche chi dal centrodestra guarda con favore al nucleare non va oltre lo stesso 47%.
Ancora più netta è la contrarietà all'energia atomica se dal generico si passa al particolare, domandando agli italiani se sono disposti ad accogliere un nuova centrale nei pressi del loro comune di residenza. In questo caso i ''NO'' sono diventati il 70 per cento, contro un 25 per cento di favorevoli e un 5 per cento di indecisi. Più netta, anche in questa circostanza, l'opposizione degli elettori di centrosinistra che si dicono contrari in 74 su 100, mentre la percentuale tra quelli di centrodestra si ferma al 62.

Il risultato del sondaggio è stato accolto con soddisfazione dai Verdi. ''A venti anni di distanza dal referendum in cui i cittadini decisero di abbandonare l'energia nucleare - afferma il capogruppo del Sole che ride a Montecitorio Angelo Bonelli - la maggioranza è ancora contraria. Ciò significa che quel voto non fu l'effetto di una suggestione, ma il frutto di una scelta fatta con maturità e conoscenza, come oggi. Gli italiani non si lasciano ingannare dalla propaganda delle lobby dell'atomo, oggi rappresentate da Casini'' (leggi). ''Per tornare al nucleare - prosegue - lo Stato si dovrebbe indebitare perché costruire una centrale nucleare è molto più costoso che costruirne una di qualsiasi altro tipo. E' in corso un'offensiva nuclearista che non tutela l'interesse pubblico, ma solo gli interessi economici di parte. Per questo i Verdi rilanciano la necessità di una grande mobilitazione contro il nucleare e per il solare a partire dall'iniziativa del 10 novembre''.

Vogliamo ricordare che gli italiani nel 1987, l'anno dopo del disastro di Chernobyl, furono chiamati a votare per un referendum abrogativo proprio sull'utilizzo dell'energia nucleare o meno. A vincere furono i ''NO'' e di fatto fu sancito l'abbandono da parte dell'Italia del ricorso al nucleare come forma di approvvigionamento energetico.

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02 novembre 2007
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