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Gli italiani? Un popolo di animalisti! Alle italiche genti la caccia non piace

Secondo gli Animalisti italiani, alla maggioranza dei nostri connazionali non piace la caccia

24 settembre 2003
Citando un sondaggio commissionato all'ABACUS da cinque Associazioni animaliste ed ambientaliste - Animalisti Italiani, DeA, LAC, LAV e LIPU - l'associazione afferma che alla domanda ''è favorevole all'abolizione della caccia?'', ben il 72% degli intervistati risponde con un deciso sì, e solo il 22% si pronuncia per il no; appena il 6% non sa o non risponde.

A pochi giorni dall'apertura ufficiale della caccia in tutte le regioni italiane, gli Animalisti affermano che i favorevoli all'abolizione totale della caccia - si legge in una nota - sono soprattutto donne (75,8%) fra i 18-34 anni (75,2%) e laureati (77,7%), imprenditori, dirigenti (83%) o casalinghe (80%), residenti nel Sud e nelle Isole (76,5%); gli italiani favorevoli alle doppiette, invece, sono i maschi (25,9%) dai 55 anni in su (24,6%) e con basso tasso di scolarizzazione (25,2%), pensionati (25,5%) oppure artigiani/commercianti (25,4%).

Le città da 10 a 30 mila abitanti sono quelle che registrano il maggior numero di abolizionisti (72,9%), mentre i centri più piccoli fino a 10 mila abitanti ospitano i favorevoli (24,3%). Nella nota le associazioni lanciano anche l'allarme 'doppietta selvaggia': ''la caccia – affermano - riapre in una situazione di estrema crisi per l'ambiente e sotto la grave minaccia di 9 proposte di legge (8 del centrodestra ed 1 del centrosinistra), attualmente all'esame della Commissione Agricoltura della Camera, che renderebbero la caccia stessa un'attività senza limiti e sostanzialmente senza regole.

Tali proposte propugnano un gravissimo attacco alla natura e persino alla sicurezza dei cittadini: la possibilità di cacciare a 16 anni, l'allungamento a dismisura dei periodi di caccia (da agosto a marzo) e dell'elenco delle specie cacciabili (inserendo uccelli protetti dall'UE), la liberalizzazione del commercio degli animali (vivi o morti, interi o fatti a pezzi) in 'sagre gastronomiche'; la caccia nei Parchi e nelle Riserve, la revoca dello status di patrimonio indisponibile dello Stato alla fauna e non ultima la depenalizzazione di tutti i reati venatori, cosicché l' uccisione di specie protette ed in via di estinzione non verrebbe più considerata un reato''.

Fonte: Ansa

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24 settembre 2003
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