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Gli sbarchi in Sicilia non si fermano...

A Catania e Pozzallo arrivati altri 573 migranti. L'emergenza continua

17 giugno 2014

Questa mattina due navi militari, con complessivi 573 migranti, sono già approdate nell'isola. A Catania nel molo di Mezzogiorno è ormeggiata la 'Umberto Diciotti' della Guardia Costiera che ha salvato 293 persone nel Canale di Sicilia nell'ambito del dispositivo Mare Nostrum. A Pozzallo sbarca nave Sirio, della Marina, con 280 profughi.
E mentre gli sbarchi in Sicilia continuano, il ministro della Difesa Roberta Pinotti, intervistata da Radio 24, dice: "Il 25 e 26 giugno, ci sarà il Consiglio Ue sull’immigrazione: lì il premier Renzi presenterà il piano per trasformare Frontex che deve assorbire di fatto i compiti che oggi svolge la missione 'Mare Nostrum', in una situazione emergenziale che non è giusto l’Italia tenga tutta sulle proprie spalle". "La missione 'Mare Nostrum' non può essere considerata un fallimento - avverte però Pinotti - a meno che non si voglia accettare il fatto che migliaia di persone muoiano davanti alle nostre coste. Io non l’accetto e il governo italiano ha deciso di non accettarlo: davanti a questa situazione, bisogna decidere anzitutto che le persone, i bambini, le mamme, non le fai morire in mare".

Ma l’operazione di salvataggio in mare non rischia di diventare una sorta di "taxi" nell’interesse dei trafficanti di uomini? "Davanti a tragedie di questo tipo, con un gommone che recentemente si è rovesciato provocando altre vittime, francamente non parlerei di "taxi" - ha risposto il ministro della Difesa - Ribadisco che l’Europa deve assorbire la missione italiana di ‘Mare Nostrum’. Ma non mi pare il caso di lucrare politicamente lì dove c’è il rischio che muoiano esseri umani".

Il racconto dei profughi a Palermo - Alcuni sono sdraiati sui letti. Altri sono riuniti in piccoli gruppi davanti l'ingresso della struttura. Altri ancora sono seduti per terra, uno accanto all'altro, come erano sul ponte della nave della marina militare Etna quando, ieri mattina, sono arrivati al porto di Palermo. Nell'ex scuola del Villaggio Ruffini, a Palermo, dovrebbero essere 170 i migranti accolti e assistiti dalla Caritas. Un conto preciso però è piuttosto difficile dato che nessuno li obbliga a firmare i fogli forniti dai volontari e in alcuni casi loro preferiscono sottrarsi all'identificazione.
Qui sono tutti uomini, la maggior parte ragazzi. Molti sembrano minorenni, ma quando li si avvicina per chiedere loro quanti anni hanno rispondono "Eighteen", diciotto, senza esitazioni. Hanno mangiato, hanno dormito, hanno finalmente potuto fare una doccia, indossare vestiti puliti e lavare come potevano quelli che avevano indosso da quando hanno iniziato il loro viaggio della speranza. Hanno lo sguardo perso nel vuoto, si guardano intorno e non hanno molta voglia di parlare.

"Sono diffidenti - ha spiegato all'Adnkronos uno dei volontari della Caritas con loro sin da ieri - anche con noi parlano poco e di solito lo fanno solo dopo qualche giorno che sono qui e cominciano a conoscerci".
Un sacerdote si allontana per discutere con i volontari e un ragazzo alto, dalla pelle scura, gli si avvicina per chiedergli 'abbiamo finito?'. "Vogliono confessarsi - ha spiegato il prete - o per meglio dire cercano conforto da quello che hanno vissuto e in noi vedono delle figure di cui fidarsi".
"Devo chiamare casa - dice uno di loro all'Adnkronos - mio fratello è morto. Devo avvisare la mia famiglia. Devono sapere che solo io ce l'ho fatta".
Lui e suo fratello erano a bordo di quel gommone che venerdì è affondato a circa 40 miglia dalle coste della Libia. Sulla barca ci sarebbero state una novantina di persone ma solo 39 sono state tratte in salvo e altri dieci corpi senza vita sono stati recuperati in mare. Del viaggio non vuole raccontare nulla, i particolari di quel naufragio non vuole condividerli o preferisce non ricordarli. In uno stentato inglese continua solo a ripetere che deve chiamare casa, ma quando i volontari lo cercano per capire meglio la sua storia, nessuno sa più indicare chi è o dov'è.

[Informazioni tratte da ANSA, Adnkronos/Ign]

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17 giugno 2014
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