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Gli spostamenti di Lari e Montante

In un appunto di costruttore arrestato per mafia, un incontro tra il Procuratore Sergio Lari e il presidente di Confindustria Antonello Montante

10 agosto 2011

Le mosse e gli spostamenti del Procuratore capo di Caltanissetta, Sergio Lari, e del responsabile Legalità di Confindustria, Antonello Montante (originario di Caltanissetta), erano segnati su un foglietto di carta trovato in possesso di Pietro Di Vincenzo, il costruttore nisseno, ex presidente regionale dell'Ance, arrestato lo scorso anno per riciclaggio, intestazione fittizia di beni ed estorsione. Un pizzino - ha scritto ieri mattina il Giornale di Sicilia - sul quale vi era scritto che Lari e Montante si incontravano per un caffè e vi sarebbe stato segnato anche il luogo preciso dell'incontro.

L'esistenza del foglietto è stata confermata dallo stesso procuratore Sergio Lari"Non si tratta di un 'pizzino', come ha detto qualcuno - ha spiegato il procuratore -. Era un appunto informatico, ritrovato sul pc di Di Vincenzo durante la perquisizione dopo l'arresto. Inoltre, non erano segnati tutti i miei spostamenti, o il caffè al bar, ma un solo incontro di cortesia istituzionale, avvenuto nell'estate del 2008, dopo il mio insediamento, a casa di una persona e a cui partecipò anche Antonello Montante di Confindustria". "Su Di Vincenzo ci sono indagini in corso - ha detto - è opportuno non entrare nel merito di questa vicenda". "Certo, quello che colpisce di più in questa vicenda - ha aggiunto Lari - è che il costruttore Di Vincenzo conoscesse i miei spostamenti, evidentemente aveva degli informatori".

Di Vincenzo, ingegnere ancora iscritto all'Ordine nisseno che non ha ancora ritenuto di doverlo sospendere nonostante le gravi accuse a carico del professionista, è stato anche destinatario di una misura patrimoniale nell'ambito della legislazione antimafia: è stato lo stesso Lari a sostenere personalmente l'accusa nell'ambito del procedimento che ha portato al sequestro di 280 milioni all'imprenditore e professionista nisseno. Ed è stato ancora Lari a coordinare le indagini (che sono ancora in corso) che hanno portato alla scoperta della contabilità reale di Di Vincenzo il quale aveva cercato di occultare in tutti i modi la vera portata dei suoi affari (in quelle carte sono stati trovati riferimenti a tangenti pagate a vari politici siciliani nel corso degli anni).

"Non conoscevo questo episodio. Mi ha chiamato ieri sera il procuratore Lari per dirmelo. Sono caduto dalle nuvole, ma sono sereno" ha detto invece Antonello Montante, da sempre in prima linea nella lotta alla mafia. "Sono sereno, però certamente notizie di questo genere, soprattutto quando diventano di dominio pubblico e vengono pubblicate sui giornali, creano scompiglio in famiglia. Il tutto alla vigilia delle vacanze...". Poi, Montante, che con il presidente di Confindustria Sicilia Ivan Lo Bello è tra gli autori del Codice etico che prevede l'espulsione degli associati degli imprenditori che non denunciano il 'pizzo', ha ribadito che "la mafia non va combattuta solo con l'arresto dei latitanti, ma con un cambio culturale. oggi la mafia si avvale dei 'colletti bianchi', è diventata più raffinata". E ha ricordato che sul fronte della lotta a Cosa nostra "c'è anche in atto un tentativo di screditare e delegittimare i magistrati impegnati, ma anche i rappresentati delle forze dell'ordine e della società civile che si battono contro la criminalità mafiosa, e non è opera di un singolo ma di un gruppo di persone ben individuabili".
Solidarietà a Montante e Lari è arrivata da Confindustria che ha rinnovato "la sua vicinanza a fianco delle istituzioni, della magistratura, delle forze dell'ordine, della società civile e degli imprenditori, nel loro impegno contro la criminalità organizzata".

"Il ritrovamento di un pizzino in possesso di Pietro Di Vincenzo sugli spostamenti del procuratore di Caltanissetta, Sergio Lari, e del presidente di Confindustria nissena, Antonello Montante, è un fatto inquietante che dimostra il livello elevato dello scontro tra istituzioni e società civile, da un lato, e Cosa nostra, dall’altro". Questa la dichiarazione del senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione antimafia. "A Caltanissetta - aggiunge Lumia - abbiamo intrapreso da tempo un percorso virtuoso di legalità e sviluppo che coinvolge, insieme alle istituzioni dello Stato, le forze sane della politica, dell’economia e della società. Si tratta di un cammino che è già approdato a risultati importanti che danno fastidio agli equilibri consolidati di Cosa nostra. Per questo è necessario fare fronte comune e tenere alta l’attenzione per portare avanti un’azione dirompente e ormai irreversibile".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, ANSA, Corriere del Mezzogiorno, www.giuseppelumia.it]

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10 agosto 2011
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