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Gli Stachanov europei potranno lavorare anche 60 ore...

Raggiunta intesa tra i ministri dell'Europa a 27 sull'orario lavorativo settimanale

11 giugno 2008

I ministri del Lavoro dei 27 Paesi dell'Unione Europea, riuniti ieri in Lussemburgo, hanno raggiunto un accordo che permette una deroga al tetto delle 48 ore, che rimane comunque il limite massimo. Se il lavoratore lo vorrà, potrà lavorare più di 48 ore a settimana. Nel caso in cui il lavoratore decida di optare per l'allungamento dell'orario, non potrà comunque superare le 60 ore settimanali, o le 65 nel caso dei contratti di lavoro a chiamata che prevedono anche un tempo 'inattivo'.
Il limite delle 48 ore si applica, secondo la nuova direttiva, ai lavoratori impiegati per più di 10 settimane. I ministri dei 27 hanno inoltre stabilito parità di trattamento per i lavoratori temporanei e quelli a tempo indeterminato per quanto riguarda la retribuzione, il congedo e la maternità.

Un compromesso comunque faticoso e che scatenerà battaglie al Parlamento europeo, dopo le critiche già avanzate dai sindacati che hanno giudicato la norma "inaccettabile", e le riserve dei partiti della sinistra. Al momento del voto, cinque paesi - Spagna, Belgio, Grecia, Ungheria e Cipro - si sono astenuti, confidando in modifiche da parte del Parlamento europeo. Soddisfatta invece la Commissione europea. "Abbiamo creato maggiore sicurezza e migliori condizioni per i lavoratori, pur mantenendo la flessibilità di cui l'industria ha bisogno e che i lavoratori vogliono per conciliare vita familiare e lavorativa", ha detto il commissario Ue agli Affari sociali Vladimir Spidla.

Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi ha "salutato con favore" il compromesso raggiunto a Bruxelles, e ha sottolineato che le proposte di direttiva "rappresentano un modesto ma importante passo avanti nella costruzione di uno spazio sociale europeo che valorizzi le specificità di ogni Paese, eviti la perdita di molti posti di lavoro, garantisca maggiori sicurezze per i lavoratori".
Anche se non è perfetta, la nuova normativa comunitaria contribuisce comunque a "tutelare il mercato del lavoro italiano dalla concorrenza in ambito europeo e così tutela anche le nostre imprese", ha detto Francesca Martini, sottosegretario al Lavoro, salute e politiche sociali, commentando l'approvazione del testo legislativo. I ministri del Lavoro hanno approvato la direttiva lunedì notte al termine di un duro negoziato, in cui l'Italia, ha raccontato Martini, "ha espresso criticità", ma ha voluto comunque lavorare per il compromesso: "abbiamo lanciato un'ancora a quei Paesi che sono più indietro, per evitare che non esista alcuna limitazione all'orario di lavoro". E non avere regole, ha spiegato il sottosegretario, implica esporre i lavoratori e le imprese italiane a una maggiore concorrenza intra-Ue. "L'Italia ha una normativa molto più avanzata, ma abbiamo dato il nostro appoggio per trovare un terreno comune di dialogo per progredire".

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11 giugno 2008
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