Gli stadi come le banlieues
Secondo le ''nuove Br'', dagli stadi potrebbe nascere un movimento in grado di scatenare la ''rivoluzione dal basso''
Gli stadi, nel clima di dispersione avanzante, sono diventati luoghi di aggregazione e di espressione del disagio sociale da cui partono le lotte, un po' come succede agli islamici nelle moschee. Gli stadi, dunque, possono benissimo diventare brodo di coltura per nuove espressioni di lotta armata, luoghi dove poter far nascere un movimento che scateni la ''rivoluzione dal basso''.
Sono questi alcuni dei ragionamenti delle ''nuove Br'' che si evincono dalle intercettazioni ambientali riassunte dalla Digos di Milano nella relazione depositata al termine delle indagini sui 17 presunti appartenenti al Partito comunista Politico-Militare, arrestati su ordine del gip di Milano Guido Salvini tra febbraio e luglio, e per i quali che adesso si aspetta il rinvio a giudizio.
Per Davide Bortolato, Amarilli Caprio, Alfredo Davanzo, Massimiliano Gaeta, Bruno Ghirardi, Claudio Latino, Alfredo Mazzamauro, Valentino Rossin, Davide Rotondi, Federico Salotto, Andrea Scantamburlo, Salvatore Scivoli, Giampietro Simonetto, Vincenzo Sisi, Andrea Tonello, Alessandro e Massimiliano Toschi, le accuse sono di terrorismo, banda armata, associazione eversiva, porto illegale di armi e altri reati, mentre al gruppo sono attribuiti un episodio di autofinanziamento (un furto con scasso a un bancomat), e due attentati: uno alla sede di Forza Nuova a Padova, il 17 novembre del 2006, e il secondo a quella di Forza Italia a Milano, il 12 marzo del 2003.
Le conversazioni sono state registrate tra il 10 e l'11 febbraio e si interrompono alle 16:32. Gli investigatori avevano probabilmente raccolto indizi sufficienti per il blitz del giorno dopo, chiesto dal pm Ilda Boccassini.
Nelle intercettazioni l'aspetto ''movimentista'', riconducibile alla ''Seconda posizione delle Br'', che si contrappone all'ala militarista, appare evidente. Gli agenti della Digos, nella loro relazione, scrivono che Alfredo Davanzo ''parla delle immagini della festa di Sant'Agata a Catania'' e, con Claudio Latino e Davide Bortolato, discute ''dell'episodio dell'uccisione allo stadio del poliziotto (l'ispettore capo Filippo Raciti, ndr.), commentando negativamente le notizie sugli innumerevoli arresti e perquisizioni che ne sono seguiti''.
Alfredo Davanzo, per la Digos, ''ritiene che allo stadio Massimino il due febbraio scorso, vi sia stata una rivolta generale contro gli 'sbirri' anche da parte dei 'fasci' che avrebbero preso subito le distanze''. Claudio Latino considera ''che il casino è venuto fuori per il lancio di lacrimogeni, finiti, forse per errore, all'interno dello stadio, determinato, però, da incidenti all'esterno''. Sempre Davanzo, paragona allora ''la situazione dello stadio a quella delle banlieues'' e sottolinea ''l'esistenza di una violenza poliziesca insopportabile''. Per Latino, invece, ''lo stadio, nel clima di dispersione avanzante, sia diventato un luogo di aggregazione e di espressione del disagio sociale da cui partono le lotte e ritiene che sia la stessa cosa che succede agli islamici per la moschea''. Per gli inquirenti, dunque, è facile che le nuove Br guardino con interesse luoghi come gli stadi, perché possibile coltivare il disagio sociale e strumentalizzarlo. Latino riferisce poi un discorso fattogli da tale da Shoukry, secondo il quale ''la moschea, essendo unico luogo di aggregazione per gli islamici, diventa anche per i laici centro propulsore delle proteste e delle lotte''. I tre ritornano poi a parlare dell'ispettore Raciti: ''Lo sbirro morto è uno di quelli che erano impegnati al G8 di Genova''.
Ma c'è anche dell'altro nelle intercettazioni raccolte dalla Digos. Davanzo, Latino e Bortolato, per esempio, parlano con disprezzo dei militanti del centro sociale milanese ''Panetteria Okkupata''. Davanzo ''accenna a soggetti anarcoidi'' e Latino ''commenta che i Panettieri vanno sempre d'accordo con loro e che seguono lo schema 'anarco-comunista', precisando però che negli ultimi tempi in questi si ravvisano molte contraddizioni''. Per Latino molti dei militati di questo centro sociale hanno ''sempre avuto, anche quando erano nelle Br, questo atteggiamento sbagliato di stare in disparte, di non inserirsi nella dialettica politica e di non dire quello che realmente pensano''.
Dei Democratici di sinistra pensano poi il peggio possibile: ''Non si dicono comunisti e si chiamano amici e non più compagni'', sono ''imperialisti'', mentre Latino continua a spiegare che quelli che ha chiamato 'neo-revisionisti' sono quelli che ''si sono rinnovati e rifondati in varie salse''. I tre sottolineano anche ''le contraddizioni del Governo di sinistra che farebbe favori ai padroni''.
Un affondo anche all'ex Primula rossa delle Br, Barbara Balzerani. La sua colpa sarebbe quella di aver incontrato Maria Fida Moro, figlia di Aldo Moro. E' Davanzo, in una sorta di amarcord, che accenna ''a compagni romani, ex MPA (Movimento per l'Autonomia, ndr.)'', visti di recente che gli hanno parlato ''di una specie di convegno ricostruttivo degli anni '70, che sarebbe in preparazione. 'Una tipa' (Barbara balzerani, ndr) avrebbe incontrato la Moro e - sintetizza la Digos - i tre ''sembra che commentino negativamente questa circostanza''. Per gli investigatori, potrebbero riferirsi al parere favorevole espresso dalla figlia di Moro ''alla concessione della libertà vigilata alla terrorista Barbara Balzerani''.