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Gli stranieri in Italia sono 4 mln, ossia il 7% della popolazione. Nei prossimi anni i numeri potrebbero triplicare

08 marzo 2007

Non è, e non si deve parlare di un'invasione. Non è nemmeno un fenomeno marginale, ma una complessa questione sociale con cui si devono fare i conti adesso e, soprattutto, nel futuro. Stiamo parlando del numero degli immigrati in Italia, sempre più in aumento.
Sono quasi quattro milioni gli immigrati in Italia: il 7 % dell'intera popolazione italiana. Di questi quasi il 20% è irregolare.
Il dato, relativo a inizio 2006, emerge dal XII Rapporto sulle Migrazioni elaborato dalla Fondazione Ismu e presentato a Milano nei giorni scorsi.
Su tre milioni e dodicimila immigrati regolari - 1,2 milioni in più rispetto al triennio precedente - nove su dieci (cioè 2 milioni 671 mila) sono residenti. In aumento la quota di irregolari, che il primo luglio 2006 è arrivata a 760 mila, segnando un incremento su base annua del 3,3 per cento. Particolarmente forte è l'aumento dei minori, che negli ultimi cinque anni sono raddoppiati fino a rappresentare il 21,9 per cento dell'intera popolazione straniera.

Sul fronte del lavoro, il Rapporto mette in luce come, a fine 2005, l'incidenza dei lavoratori immigrati sulle iscrizioni Inail è molto ampia, arrivando al 16 per cento del totale. Gli immigrati assunti regolarmente si concentrano - secondo le stime Istat - per lo più al Nord (65 per cento), un quarto di loro risiede al Centro, solo il 10 per cento al Sud. Più della metà è impiegato nel settore dei servizi, mentre nell'industria in senso stretto è impiegato il 27 per cento del totale (di cui l'80 per cento al Nord), il 28 per cento nell'edilizia, e solo una minima parte nell'agricoltura, e qusti sono, purtroppo, sempre più spesso resi schiavi.
Positivo il dato sulle assunzioni a tempo indeterminato, pari all'85 per cento del totale. Solo 334 mila, ossia il 4,2 per cento degli immigrati complessivi, sono - secondo i dati di Infocamere - gli imprenditori stranieri registrati a fine 2006, anche se il 14,5 per cento degli immigrati in Italia è in possesso di un titolo di studio equivalente alla laurea.
In aumento anche il numero degli immigrati proprietario di immobili. A metà 2005 il 10,9 per cento ha dichiarato di essere proprietario di una casa; il 18 per cento ha detto di avere intenzione di acquistare un immobile nell'immediato futuro. Merito soprattutto della maggior fiducia nei confronti degli immigrati acquisita da parte di banche e agenzie immobiliari, che non di rado, hanno ideato pacchetti 'ad hoc' per le diverse nazionalità.

Sul versante dell'incidenza sulla criminalità, al 31 luglio 2005 gli stranieri nelle carceri sono il 33 per cento del totale: marocchina, albanese, tunisina, rumena e algerina le nazionalità più rappresentate. La popolazione immigrata ha beneficiato dell'indulto in misura sostanzialmente proporzionale agli italiani: dopo la misura voluta dal governo, infatti, la percentuale di presenza straniere sul totale dei carcerati è rimasta pressoché invariata.

Secondo la Fondazione Isum, si prospetta un'impennata delle presenze nei prossimi 10 anni: nel 2016 il numero di immigrati in Italia potrebbe infatti oscillare tra un minimo di 5,5 milioni a un massimo di circa 7 milioni. Un aumento drastico che, secondo il Rapporto, potrebbe essere anche legato alle nascite destinate a raddoppiare o anche a triplicare. Il che significa che i minori potrebbero - sempre nel 2016 - oscillare tra un minimo di 1,395 milioni e un massimo di 1,720 milioni. Con una netta modifica dell'età della popolazione immigrata: la percentuale degli over 45enni passerebbe infatti dall'attuale 14,3% al 23-25%, ma soprattutto si ridurrebbe fino a 10 punti percentuali il peso della componente più produttiva, ossia quella dei 25-44enni.
Previsto anche un cambiamento della distribuzione per sesso: oggi ci sono 112 maschi immigrati ogni 100 femmine, tra 10 anni i maschi potrebbero ridursi a 107-108 per 100 femmine.
Insomma, l'aumento della popolazione straniera è un fenomeno con cui molti Paesi europei stanno facendo i conti da anni e con il quale adesso anche l'Italia dovrà confrontarsi apertamente. Un Italia  che deve ancora trovare risposte più consone alla realtà. Sempre secondo l'Ismu, infatti, fra le tante cose ''la disciplina dell'ingresso dei lavoratori stranieri è inadeguata'' mentre ''è opportuno ridefinire le norme sulla cittadinanza''. I numeri ci dicono che, nel prossimo futuro, ci troveremo di fronte a questioni che non possono essere risolte con il vecchio modello del lavoro poco qualificato, dove il datore di lavoro chiedeva genericamente ''cento uomini sani''.

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08 marzo 2007
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