Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Gli ultimi giorni di Sebastiano Bosio

Processo per l'omicidio Bosio: "Tra Bosio e Beppe Lima discussioni accese"

21 dicembre 2011

Tra il primario dell'ospedale Civico di Palermo, Sebastiano Bosio, ucciso il 6 novembre 1981 sotto il suo studio medico da Cosa nostra, e l'allora direttore sanitario del Civico Beppe Lima c'erano rapporti tesi. "Tra i due c'era un rapporto di discussioni accese e Bosio durante le riunioni tra primari si alzava spesso per contestarlo".
A confermarlo in aula, davanti ai giudici della Corte d'assise di Palermo, al processo per l'omicidio Bosio, è il professor Renato Albiero, ex collega di Bosio.
Interrogato dal pm Lia Sava, Albiero, oggi settantenne, ricorda i rapporti non idilliaci tra Bosio e Lima, fratello dell'ex deputato Dc ucciso nel '92 dalla mafia. Alla sbarra un unico imputato, Antonino Madonia, collegato in videoconferenza.

"Bosio non faceva parte dell'entourage di Lima - ha detto Albiero - e non gliele mandava a dire". Alla domanda se Lima avrebbe fatto pressioni per il ricovero di personaggi vicini alla mafia, Albiero ha risposto: "A me personalmente no, ma io arrivavo da Verona ed ero ritenuto 'inaffidabile'. Quindi non mi è mai stato chiesto nulla". Lo stesso Albiero ha ricorda poi di avere avuto tra i suoi pazienti personaggi 'eccellenti' vicini a Cosa nostra, tra cui uno dei fratelli Greco.
Nell'ultima udienza la vedova di Bosio, Rosalba Patania, ha ricordato una telefonata "molto accesa" tra il marito e Beppe Lima. "Mio marito gli disse con tono arrabbiato: 'se continui ti denuncio'. Io ero agitata. Sicuramente si trattava di un ricovero che mio marito non voleva fare".
E alla domanda se si è fatto un'idea sul motivo che ha portato Cosa nostra all'uccisione del medico, Albiero ha detto: "Secondo le chiacchiere che giravano avrebbe rifiutato di fare delle prestazioni sanitarie".

Il giorno in cui Sebastiano Bosio, primario di chirurgia vascolare dell'ospedale Civico di Palermo, venne ucciso a colpi di pistola, "era molto triste e melanconico". A raccontarlo in aula è il suo assistente di allora, Michele Aricò, che ha lavorato al fianco di Bosio dal 1977 fino alla morte del medico. "Il giorno in cui venne ucciso - ha raccontato davanti ai giudici della Corte d'Assise di Palermo, rispondendo alle domande del pm Sava - era reduce da un lungo intervento durato tutta la notte. Quella mattina mi disse, con gli occhi insolitamente tristi: 'Forse questo è stato il mio ultimo internto'. Io, li' per li', rimasi sorpreso ma non gli feci alcuna domanda. Ma su quelle dichiarazioni, dopo la sua morte, mi sono arrovellato per tante e tante notti". Il medico non ha saputo spiegare al magistrato il perché quel giorno Bosio fosse così triste. "Non era da lui - ha spiegato - lui era un leone e un uomo di carattere. Così mi limitai solo ad annuire e a dirgli 'andiamo'. Lui poi andò via e io rimasi di turno. Mi telefonò alle 14 mentre ero ancora di guardia per chiedermi notizie sullo stato di salute del paziente operato la notte prima. E poi venne ucciso". Durante la testimonianza Michele Aricò ha ripercorso gli ultimi anni di vita di Bosio. [Adnkronos/Ign]

- Riaperto il 'caso Bosio', il chirurgo che rifiutava il ricovero dei boss (Guidasicilia.it, 23/11/11)

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

21 dicembre 2011
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia