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Gli uomini passano, le idee restano...

Ricordando ancora, ancora e sempre il nostro giudice Giovanni Falcone

23 maggio 2009

Panormus, Palermo, ''tutto porto''. Città che nell'accoglienza fonda la sua anima e da questa prende il nome... ''tutto porto''...
A Palermo oggi, 23 maggio 2009, ancora una volta, è attraccata la Nave della Legalità. Ogni anno questa porta in Sicilia migliaia di giovani da tutta Italia, uniti per commemorare i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. La Nave della Legalità è arrivata anche quest'anno nel giorno in cui, diciasette anni fa, la mafia assassinava in maniera spaventosa uno dei suoi più acerrimi nemici, quel Giovanni Falcone tanto odiato che venne fatto saltare in aria, insieme alla moglie, Francesca Morvillo, e agli agenti della scorta, Antonio Montanari, Vito Schifani e Rocco Dicillo, lungo l'autostrada Palermo-Capaci.
Era il 23 maggio del 1992.

La Nave della Legalità ha attraccato nel porto di Palermo alle otto precise. Sono scesi a terra 1.500 studenti che hanno viaggiato insieme al ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, al procuratore nazionale antimafia Piero Grasso e a Fernanda Contri per la fondazione Giovanni Falcone.
Molta eccitazione sulla nave tra i ragazzi che in parte raggiungeranno in corteo l'aula bunker per partecipare all'incontro organizzato dal ministero dell'Istruzione e dalla Fondazione Maria e Giovanni Falcone, "23 maggio 2009, legalità, impresa e sviluppo".
Mentre il portellone della nave si stava ancora aprendo dal molo, i giovani venuti ad accogliere i loro colleghi hanno cominciato a liberare nel cielo palloncini verdi, rossi e bianchi scandendo lo slogan 'Palermo è nostra e non di Cosa nostra'.
Ad aprire il corteo sceso dalla nave, portato anche dal ministro Gelmini, dal procuratore Grasso e dalla Contri, lo striscione della scuola Ic "Giuseppe Marconi", di Venturina in provincia di Livorno, dedicato a tutti coloro che hanno lottato e continuano a lottare per la legalità: "Esistono uomini che vivono 100 anni con la testa chinata, altri un giorno con la testa in alto".

E in occasione del 17° anniversario della strage di Capaci, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è arrivato nell'aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo dove si svolge la cerimonia. Il capo dello Stato si è recato, in mattinata, alla caserma Lungaro di Palermo dove ha reso omaggio ai poliziotti uccisi nelle stragi mafiose. Presenti alla caserma anche il presidente del Senato, Renato Schifani, il ministro dell'Interno Roberto Maroni, accompagnato dal figlio, il capo della Polizia prefetto Antonio Manganelli e le più alte cariche istituzionali locali. Il capo dello Stato ha incontrato i famigliari delle vittime delle stragi. È stata anche deposta una corona in ricordo delle vittime.
Nell'aula bunker del carcere Ucciardone è presente anche il leader di Confindustria, Emma Marcegaglia. "E' in atto in Sicilia un processo culturale contro la mafia - ha detto - e credo non si arrestabile. Noi imprenditori vogliamo far parte di questo processo".

Lo Stato omaggia lo Stato - Un omaggio ai caduti nella lotta contro la mafia. A chi indossava una divisa e a magistrati coraggiosi come Falcone e Borsellino. Stamattina il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha deposto una corona di fiori davanti la lapide delle vittime di "Cosa nostra" che si trova dentro la caserma "Lungaro" di Palermo. Al suo fianco ministri e alte cariche delle forze dell'ordine.
Napolitano ha incontrato i familiari delle vittime delle stragi prima di recarsi nell'aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo dove si svolgerà la cerimonia per il 17esimo anniversario della strage di Capaci. "Non è la prima volta, rinnovo l'emozione che ho provato altre volte" ha detto entrando salutato dagli applausi di centinaia di studenti. Poi l'inno d'Italia, cantato da tutti. "Ogni anno coltivo maggiore speranza. E questo grazie ai tantissimi ragazzi che arrivano a Palermo per non dimenticare la strage di Capaci" ha detto Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni.

Il presidente della Repubblica, arrivato ieri pomeriggio a Palermo per rendere omaggio agli ultimi eori della Storia Italiana, parlando di Sicilia non ha affrontato solo la tematica della criminalità organizzata. "Ho potuto constatare nei miei viaggi nelle varie regioni che non c'è, da parte delle forze politiche e parlamentari e da parte degli opinionisti sufficiente attenzione nei confronti dei problemi del Mezzogiorno", ha detto il Capo dello Stato, dopo l'incontro avuto con il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo, la giunta regionale e alcuni economisti. "Nel corso dei miei primi anni di mandato - ha aggiunto Napolitano parlando ai giornalisti - ho fatto numerose tappe nel Sud d'Italia. Sono stato in Campania, in Puglia e in Calabria. Oggi sono in Sicilia con le sue straordinarie ricchezze. E già da tempo ho sollevato il problema e ho espresso la preoccupazione che non ci sia da parte anche dei mezzi di informazione sufficiente attenzione ai problemi del Mezzogiorno che rimangono fondamentali, di coesione nazionale".
Per il Capo dello Stato dunque c'è "bisogno di una visione nazionale, una politica nazionale. D'altra parte - ha aggiunto - anche quando si è potuto valorizzare l'impegno europeo per le regioni meridionali, a cominciare dalle regioni dell'Obiettivo 1 si è sempre congiunto anche per decisione europea questo impegno che viene dalla comunità, oggi Unione, con l'impegno che poi spetta ai governi nazionali". Proprio "nell'utilizzo dei fondi europei e nazionali per il Sud, occorre qualità della spesa e massima trasparenza", ha ammonito il presidente Napolitano che ha spiegato anche spiega di non aver "mai dissimulato e non dissimulo perplessità, riserve e ragioni di critica per come vengono impiegati i fondi europei". Tuttavia "bisogna stare molto attenti al modo di utilizzare i diversi fondi che sono stati impegnati e garantiti per le aree cosiddette sottosviluppate, cioé per le regioni meridionali - ha aggiunto Napolitano parlando ai giornalisti - perché quel fondo è vincolato per l'85% a destinazione delle regioni meridionali e tra queste c'è la Sicilia".
E ha concluso: "Tra non molto avremo le celebrazioni dei 150 dell'unità d'Italia, non possiamo dimenticare che uno degli obiettivi essenziali e costitutivi dello Stato è quello di realizzare una unificazione anche economica tra Nord e Sud. Ma oggi ne rimaniamo ancora molto lontani e sono molto preoccupato. Per questo vi chiedo maggiore attenzione. Ma all'attenzione deve seguire una serie di scelte".

Belgrado omaggia il giudice Falcone - E dalla lontana Belgrado giunge la notizia che l'aula 2 della Sezione speciale del Tribunale distrettuale sarà intitolata al magistrato italiano. L'annuncio in una nota del ministero della Giustiza serbo, informando che, prima dell'inaugurazione della targa, sarà tenuta una presentazione della "stretta cooperazione italo-serba tra organi giudiziari e tra i ministeri della Giustizia".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, La Siciliaweb.it, Corriere.it]

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23 maggio 2009
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