Gli Usa sono già pronti per attaccare l'Iran?
Contro Teheran una strategia come quella usata con i mujaheddin negli anni della Guerra Fredda
Bush si prepara ad attaccare l'Iran?
di Marco Ferri (Dazebao.org, 30 giugno 2008)
Seymour Hersh, uno dei giornalisti investigativi più conosciuti in America, già autore degli scoop sulle torture perpetrate nel carcere di Abu Ghraib a Bagdad e la strage di My Lai durante la guerra in Vietnam, sul "New Yorker", sostiene che i piani per un attacco all'Iran da parte di Bush vanno avanti da quattro mesi e che si starebbero per tradurre nella fase pienamente operativa. Il Presidente avrebbe ottenuto dal Congresso a maggioranza democratica il pieno appoggio, con lo stanziamento di circa 400 milioni di dollari per l'operazione.
Le operazioni contro il regime iraniano, in realtà, sarebbero già iniziate con la firma di un ordine esecutivo, con il quale gli americani danno pieno appoggio a operazioni clandestine da svolgersi in territorio iraniano e destabilizzare così la dirigenza religiosa a Teheran.
Il piano prevede il sostegno a formazioni arabe dissidenti all'interno dell'Iran, le quali avrebbero interesse a un'azione di destabilizzazione politica. Secondo il giornalista del "New Yorker", l'appoggio americano si sarebbe perfino esteso ad una formazione sunnita (il Movimento popolare di resistenza iraniano), che secondo gli esperti sarebbe vicino a Bin Laden e ad Al Qaeda. Fra gli altri gruppi coinvolti vi sarebbero quello di "Ahwazi", gli indipendentisti baluci, oltre che i Mujaheddin-e-Khalq e i separatisti curdi. Tutte forze di opposizione all'attuale dirigenza iraniana e al presidente Ahmadinejad.
Secondo Hersh, la Casa Bianca avrebbe al suo interno l'opposizione di Robert Gates, segretario alla difesa, che si sarebbe espresso contro l'operazione, anche se a titolo personale.
D'altro canto, Daniel Pipes, su "Usa Today", sostiene che una strategia della comunicazione vincente da parte di americani e israeliani sarebbe proprio quella di preparare attacchi sulle installazioni nucleari iraniane e di annunciarle. "L'ideale sarebbe" scrive Pipes "che gli stessi iraniani possano essere convinti a sospendere il loro programma nucleare, poiché le alternative - un attacco americano o israeliano - sono molto peggiori".
Secondo Pipes, la prospettiva di un Barak Obama vittorioso alle prossime presidenziali indurrebbe Bush ad operare l'attacco, violando la prassi per cui un Presidente non intraprende mai iniziative belliche alla fine del suo mandato.
C'è da registrare che le notizie su un possibile e imminente attacco americano in Iran convergono quasi tutte proprio sul periodo estivo. Due senatori americani, Dianne Fenstein, californiana e Richard Lugar, dell'Indiana, sostengono che l'attacco avverrà nel mese di agosto.