Gli Usa vogliono Assange a Guantanamo
I legali del fondatore di WikiLeaks: "Se estradato negli Stati Uniti, rischia l'arresto a Guantanamo o la pena di morte"
Il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, si opporrà all'estradizione in Svezia argomentando che ciò potrebbe portare al suo trasferimento negli Stati Uniti, dove rischierebbe la pena di morte o la detenzione a Guantanamo. Lo hanno riferito i suoi legali in un documento pubblicato, su richiesta di Assange, sul sito "Finers Stephens Innocent".
Il documento è stato diffuso dopo che ieri un tribunale di Londra ha fissato il 7 e l'8 febbraio l'udienza per decidere se concedere o meno l'estradizione in Svezia, dove Assange è accusato di stupro da due donne.
I legali dell'australiano 39enne hanno preparato una strategia con un doppio binario, da una parte volta a contestare la legalità della richiesta svedese di estradizione, e dall'altra a sottolineare che dalla Svezia Assange possa poi essere trasferito negli Stati Uniti. "Se Assange fosse portato negli Stati Uniti, senza garanzie che non sia eseguita una condanna a morte, c'è il rischio reale che venga sottoposto a pena di morte - ha affermato l'avvocato Geoffrey Robertson - E' ben noto che figure di primo piano hanno lasciato intendere, se non detto apertamente, che Assange dovrebbe essere giustiziato". L'avvocato ha parlato del "rischio reale" che, se Assange fosse estradato in Svezia, Washington potrebbe cercare di ottenere "la sua estradizione negli Stati Uniti e/o una rendition illegale, dove vi sarebbe il rischio che venga detenuto a Guantanamo". La condanna a morte e la detenzione a Guantanamo, nota il legale, risulterebbero come una violazione della Convenzione Europea dei Diritti Umani.
I legali di Assange mettono anche in dubbio la correttezza dell'operato svedese, da loro considerato un modo di agire "illegale e corrotto" con lo scopo di "denigrare nel mondo" il fondatore di Wikileaks. La richiesta di estradizione avrebbe lo scopo di punire Assange "per le sue opinioni politiche" e comunque il mandato d'arresto europeo sarebbe in realtà "nullo" perché, sostengono gli avvocati, il giudice svedese Marianne Ny "non ha il potere di emetterlo". L'unica autorità che sarebbe autorizzato a farlo è la polizia svedese.
Infine i legali avanzano riserve sulla sostanza delle accuse di stupro avanzate dalle due donne. E per farlo citano degli sms in cui le due donne avrebbero parlato di volersi "vendicare" di un ex amante e dell'opportunità di "guadagnare un sacco di soldi". Assange ha sempre respinto ogni accusa.
Arrestato in Gran Bretagna il 7 dicembre (LEGGI) sulla base del mandato d'arresto europeo emesso dalla Svezia, il fondatore di Wikileaks è stato scarcerato su cauzione il 16 dicembre in attesa che la giustizia britannica si pronunci sulla richiesta di estradizione.
Intanto, in un'intervista a Europe1 pubblicata sul sito della radio francese, Assange afferma di voler continuare la battaglia a capo dell'organizzazione che ha contribuito a fondare ma ammette che ci sono delle difficoltà. "Non potremo sopravvivere per come stanno andando le cose, i soldi dei donatori hanno difficoltà ad arrivare perché i nostri conti sono bloccati. Stimo che stiamo perdendo 500mila euro a settimana", ha detto il fondatore di Wikileaks all'emittente francese. Ma Assange non demorde e annuncia: "Cercheremo di rispondere. L'organizzazione viene attaccata ma cresce più velocemente che mai". [Adnkronos/Ing]