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Good bye, Lenin!

Una commedia paradossale e intelligente che rielabora il lutto della sinistra storica

19 maggio 2003

Noi vi consigliamo di vedere...
GOOD BYE, LENIN!
di Wolfgang Becker


Nell'ottobre del 1989 la madre di Alex, attivista per il progresso sociale nella Germania dell'Est cade in coma. Al suo risveglio, otto mesi dopo, le cose sono nettamente cambiate: il muro di Berlino è crollato, il regime socialista anche. Alex è felice, ma non può provocare uno shock alla madre. Per evitare ripercussioni, organizza il suo appartamento come un museo, dove poter trovare tutti i simboli di quel socialismo che ora non c'è più. Un giorno però la mamma sente l'esigenza di uscire, di guardare la tv...


Distribuzione
Lady film
Regia Wolfgang Becker
Con Daniel Brühl, Katrin Sass
Genere Commedia


La critica

''Una commedia esilarante ma amara - niente lieto fine, la verità conviene nasconderla, o forse fingere di non vederla - per una ferita ancora aperta. Che ha il merito di divertire e far pensare senza indorare la pillola né offendere i sentimenti e i ricordi degli ex-cittadini della Rdt. Con un brio, un garbo, un'intelligenza (la Germania Est era anche il sogno di un mondo migliore) che ne hanno fatto il film più visto della storia tedesca: 5 milioni di spettatori. Solo nostalgia?''. (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 9 maggio 2003)

''Una commedia paradossale e intelligente. (...) Becker cortocircuita Storia e storie mettendo in scena una parabola a retrogusto amaro''. (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 10 maggio 2003)

''Goodbye Lenin! dell'occidentale Wolfgang Becker, è una commedia dalla geniale trovata che rielabora il lutto a sinistra ma lo prende troppo alla larga, inserendo tutta la storia dell'ex marito che appesantisce non poco il finale. Certo, la parte centrale col figlio devoto che organizza la commedia sociale con i vicini, registra appositi tiggì, cerca vecchie marche di cibo, è divertente, ma c'è una vena di amarezza e di tristezza che resiste al gioco degli equivoci. E' bella, quasi poetica, ma un po' buttata via l'idea finale che il socialismo vero sia solo un'utopia, dato che la mamma, dopo aver creduto alla panzana che quelli dell'Ovest abbiano invaso l'Est, muore credendo a una specie di riunificazione, mezzo happy end''. (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 10 maggio 2003)

Note
Film realizzato con il sostegno del Filmboard Berlin-Brandeburg, Filmstiftung NRW, Filforderungsanstalt (FFA), BKM, Film Fernsehfonds Bayern, Media Program. Premio come miglior film europeo al Festival di Berlino 2003
 

Fonte: primissima.it - cinematografo.it


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19 maggio 2003
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