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Governo e sindacati hanno incontrato la Fiat

L'incontro per discutere sul futuro degli stabilimenti italiani dopo l'accordo con la Chrysler

18 giugno 2009

AGGIORNAMENTO
Fiat intende mantenere a Termini Imerese produzioni industriali, ma con produzioni diverse da quella automobilistica.
Sono queste alcune delle indiscrezioni che filtrano, da fonti sindacali, dal tavolo su Fiat a Palazzo Chigi.
L'amministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne, ha fornito indicazioni sul futuro della casa torinese spiegando che "si dovrà rivedere l'accordo di programma". Nello stabilimento siciliano, ha spiegato inoltre l'ad, è comunque confermata "la produzione di Ypsilon fino al 2011". Fiat cambierà linee produttive solo a Termini Imerese e a Pomigliano d'Arco, mentre negli altri stabilimenti sarà "confermata l'attuale produzione", ha detto ancora Marchionne.

Per quanto riguarda gli stabilimenti italiani, in una nota diffusa al termine dell'incontro, Fiat ha chiarito gli assetti produttivi previsti per gli anni 2009-2010. A Mirafiori è confermata la produzione Alfa MiTo e l'inserimento della versione MultiAir da settembre 2009. Proseguirà inoltre la produzione Punto Classic, Multipla, Musa e Idea.
A Melfi
si avvierà la produzione della nuova Punto Evo ed è confermata la produzione della Grande Punto. A Cassino è confermata la produzione di Bravo, Delta e Croma. Si avvierà la produzione della nuova Alfa segmento C nel 2010. A Termini Imerese è confermata la produzione Ypsilon (con motori Euro 5) con proseguimento della produzione al 2011. Verrà mantenuta la presenza industriale con produzioni diverse da quella automobilistica e, per questo, sarà necessario rivedere l'accordo di programma sulla base del nuovo progetto.
A Pomigliano è confermata la produzione di Alfa 159 berlina e sport wagon (con motori Euro 5) e il proseguimento della produzione oltre il 2010. Verrà mantenuta la produzione di Alfa 147 e GT al 2010. Poi è prevista l'assegnazione di una nuova piattaforma per uno o più modelli. A Sevel Val di Sangro è confermata la produzione Ducato. Per quanto riguarda Iveco sono confermate le attuali missioni produttive in tre stabilimenti di Brescia (nuovo Eurocargo), Suzzara (nuovo Daily) e Avellino (nuovi autobus Citelis e Domino).
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Governo al completo per l'incontro con sindacati e Fiat per il futuro degli stabilimenti italiani dopo l'accordo con la Chrysler. Questa mattina alle 9 in punto è arrivato a Palazzo Chigi il premier Silvio Berlusconi. A presiedere l'incontro è il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Sono presenti anche i ministri del Welfare, Maurizio Sacconi, e dello Sviluppo economico, Claudio Scajola. Per la Fiat presente l'ad Sergio Marchionne, mentre per la delegazione sindacale si sono presentati i segretari di Fiom, Uilm e Fismic. Presenti anche i governatori di alcune regioni.

Secondo quanto riferiscono fonti sindacali, il Premier avrebbe aperto il tavolo riportando al Lingotto i ''complimenti" Usa. "Ne ho parlato con Obama dal quale è venuto un grande apprezzamento per l'azienda e le sue auto ecologiche e a basso inquinamento. E' un importante consolidamento di Fiat sul mercato internazionale". Berlusconi ha poi assicurato che il gruppo torinese "non ha intenzione di delocalizzare gli stabilimenti italiani". "Dobbiamo lavorare tutti per infondere fiducia: siamo vicini alla Fiat, ai sindacati e ai lavoratori. Saremo vicini a tutte le persone in difficoltà, non lasceremo nessuno da solo in questa crisi". E ha aggiunto: "Siamo tutti a questo tavolo, ma poi è necessario costituire tavoli con le Regioni per intervenire sui singoli problemi".

"Fiat intende mantenere la produzione industriale diversa da quella automobilistica per Termini Imerese". L'ad di Fiat, Sergio Marchionne, lo avrebbe detto - secondo fonti sindacali - intervenendo all'incontro con Governo, sindacati e Regioni. Comunque Marchionne conferma la produzione Lancia Y fino al 2011. "C'è una crisi globale del settore auto e c'è la necessità di contrastare la sovracapacità produttiva cronica". ha aggiunto Marchionne secondo cui "le norme ambientali costano alle case automobilistiche circa 45 miliardi di euro e bisognerebbe sospenderle". [Adnkronos]

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18 giugno 2009
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