Grande manovra ...
Si continua a lavorare sulla manovra finaziaria italiana che adesso non convince l'Ue: "Troppo affidamento sulla lotta all'evasione"
L'Ue proprio non riesce a fidarsi della manovra economica italiana. Troppi punti poco comprensibili in questa finaziaria che continua ad essere un work in progress che scatena ire e malcontenti a destra e sinistra, di sopra e di sotto. "Siamo preoccupati dal vedere un eccessivo affidamento alle misure sulla lotta contro l'evasione fiscale" che si fa nella manovra al momento in discussione. Ad affermarlo il portavoce del commissario Ue agli Affari economici e monetari Olli Rehn.
Secondo Bruxelles è infatti "molto difficile valutare e prevedere l'impatto" delle misure relative alla lotta all'evasione fiscale sui conti pubblici, ha spiegato Amadeu Altafaj. Il portavoce ha quindi ribadito che la Commissione europea "sta monitorando da vicino il dibattito sulla manovra in corso al Parlamento" e ha aggiunto che "la Commissione non sarà in ogni caso in grado di dare una valutazione definitiva fino a che non sarà pronto il testo finale della manovra".
Dal canto suo il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ha assicurato che nella manovra non ci saranno nuovi condoni perché "si tratterebbe di un intervento una tantum che genera introiti di cassa ma che non modifica l'assetto della finanza pubblica". Poi in una nota del ministero dell'Economia e delle Finanze viene spiegato il contenuto della conversazione di ieri pomeriggio tra Tremonti e il Commissario europeo Rehn. "In Italia l'evasione fiscale e contributiva è enorme. Negli ultimi tre anni per effetto del contrasto all'evasione è già stata effettivamente incassata una cifra pari a circa 25 miliardi di euro. La manovra attualmente in discussione al Senato - si legge - prevede un intervento di recupero da evasione pari a circa 700 milioni di euro nel 2012, pari a circa 1,6 miliardi nel 2013, incremento che sarà effetto di un radicale cambiamento nella strategia di contrasto all'evasione fiscale. Contrasto che non si svolgerà più solo dal lato della repressione ma anche dal lato della prevenzione: dal coinvolgimento sul territorio dei Comuni, alla trasparenza bancaria fino alla riforma delle sanzioni penali. Il rapporto tra le cifre di entrata previste come sopra in rapporto e l'intensità dei cambiamenti assicura che l'obiettivo di entrata non solo sarà solo centrato ma ampiamente superato. Per il resto la manovra resta invariata e totalmente solida nei saldi di copertura".
"La grande confusione, la mancanza di chiari messaggi di questi ultimi giorni temo che possano far risorgere in molti in Europa un senso di diffidenza nei confronti della capacità dell'Italia di andare su una strada definita capace di portarla verso una maggiore crescita e verso l'equilibrio finanziario", afferma dal canto suo il presidente dell'Università Bocconi di Milano, Mario Monti, a margine dei lavori del workshop Ambrosetti a Cernobbio. Per Monti "la cosa peggiore sarebbe rinfocolare questa diffidenza sull'Europa e mettere in imbarazzo la Bce, che ha fatto nei confronti di Italia e Spagna il massimo di quello che poteva fare nelle circostanze". "Quindi - prosegue Monti - l'urgenza di decisioni chiare e chiaramente comunicate, a differenza di quanto avvenuto negli ultimi giorni, mi sembra molto importante". Monti ricorda comunque di avere "espresso un parere sostanzialmente positivo sulla versione di metà agosto della manovra, cioè sull'ultima". "Sarebbe un peccato ritornare in una fase primordiale, in cui in molti in Europa si interrogano sul carattere degli italiani", afferma ancora Monti che, a una domanda sulla crisi, risponde che "se per crisi si riferisce al declino del ritmo dell'attività economica, non ne siamo fuori. Si parla di double dip, il dibattito ha messo in luce che per fortuna ci sono l'Asia e la Cina, che compensano in gran parte questo non positivo andamento della produzione nei paesi avanzati".
Intanto Confindustria, in una nota, si dice "sconcertata per le misure di contrasto all'evasione fiscale previste nell'emendamento presentato dal Governo". "Confindustria - continua la nota - ha da tempo condiviso l'obiettivo di una seria ed efficace lotta all'evasione fiscale e contributiva. Le misure presentate ieri risentono però della fretta e dell'approssimazione con cui è stato predisposto l'emendamento, non sono coerenti anche sul piano tecnico e dovranno necessariamente essere riviste". Per l'associazione le norme "sono poco efficaci rispetto all'obiettivo di una seria lotta all'evasione e rischiano di penalizzare le imprese corrette nel rapporto con il fisco".
Intanto, ieri la Commissione Bilancio del Senato ha approvato un emendamento alla manovra che "salva" le feste del Primo Maggio, del 25 aprile e del 2 giugno ma non le feste patronali. Lo ha riferito Vincenzo Vita del Pd a margine dei lavori a Palazzo Madama. Le tre feste civili non saranno più accorpate alla domenica. L'emendamento era del Pd ed è stato accolto dal relatore. Resta l'accorpamento alla domenica per le feste patronali, con l'eccezione della festa del patrono di Roma, San Pietro e Paolo, che è tutelata dal concordato.
Ma non è l'unica novità. Sono salvi dalla soppressione gli enti di ricerca e gli enti culturali sotto i 70 dipendenti. Lo prevede un emendamento bipartisan alla manovra approvato all'unanimità dalla Commissione Bilancio del Senato. Sono salvi quindi piccoli enti come l'Accademia della Crusca e l'Accademia dei Lincei.
Nel corso dei lavori il governo è stato anche battuto su un emendamento che impone alle pubbliche amministrazioni la certificazione dei debiti delle pubbliche amministrazioni nei confronti delle imprese. Il governo aveva dato parere contrario ma Forza del Sud ha votato con l'opposizione e l'emendamento è passato.
Novità positive anche per gli statali, nel caso di mancati risparmi dei ministeri. Non saranno i dipendenti a pagare con un rinvio della tredicesima ma i dirigenti responsabili con un taglio del 30% dei premi di risultato. Salvi anche i Fas regionali, non pagheranno al posto dei dicasteri che non risparmieranno.
Sulle cooperative si è messa in moto anche la macchina degli emendamenti al Senato e sia il Pdl che la Lega hanno presentato un sub-emendamento fotocopia all'emendamento fiscale di Tremonti-Azzollini per salvaguardare dalla stretta sulle agevolazioni almeno le banche del credito cooperativo. In cambio si chiede un'imposta di bollo sulle rimesse all'estero, salvaguardando le persone fisiche, e quindi i lavoratori immigrati in Italia. La proposta dovrebbe essere esaminata dalla Commissione oggi. La manovra approderà in Aula martedì.
Il monito del presidente Napolitano: "Serve chiarezza di intenti" - "Occorre che vengano ora e nel prossimo futuro da parte italiana chiarezza e certezza di intenti e di risultati al di là di ogni oscillazione". Così il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è intervenuto in collegamento video al workshop Ambrosetti di Cernobbio, in un passaggio dedicato alla crescita e la risanamento dei conti pubblici. Se le forze politiche dovessero continuare a mostrare incertezze e oscillazioni nel definire la manovra correttiva, ha continuato Napolitano, "si finirebbe per cadere nella situazione in cui il nostro paese veda riemergere e pesare su di se antiche diffidenze".
Rispondendo ad una domanda sull'ipotesi di un governo tecnico in Italia, Napolitano ha detto che "fino a che c'è un governo che gode della fiducia del Parlamento, non posso nemmeno sovrapporre, non dico il fatto, ma nemmeno l'idea di un governo diverso". Il capo dello Stato ha ricordato il suo ruolo nel corso di eventuali crisi di governo. "Il presidente della Repubblica - ha sottolineato - non interviene a formare o creare un governo se ce ne è uno in carica che ha la fiducia della maggioranza del Parlamento. Il giorno in cui si aprisse una crisi di governo, cosa che sembrava accadesse alla fine dello scorso anno, io, secondo i miei poteri e la prassi della Costituzione, chiamerei a consulto tutte le forze politiche e mi assumerei la responsabilità anche di fare una proposta per la soluzione. In quella circostanza - ha detto ancora Napolitano - farei la mia parte".
Nonostante ciò il capo dello Stato non nasconde la sua preoccupazione "per un eccesso di conflittualità fra partiti e per la forte pressione che calcoli elettorali esercitano sulle posizioni dei partiti". Questa situazione, ha detto, è "il mio pane quotidiano".
Sui conti pubblici "facciamo e faremo quel che dobbiamo", ha aggiunto poi Napolitano riferendosi al fatto che l'Italia adempierà ai suoi doveri. Si tratta, ha sottolineato, di "un banco di prova per tutte le forze politiche", per "la causa dell'Europa unita in cui tutti crediamo". Comunque occorre rafforzare "presto, senza ulteriori incertezze e riserve" gli strumenti anticrisi "in seno all'Eurozona". Rtardi in questo campo possono produrre "problemi" alla Bce. Ed esprimendosi anche sull'euro, secondo Napolitano, "è interesse di tutti salvaguardare l'euro". Bisogna dunque avere "la consapevolezza che l'interesse dell'Europa coincide con quelli dei singoli membri" dell'Unione.
In collegamento telefonico da Cernobbio, il presidente della Bce Jean-Claude Trichet, parlando con Napolitano ha detto: "La Bce e l'eurosistema, inclusa naturalmente la Banca d'Italia, considerano che le misure annunciate dal governo il 5 di agosto" miranti ad anticipare il pareggio di bilancio per l'Italia al 2013, "sono estremamente importanti per far calare rapidamente il deficit dell'Italia e migliorare la flessibilità dell'economia italiana". "E' essenziale - ha proseguito Trichet - che i target annunciati per diminuire il deficit siano pienamente confermati ed implementati. questo è assolutamente decisivo per consolidare e rinforzare la credibilità della strategia italiana e della sua affidabilità creditizia".
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Corriere.it, Repubblica.it]
- Manovra 3.0 (Guidasicilia.it, 02/09/11)