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Grande preoccupazione per la frana che ha messo in serio pericolo gli abitanti di Naro (AG)

Chiesto lo stato di calamità. Lo smottamento avvenuto forse poteva essere previsto

07 febbraio 2005

Il sindaco del Comune di Naro (AG), Maria Grazia Brandara, ha chiesto al governo regionale di dichiarare lo stato di calamità naturale dopo che lo smottamento della terra ha provocato nel centro agrigentino l'inagibilità di un centinaio di abitazioni.
''Stiamo invitando chi ne abbia la possibilità - ha affermato il sindaco - a trovare riparo presso le case di amici e parenti. Fra i senza tetto si è fatta strada l'errata convinzione che si provvederà solo alle esigenze di quelli ospitati nella scuola materna. Teniamo a sottolineare che per l'amministrazione gli evacuati sono 139, e dovunque essi si facciano ospitare provvederemo per tutti nel modo migliore e più celere possibile. Entro questa sera o domani al massimo avremo un quadro completo della situazione. Se, come speriamo dovessimo avere a disposizione degli alloggi popolari, seguiremo i criteri di legge senza svantaggiare nessuno''.

I responsabili della Protezione Civile proseguono intanto i loro accertamenti per monitorare la frana che nella serata di venerdì ha provocato l'evacuazione di 78 edifici nel centro storico di Naro.
Un centinaio di sfollati, per la seconda notte consecutiva, hanno trascorso la notte ospiti della scuola materna o in casa di parenti e amici. Il fenomeno, definito ''preoccupante'' dai tecnici, nelle ultime ore avrebbe considerevolmente rallentato la propria velocità.
I controlli hanno tuttavia evidenziato l'ampia portata del movimento franoso, con smottamenti anche a distanza dalla zona inizialmente interessata, in via Vanelle. Anche la scalinata del Duomo presenterebbe alcune lesioni. Il sindaco di Naro, Maria Grazia Brandara, ha sollecitato l'intervento del governo nazionale e di quello regionale, ma ha rifiutato l'invio di baracche e roulottes ''perchè molto spesso le decisioni provvisorie rischiano di diventare definitive''.

La frana, ha detto Bernardo De Bernardinis, direttore del Servizio previsione e prevenzione del Dipartimento di Protezione civile, ''è un fenomeno storico, i cui primi sintomi risalgono addirittura al terremoto di Messina''. ''L'ultimo segnale del fenomeno franoso - ha spiegato De Bernardinis - si è avuto nel 1997. Venerdì si è manifestato di nuovo con particolare intensità. La situazione particolare è causata da uno scivolamento del blocco calcareo''.
Secondo i tecnici all'origine del fenomeno ci sarebbe una frattura nella zona a monte dello strato di roccia calcarenitica su cui poggiano le case, da cui deriva un movimento di ''scivolamento''. Un'ipotesi confermata dalle crepe di decompressione a monte e di compressione a valle. A destare preoccupazione è la rilevante entità di questo movimento. Sono infatti cinquanta gli edifici già gravemente danneggiati e il loro numero sembra destinato ad aumentare. Secondo quanto testimoniato da alcuni residenti della zona le prime avvisaglie della frana si sarebbero registrate già da alcune settimane.
''Lo sapevate da un mese e mezzo - ha protestato la scorsa sera Vincenzo Porrello, uno degli sfollati, rivolgendosi agli amministratori comunali -, è tutto verbalizzato al Comune. C'erano state anche rotture delle reti idriche''. 

Il governatore Salvatore Cuffaro ha espresso agli abitanti di Naro la propria solidarietà per il particolare momento che stanno attraversando: ''Presidente della Regione e governo sono vicini alla popolazione, al sindaco e agli amministratori di Naro''. Cuffaro ha ribadito inoltre che ''questa  settimana la giunta regionale si riunirà per stabilire quali altri specifici interventi si potranno adottare e individuare le risorse necessarie per lenire i disagi''.

Oltre alla Protezione Civile, a Naro sta operando anche l'Unità di Crisi istituita presso il Municipio dove l'amministrazione comunale ha creato un comitato tecnico scientifico formato dal professor Michele Maugeri dell'Università di Catania, dal professor Calogero Valore dell'Università di Palermo e gli ingegneri Michele Miscarnera e Tuccio Lusso. Presenti anche Emanuele Siragusa, presidente dei Geologi siciliani e due funzionari del dipartimento della Protezione Civile del Consiglio dei Ministri, gli ingegneri Vincenzo Liguori e Nicola Nocilla.

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07 febbraio 2005
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