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Greenpeace. Gli studi ufficiali sottostimano il numero delle vittime e dei nuovi malati di Chernobyl

26 aprile 2006

Nuova denuncia di Greenpeace sui dati dei decessi dopo l'esplosione del reattore nucleare avvenuta a Chernobyl ben 20 anni fa. Secondo il nuovo rapporto dell'associazione, cui hanno contribuito 52 scienziati provenienti da tutto il mondo, le valutazioni ufficiali dell'impatto sulla salute della catastrofe sono state largamente sottostimate dall'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea).
Sebbene permangano grandi incertezze sulle conseguenze globali di Chernobyl, l'Accademia delle Scienze russa stima che i tumori attribuibili all'esplosione in Bielorussia siano circa 270 mila, di cui 93 mila fatali. Il rapporto inoltre conclude che, sulla base dei dati demografici, negli ultimi 15 anni circa 60 mila casi di morte in più si sono registrati in Russia e che le stime della mortalità totale in Bielorussia e Ucraina possono raggiungere altri 140 mila casi. Nel complesso quindi si tratta di un aumento di tumori mortali fino a 200 mila casi, registrati tra il 1990 e il 2004. Queste valutazioni contrastano con quelle del Forum Chernobyl dell'Aiea che prevede appena quattromila morti attribuibili all'incidente.

Il rapporto di Greenpeace illustra anche nel dettaglio il forte aumento delle malattie non tumorali, di cui le statistiche dell'Aiea non parlano mai. Per l'Agenzia sono stati quattromila i morti, senza specificare che questi si riferiscono al solo gruppo di 600 mila persone (i cosiddetti ''liquidatori'' e le persone rilocate dopo l'incidente), mentre l'impatto dell'incidente ha coinvolto con il suo fall-out circa 2 miliardi di persone. ''È sconfortante che l'Aiea stia sminuendo l'impatto del più grave incidente nucleare della storia'', commenta Pippo Onufrio, direttore campagne di Greenpeace. ''Negare le implicazioni reali - aggiunge - non è solo un insulto per le vittime ma porta anche a raccomandazioni pericolose, a rilocare le persone nelle aree contaminate; l'Aiea non può rimanere il controllore globale del nucleare se non ammette almeno che l'energia nucleare è responsabile di quelle vite segnate per sempre''.

Il rapporto sulle conseguenze sulla salute umana della catastrofe di Cernobyl è stato pubblicato assieme a una mostra fotografica, presentata da Greenpeace in trenta città del mondo (a Roma, presso l'Auditorium Parco della Musica dal 12 aprile al 14 maggio) visibile anche su www.greenpeace.it/cernobyl. ''Le immagini - conclude Onufrio - servono a ricordarci che le vite umane sono più di un numero. Per ogni dato statistico c'è una persona che sta pagando un prezzo. Chiunque abbia dubbi sugli effetti dell'energia nucleare dovrebbe visitare la mostra per capire perché noi ci opponiamo''.

Fonte: Agenzia Internazionale Stampa Estera

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26 aprile 2006
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