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Greenpeace ha fermato un peschereccio pirata nello Ionio sequestrando 2 km di rete illegale

08 maggio 2008

Gli attivisti di Greenpeace a bordo dell'Arctic Sunrise hanno sequestrato 2 chilometri di reti spadare a un peschereccio (dal nome probabile di Diomede II) che nel Mar Ionio, a 25 miglia (c.a. 50 km) al largo di Capo Spartivento, stava utilizzando in acque internazionali circa 10 km di spadara vietata nell'Ue dal 2002. Nelle reti, con la maglia della cosiddetta "ferrettara" (8 cm di maglia), erano intrappolati undici tonni rossi e una piccola tartaruga marina (c.a. 30 cm) in fin di vita. 10 km di spadare a bordo, decine di tonni rossi sottotaglia di peso tra 2 e 6 kg (pescati peraltro senza alcuna quota) e l'occultamento del numero di matricola nel tentativo di non farsi identificare fanno di questo peschereccio un vero pirata del Mediterraneo.

Con quest'azione Greenpeace ha dimostrato che la cosiddetta rete "ferrettara" viola sistematicamente il Regolamento Comunitario (Reg. CE/1239/1998) che impedisce la pesca con derivanti alle specie pelagiche d'altura, come il tonno rosso. Secondo il registro dei pescherecci dell'Ue, un peschereccio dal nome di Diomede II è stato costruito nel 2006 e dovrebbe pescare solo con gli ami (palamiti) o le piccole reti fisse, in prossimità della costa. Il peschereccio pirata bloccato da Greenpeace usava invece un'attrezzatura ultramoderna, con radiosegnalatori e luci alogene, per lavorare con almeno 10 km di rete derivante in acque internazionali: evidentemente, il livello dei controlli è così scarso che ai pescatori ancora conviene investire su nuove imbarcazioni con reti vietate sin dal 2002.
"Questa imbarcazione non ha, secondo il registro Ue, nemmeno la licenza per la rete derivante costiera. Quando finirà questa vergogna? E' inutile fare le leggi se poi non si fanno rispettare" ha denunciato Alessandro Giannì, responsabile della Campagna Mare di Greenpeace Italia, a bordo dell'Arctic Sunrise. "Invece di contrastare seriamente la pesca pirata, l'Italia sta tentando di affondare il Regolamento proposto della Commissione Europea contro la pesca illegale".
L'Italia si sta, infatti, opponendo alla proposta di Regolamento della Commissione Ue che prevede l'inserimento dei pescherecci pirata in una "lista nera": questi pescherecci non troverebbero più assistenza nei porti dell'Ue e non potrebbero più accedere ai sussidi pubblici, come quelli del "piano di riconversione" che avrebbe dovuto smantellare le spadare. Non è chiaro quanto si sia speso in totale (dall'Italia e dall'Ue) ma Greenpeace ha più volte osservato pescherecci che usavano le spadare nonostante avessero ricevuto contributi fino a oltre 68.000 euro per smantellarle. Dal 2000 al 2006 la pesca italiana ha bruciato oltre 15.500 posti di lavoro. "Dobbiamo cambiare rotta oggi se vogliamopoter pescare domani", ha concluso Giannì.

Il responsabile della Campagna Mare di Greenpeace Italia ha allertato la Capitaneria di porto di Messina del rientro del peschereccio, denunciando le varie illegalità commesse dal peschereccio nel Mar Ionio.
Le attività dell'Arctic Sunrise, per documentare le minacce del Mediterraneo sono parte della Campagna di Greenpeace per una rete globale di riserve marine che coprano il 40% degli Oceani, incluso il Mediterraneo.

- www.greenpeace.it

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08 maggio 2008
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