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Grillo, semplicemente Grillo!

Bufera e polemiche dopo il comizio di Beppe Grillo a Palermo, a sostegno del candidato sindaco Riccardo Nuti

30 aprile 2012

Nella sala gremita di giornalisti, all'hotel Cristal Palace, è arrivato quasi un'ora dopo la prevista conferenza stampa, perché prima doveva andare in camera a farsi una doccia. Poi, Beppe Grillo, si è avvicinato al tavolo e subito ha attaccato: "Ma cosa volete ancora da me? Avete tutti i comizi che ho fatto, cos'altro devo dire?". Passano pochi secondi e va alla carica contro tutti, dal Capo dello Stato ("non parli di demagoghi lui che non è stato eletto dai cittadini"), al Presidente della Camera Gianfranco Fini che definisce "una salma", poi se la prende con i giornalisti: "Anche voi avete avuto un finanziamento di un miliardo di euro".
A Palermo, ovviamente, è arrivato il solito Beppe Grillo a sostenere il candidato sindaco Riccardo Nuti, del Movimento cinque stelle. Prima del comizio di piazza Croci, gremita fino all'inverosimile, ha incontrato la stampa, anche se dice ai giornalisti che gli fanno domande: "Cosa volete, non vi ho invitati io…". Poi, quando un cronista gli chiede se il Capo dello Stato, Giorgio Napoletano ce l'abbia con lui, dopo averlo definito "demagogo di turno", senza mai citarlo direttamente, Grillo replica seccamente: "Napolitano non ce l'ha con me. Ma deve fare il Presidente della Repubblica al di fuori di tutto, non può dire 'i demagoghi di turno'. Noi siamo un movimento politico con 150 eletti nei comuni. Lui non è stato eletto dai cittadini".

Nelle sue parole poi finalemente è spuntata la Sicilia: "Il cambiamento partirà dalla Sicilia che subisce una emorragia drammatica di giovani. E' una terra che soffre particolarmente per quanto sta accadendo e saprà reagire. Non sappiamo quanto prenderemo. Di certo noi non mandiamo 350 mila lettere agli elettori (come Leoluca Orlando, ndr), disboscando un pezzo di Valle D'Aosta. Con noi i cittadini vanno su internet. E i nostri amici in campo sono cittadini normali che lavorano da 5/6 anni tra la gente, nella città sui temi concreti".
Poi ha ricordato ancora di avere chiesto "i nomi dello Scudo fiscale. Non possono mettere tasse, Imu e altri balzelli e fare uno scudo fiscale del 5 per cento - dice - Oggi ho chiesto la pubblicazione dei nomi di chi sono questi che ci stanno portando al macello. Questo paese è al macello e noi vogliamo sapere chi sono i nomi dei macellatori che hanno evaso le tasse e portato il loro tesoretto all'estero. Prima di portare il Paese alla miseria per salvare lo spread e gli sprechi immani dei partiti nell'ultimo ventennio, che ci hanno regalato duemila miliardi di debito pubblico, vorrei sapere i nomi. E' un mio diritto di contribuente, è un diritto di tutti gli italiani che pagano le tasse senza un condono del 5%. E' un diritto di chi ha onorato sempre i suoi impegni di fronte al fisco senza fiatare", ha incalzato Grillo, secondo il quale anche esponenti dei partiti se ne sono avvalsi. "Se due indizi fanno una prova, si può dire in tutta tranquillità che lo Scudo Fiscale è stato usato anche per ripulire i finanziamenti elettorali dei partiti e i conti dei politici. Luigi Lusi, il tesoriere della Margherita dell'inconsapevole Rutelli, li ha fatti rimpatriare dal Canada. Gianluca Pini, parlamentare e leader della Lega in Emilia Romagna, ha fatto un bonifico più ravvicinato, dalla Repubblica di San Marino, di 400.000 euro sottratti al fisco. Le leggi se le votano e se le cantano". "Lo scudo fiscale - ha concluso - è stato voluto sia dal Pdl che dal Pdmenoelle. D'Alema alla domanda sulla sua mancata presenza in aula al voto sulla incostituzionalità dello Scudo Fiscale rispose così: 'Sì, ero assente, perchè avevo una manifestazione e non mi era stato spiegato bene che era un voto importante'. Rigor Montis deve pubblicare i nomi degli scudati. Se andiamo al macello sociale dobbiamo sapere almeno chi ci ha portato! Non ci andremo da soli. Fuori i nomi dei piranha dello Stato, e presto!".

A chi gli ha chiesto se il suo movimento sta togliendo voti agli altri partiti, ha risposto: "Ma togliere voti a chi? Non vedete si stanno dileguando in questa 'diarrea' politica, non hanno nemmeno il coraggio di andare nelle piazze". E riferendosi al Presidente della Camera Gianfranco Fini, che nei giorni scorsi aveva detto: "Beppe Grillo chi?" manda a dire: "Mi domandate di morti...". Grillo ha ribadito anche: "Ci sono marescialli e poliziotti che si stanno iscrivendo al nostro movimento perché non ce la fanno più, si sentono vilipesi perché devono scortare questa gente, questi politici che fanno i burlesque. Ma presto questi politici rimarranno soli, senza finanziamenti, senza giornali, senza scorte e dovranno confrontarsi con i cittadini". E ancora: "La gente è arrabiata. Io dico non arrabbiatevi, faremo un processo, non una Norimberga, un piccolo processo con una giuria estratta a sorte di incensurati e dovranno restituire i soldi e fare i lavori sociali". E poi, quando una giornalista gli dice: "Quando ha finito di darci lezioni, le posso fare una domanda", risponde: "Anche voi prendete i finanziamenti e non siete liberi". E poi conclude: "Pure voi a dire i programmi, dove sono i programmi. Ho organizzato un corso serale, due ore a sera, per insegnarvi ad andare sul nostro sito dove il nostro programma c'è. E poi sono trent'anni che dico le stesse cose".

Discorso chiuso con i giornalisti, Beppe Grillo e corso poi a piazza Croci dove ad attenderlo c'erano migliaia di palermitani. In piazza Grillo non ha parlato di Palermo, dei problemi della città o del candidato a sindaco, ma ha ribadito i soliti concetti già ripetuti nei numerosi comizi fatti in giro per l'Italia.
Dal palco ha attaccato l'ex premier Silvio Berlusconi: "Lo hanno visto a una partita del Milan e mi hanno detto che è irriconoscibile, semba suo zio vecchio, senza trucco"; Mario Monti e il ministro del Lavoro Elsa Fornero che chiama "Frignero" e fingendo di stupirsi che la piazza abbia subito capito di chi stava parlando: "In Calabria non l'hanno mica capito...".
Grillo ha ripetuto che se "tornasse la liretta" staremmo meglio e che l'euro ha ammazzato l'Italia "che rischia di uscire dall'Europa". Molti, moltissimi gli applausi. "Per i rimborsi elettorali non serve una raccolta di firme, basta mettere le mani sul portafogli e restituire quello che hai rubato", oppure: "se tutti pagassero le tasse, gli altri ruberebbero il doppio". E quando ha chiesto alla folla: "chi di voi voterebbe per il Pdl o il Pd" la risposta è stata un  "No" seguito da un sonoro "Vaffanculo". Alla fine ha lasciato il posto alle "facce pulite" che si candidano per il Movimento 5 Stelle in attesa di un nuovo comizio.

Che dire? Il solito Beppe Grillo che questa volta ha scatenato una polemica in più, spostando di una tacca la provocazione. "Palermo è una città che soffre più di altre. Noi abbiamo candidato Totò u curtu e u Malpassotu come vicesindaco, vediamo come va… La mafia non ha mai strangolato i propri clienti, si limita a prendere il pizzo. Ma qua vediamo un'altra mafia che strangola la sua vittima"
La sortita di Grillo su partiti e mafia ha fatto insorgere il Pd che con Nico Stumpo gli ha dato del "ciarlatano". "C'è una crisi economica grave - ha detto -, ma non credo che Grillo ne sappia qualcosa. Come evidentemente non sa nulla di mafia. Anche per lui, in queste ore ricordiamo commossi Pio La Torre che trent'anni fa pagava con la vita la sua lotta alla sopraffazione e alla violenza. Non è negandola che si combatte la mafia, non è con la demagogia che si fa crescere il rispetto dei diritti e dei doveri. C'è in Grillo una povertà culturale che gli italiani non meritano". "Grillo - gli ha fatto eco Claudio Fava di Sel - parla come un mafioso senza essere nemmeno originale. Gli stessi argomenti prima di lui li hanno gia utilizzati Vito Ciancimino e Tano Badalamenti. E come l'ultimo dei mafiosi non ha nemmeno il coraggio di confrontarsi pubblicamente sulle sue patetiche provocazioni".
"Le parole di Beppe Grillo, pronunciate tra l'altro alla vigilia del trentennale dell'assassinio di Pio La Torre, sono uno schiaffo a tutte le vittime di mafia e a chi lotta ogni giorno per il riscatto del mezzogiorno. Si dovrebbe vergognare". Questa la reazione di Flavio Arzarello, della segreteria nazionale del Pdci, che ha aggiunto: "Questa volta è andato oltre i consueti sermoni populisti, ed è in sintonia con chi in questi 50 anni, proprio con questi atteggiamenti, ha assecondato il dominio mafioso".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Lasiciliaweb.it, Repubblica/Palermo.it]

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30 aprile 2012
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