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Guardando il cielo grigio con paura

In Sicilia sono attese piogge rilevanti e, a pochi giorni dalla tragedia sarda e memori delle stragi siciliani, la paura della popolazione aumenta

21 novembre 2013

La strage sarda riporta in primo piano le polemiche sulla prevenzione: una questione che inevitabilmente tocca la Sicilia, regione ad alto rischio idrogeologico e dove già in passato si sono verificati eventi disastrosi.
La Sicilia è tra le regioni italiane che rasentano il 90 per cento di dissesto idrogeologico nel proprio territorio. Spesso lo si ricorda quando è ormai troppo tardi, dopo che un’altra collina è venuta giù travolgendo interi paesi.
Dalla frana storica di Agrigento del 1966 fino alla tragedia di Giampilieri nel 2009, la storia della Sicilia è costellata di drammi che si sarebbero potuti evitare con interventi mirati di prevenzione e dichiarando guerra all’abusivismo edilizio.

Il rischio idrogeologico interessa più del 75% dei Comuni siciliani. Un allarme più e più volte lanciato dall'Ordine dei geologi di Sicilia. "La Sicilia è una terra giovane dal punto di vista geologico, con gran parte del territorio a carattere montuoso o collinare e con litologie facilmente soggette a processi erosivi. Ciò comporta una naturale propensione al dissesto del territorio che si manifesta soprattutto in concomitanza di eventi piovosi di particolare intensità. L’allarme maggiore si registra principalmente nella zona del messinese a causa della conformazione del territorio e delle situazioni geologiche presenti, come terreni affioranti molto alterati dagli agenti atmosferici e molto attivi da un punto di vista tettonico. In parole povere, un paesaggio formato da forti pendenze e poche aree pianeggianti, si pensi alle zone incise dalle fiumare ad esempio".
Un altro allarme è arrivato da Gianvito Graziano, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, che ha spiegato come il territorio sia stato devastato e che finora non sia stata registrata alcuna manutenzione.

I numeri sono preoccupanti: su 390 comuni, ben 277 ricadono in aree soggette a rischio idrogeologico. Lo ha confermato anche Gianluigi Pirrera, presidente della sezione siciliana dell’Associazione italiana di Ingegneria Naturalistica. Da alcune zone di Palermo, fino a Messina, con diversi comuni del Parco dei Nebrodi; da Trapani fino alla costa jonica a nord di Catania, le urgenze si fanno sempre più pressanti. Per non parlare poi del rischio desertificazione concentrato soprattutto tra l’Ennese e il Nisseno, con Villarosa in testa che detiene il record della massima percentuale di rischio di tutta la regione (91,94% del territorio).

La fragilità dei nostri territori dal punto di vista idrogeologico è da imputare anche alla totale derugalation nel costruire. A ricordarcelo è proprio l'alluvione di Giampilieri e quello che esso ha costituito in termini di vittime e distruzione. I geologi siciliani dicono ancora: "Deve cambiare la politica e non soltanto sotto elezioni. Occorre trovare le risorse economiche per fronteggiare i rischi e impiegare le professionalità adeguate ma soprattutto, serve una nuova coscienza civile che inizia dalla scuola, dalla cultura, perché le Scienze della Terra non siano discriminate e tagliate in quanto costi non sostenibili dallo Stato, ma incentivate e supportate da scelte politiche coraggiose e in questo momento storico, forse, anche in controtendenza".

L'attenzione oggi è tutta spostata sulla Sicilia Occidentale. "C’è una moderata criticità. Nel senso che sono previsti e attesi eventi particolari, come le piogge, con rilevanti effetti al suolo - ha detto Giuseppe Basile, responsabile rischio idrogeologico Protezione civile, al TgrSicilia -. La Protezione civile ha il compito di individuare i punti dove possono verificarsi situazione di particolare criticità. Dobbiamo sapere che le previsioni meteo sono previsioni. Non c’è la certezza che in un certo luogo possa cadere quel quantitativo d’acqua. E gli effetti al suolo sono anch’essi sono imprevedibili laddove non ci sono state attenzioni nel valutare le risposte del territorio a un certa sollecitazione della pioggia".

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21 novembre 2013
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