Guerre infinite e centinaia di vittime ogni giorno: le crisi umanitarie che il mondo sembra aver dimenticato
In questi giorni quaranta organizzazioni umanitarie hanno lanciato un accorato appello affinché il mondo non si dimentichi della Somalia: le organizzazioni hanno chiesto alla comunità internazionale e alle parti in conflitto nel Paese del Corno d'Africa di intervenire con urgenza per risolvere la "catastrofica" crisi umanitaria in atto, che coinvolge centinaia di migliaia di somali.
In una nota diffusa da Oxfam (la confederazione di 13 Ong che lavorano in più di 100 paesi per trovare la soluzione definitiva alla povertà e all'ingiustizia), le organizzazioni denunciano che attualmente in Somalia vi sono un milione di sfollati, e che il loro numero aumenta ogni mese di circa ventimila unità a causa del continuo esodo da Mogadiscio, dove ogni giorno le milizie fedeli alle deposte Corti islamiche si scontrano nelle strade con le forze governative e con i loro alleati etiopi. "La crisi che attanaglia la Somalia - scrive Oxfam - si è drammaticamente aggravata, mentre è sempre più difficile per la popolazione accedere ad acqua, cibo e medicinali", a causa dei frequenti attacchi agli operatori umanitari. Per troppo tempo, prosegue il comunicato, "i bisogni della popolazione somala sono stati dimenticati".
L'aumento-record dei prezzi di grano e altri cereali, l'inflazione e la siccità, spiegano i quaranta enti assistenziali coinvolti nell'appello, hanno esarcebato una situazione che peggiorerà ulteriormente se tarderà, come sembra destinato ad accadere, l'attesa stagione delle piogge. In conclusione Oxfam ricorda che sulla strada tra Mogadiscio e Afgoye, lungo la quale sono accampate 250.000 persone, "c'è la più alta concentrazione di sfollati al mondo", e che secondo l'Unicef il Paese africano è per i bambini il peggiore luogo in cui crescere.
Al momento in Somalia, su sette bambini con meno di 5 anni di età, uno è affetto da malnutrizione acuta.
Ma non è soltato la Somalia ad essere stata “dimenticata” dal resto del mondo. Medici senza frontiere, l'associazione Nobel per la pace nel 1999 attiva in oltre 60 Paesi per soccorrere le popolazioni vittime di guerra, malattie e catastrofi, ha infatti monitorato anche quest'anno tutte quelle crisi umanitarie ignorate dagli organi di informazioni.
La più dimenticata è risultata essere la Repubblica Centrafricana: nemmeno una notizia sui tg nell'ultimo anno. Eppure gli scontri tra forze governative e ribelli hanno provocato nel nord del Paese ondate di profughi stremati da fame e malattie. Poco meno buio sulla vicina Repubblica democratica del Congo: mentre il conflitto continua a infuriare nell'est del paese, alle migliaia di sfollati che lottano con il colera sono stati dedicati cinque servizi in 12 mesi: una media di uno ogni 73 giorni.
Nel suo quarto rapporto sulle “Crisi Dimenticate”, la triste pole position spetta alla Somalia, che nonostante i suoi sfollati in fuga dalla guerra e il tasso di violenza tra i peggiori degli ultimi 15 anni, ha visto gli aiuti umanitari e l'attenzione dei media diminuire sempre di più. Nell'ombra anche un altro Stato al collasso, lo Zimbabwe, dove disoccupazione dilagante, inflazione alle stelle, carenza di cibo e instabilità politica hanno messo in fuga un abitante su 4. In classifica sono finite piaghe ancora insanate come tubercolosi e malnutrizione infantile. E se grazie alle iniziative di sensibilizzazione il Darfur esce dalla top ten, vi permangono invece Sri Lanka, Colombia, ex Birmania, e Cecenia.
Ma al di là dei dati sui singoli Paesi, stupisce il complessivo calo dell'interesse mediatico per queste tematiche: nei telegiornali Rai e Mediaset le notizie sulle crisi umanitarie nel corso del 2007 passano dal 10% del totale delle notizie (dato 2006) all'8% (6426 notizie su un totale di 83.200). “Non raccontare la sofferenza di milioni di profughi, di bambini che muoiono di fame, di feriti e mutilati, di donne violentate equivale a dire che tutte queste persone e le loro sofferenze non esistono - racconta amaro Kostas Moschochoritis, direttore di Msf Italia -. La nostra speranza è che i media italiani accettino di raccontare le crisi umanitarie, nella consapevolezza che raccontarle sia il primo passo per affrontarle e risolverle”.
E come negli anni scorsi anche questo rapporto mette in luce la tendenza dei nostri media a parlare di contesti di crisi solo quando sono riconducibili a eventi o personaggi italiani o comunque occidentali. Emblematici in questo senso sono la crisi in Somalia, di cui si parla soprattutto in concomitanza di vertici politici con presente il governo italiano o dell'omicidio di Ilaria Alpi. Oppure la guerra in Sri Lanka che conquista spazio esclusivamente in occasione del ferimento dell'ambasciatore italiano. E ancora la Colombia che entra nell'agenda dei notiziari soprattutto per il sequestro della Betancourt. In questo Paese il conflitto tra governo, gruppi guerriglieri come Farc ed Eln e gruppi paramilitari ha provocato la fuga di oltre 3 milioni di persone, portando la Colombia al terzo posto tra i paesi con il più alto numero di sfollati dopo Repubblica Democratica del Congo e Sudan. Alla tubercolosi, che ogni anno provoca due milioni di vittime, e a cui nel 2006 erano state dedicate solo tre notizie, nel 2007 i TG hanno dedicato 26 notizie, di cui tuttavia ben 15 sulla vicenda di un americano affetto da una forma di tubercolosi resistente ai farmaci che viaggiava in aereo tra Stati Uniti ed Europa.
Il Darfur, dove il conflitto tra il governo del Sudan e i diversi gruppi di opposizione armata ha provocato lo sfollamento di oltre due milioni di persone dal 2004, ha visto una copertura mediatica maggiore rispetto al 2006. Le notizie, tuttavia, erano soprattutto relative a iniziative di raccolta fondi e di brevi visite di personaggi celebri del mondo dello spettacolo. Alla malnutrizione, che ogni anno uccide 5 milioni di bambini sotto i 5 anni, sono state dedicate solo 18 notizie, la maggior parte delle quali in relazione a generici appelli del Papa conto la fame nel mondo. All'Aids, che uccide due milioni di persone ogni anno, 54 notizie. Alla malaria, che ne causa una ogni 3 secondi, solamente 3.
[Informazioni tratte da Repubblica.it e dall'articolo di Alessandra Muglia pubblicato sul Corriere.it]