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Hai fatto il tuo bel tuffo tra i liquami?

Già vi manca il dolce sguazzare? Consolatevi, perché probabilmente eravate a mollo tra acque reflue

02 settembre 2015

[Articolo di Michela Dell’Amico, Wired.it 26 agosto 2015] - Dopo 13 giorni dalla scoperta del disastro - 13! - la falla nel mare di Ischia è stata aggiustata, e adesso i liquami di migliaia di abitanti torneranno a sversarsi senza filtro alcuno a un km circa dalla costa. Enormi i danni d’immagine, (quelli ambientali restano gli stessi anche senza falla), per una terra che combatte il problema almeno da 40 anni.
Sono 817 i Comuni italiani dove mancano i depuratori delle acque reflue - sì, 3 italiani su 10 non sono allacciati a fognature o depuratori - motivo per cui lo scorso marzo abbiamo ricevuto un ultimatum dalla Ue - più precisamente un parere motivato, passo che precede il deferimento - con un’enorme multa in arrivo (si parla di circa 10 milioni di euro, più 650mila euro per ogni ulteriore giorno di ritardo dalla sentenza, fino a compimento dei lavori, più la sospensione dei finanziamenti europei). Stime governative parlano di 480 milioni di euro l’anno dal 2016 fino a opere completate.

Ma del resto il problema è il solito e ben conosciuto da oltre 25 anni, e riguarda anche altri Comuni che un depuratore ce l’hanno, ma che non sono in regola con i controlli e le certificazioni.
Al centro dell’azione della Commissione Ue ci sono, tra le altre, città come Roma, Firenze, Napoli e Bari, e una ventina di enti locali tra i quali l’Abruzzo, la Basilicata, la Calabria, la Campania, la Puglia, la Sardegna, la SICILIA (leggete qui un approfondimento sulla scandalosa situazione siciliana), ma anche Bolzano, l’Emilia Romagna, il Friuli Venezia Giulia, l’intero Lazio, la Liguria, la Lombardia (in Friuli e Lombardia il 30% della popolazione non è allacciata), le Marche, il Piemonte, la Toscana (leggete qui cosa si è appena scoperto in Toscana, o anche qui per la costa nord) , Trento, l’Umbria, la Valle d’Aosta e il Veneto.

Dove il problema non si riversa in mare, danneggiando ecosistemi e inquinando il nostro pesce, mina le sorgenti d’acqua potabile. Un danno incalcolabile per le generazioni future, una vergogna per il nostro Paese, che pure non ne parla, non lo evidenzia, non lo studia. A parte qualche trafiletto - come è successo per Ischia - se ad essere interessata è, in agosto, una costa così famosa. Anche questa è una vergogna, ma la protesta dovrebbe partire anche da noi: il nostro silenzio, col culo a mollo nell’acqua, è colpevole e autolesionista, per una dramma che riguarda l’ambiente e il turismo, ma anche direttamente la sanità pubblica.

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02 settembre 2015
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