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Heimat 3 - Cronaca di una svolta epocale

Il terzo monumentale capitolo della saga di Edgar Reitz. Un grande affresco sul '900

03 maggio 2005


 





Noi vi segnaliamo...
HEIMAT 3 - Cronaca di una svolta epocale
di Edgar Reitz

Con questo terzo monumentale film (la durata complessiva è di 680 minuti) si conclude il grande affresco cinematografico sul 900 di Edgar Reitz, che riprende i personaggi di  Heimat e Heimat 2 - il direttore d'orchestra Hermann Simon e la cantante Clarissa Lichtblau - seguendoli nell'ultima parte del secolo, dalla caduta del muro di Berlino ai giorni nostri.
Divisa in 6 film, questa nuova mastodontica impresa cinematografica verrà presentata nei cinema nell'arco dei prossimi mesi.
Con una messa in scena classica, alternando colore e b/n, Edgar Reitz ridefinisce perfettamente il termine "heimat" (paese natale, patria) confrontandolo con la nuova Germania, quella che guarda al futuro, tentando una difficile riconciliazione con il passato.


Distribuzione Mikado
Durata 113'
Regia Edgar Reitz
Con Henry Arnold, Salome Kammer, Michael Kausch, Matthias Kniesbeck
Genere Drammatico

La critica
''E' una potente metafora - portare l'est in occidente - a sorreggere la struttura narrativa di 'Heimat 3' che, in un crogiolo di vari dialetti, inizia con grandi eventi pubblici e termina nella festa di fine millennio. Insomma si tratta di un complesso viaggio dal Pubblico al Privato, dove si abbandona piano piano la Storia o l'attualità politica, e lungo cui incontriamo il crollo delle speranze democratiche dell'Unificazione, l'espandersi del capitalismo selvaggio nei nuovi Länder, l'affievolirsi delle spinte ecologiste e pacifiste, il trionfo della globalizzazione e della mediocrità arrivista. Reitz non si sente più a casa nella Nuova Germania schroeteriana e non lo nasconde affatto: se da tempo si parla in patria del fenomeno della nostalgia per l'est, dopo 'Heimat 3' forse si potrà iniziare parlare di nostalgia per l'ovest, per la vecchia Repubblica Federale di un tempo. (...) Venato da una certa nota di pessimismo attenuato da sprazzi umoristici, il film di Reitz, alterna, allora, inevitabilmente, indubitabili momenti straordinari a qualche pausa narrativa più debole e dove comunque ogni spettatore è libero di pescare le storie o i personaggi preferiti. Se si è sfiorato l'obiettivo del primo ciclo per cui un villaggio sperduto come Schabbach si trasformava nello specchio veritiero del pianeta terra, questa 'Heimat 3' sembra comunque invitarci ad una salutare pausa di riflessione sulla Germania e l'Europa di oggi. Parafrasando un titolo dell'amico Kluge: 'tedeschi sotto la tenda del circo: perplessi' ''.
Giovanni Spagnoletti, 'Il Manifesto', 9 settembre 2004

''Insomma una saga non solo tedesca ma europea, che avrà altre 5 puntate per crescere e svilupparsi. Ne riparleremo, sperando che in tempi di clip e sms ci sia ancora qualcuno disposto a investire tempo in un gioco così impegnativo. Ed emozionante''.
Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 4 marzo 2005

''È diventato un evento culturale che ha cambiato il rapporto tra cinema e tv, un'avventura produttiva e narrativa unica iniziata vent'anni fa quando uscì il primo ciclo. Con 'Heimat' il regista tedesco Edgar Reitz è entrato nella storia del cinema per come ha fatto incontrare la cultura alta e le modalità del consumo popolare, interagire la serialità televisiva e il grande romanzo ottocentesco. (...) Sensazioni ed emozioni sono diversificate dal grande Thomas Mauch attraverso un pregevole uso del bianco e nero e del colore''.
Alberto Castellano, 'Il mattino', 5 marzo 2005

''Difficile rendere conto dell'imponente sfondo su cui si affaccia 'Heimat 3' del tedesco Edgar Reitz. Dei primi anni 80 erano gli 11 episodi del primo 'Heimat' e dei primi 90 i 13 del secondo: i 6 di oggi completano una saga di oltre cinquanta ore che conferma al regista 73enne la patente di innovatore. Per due ragioni. La prima di linguaggio: con questo atto di fiducia nel romanzo per immagini Reitz ha rivoluzionato i dogmi sulla durata e mischiato le carte tra prodotto (e destinatario) cinematografico e televisivo, come prima di lui Ingmar Bergman, come Fassbinder e Kieslowski, come Giordana di 'La meglio gioventù'. La secondo riguarda il tema e la storia tedesca''.
Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 11 marzo 2005

''La quarta puntata della terza parte della saga tedesca di Reitz, autobiografia millenaria, torna ai protagonisti, il direttore d'orchestra e la cantante, impegnati in un match coniugale da Bergman, ritrovando la vena di soap storica e sociale con adulterio in vista e crisi collettiva. Il tema della famiglia riannoda le fila del racconto''.
Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 16 aprile 2005

- Film composto da sei episodi della durata 89' (circa) ciascuno: "Il popolo più felice della terra'', 1989 (Das glucklichste volk der welt); ''Campioni del mondo'', 1990 (Die weltmeister); ''Arrivano i russi'', 1992/93 (Die russen kommen); "Stanno tutti bene'', 1995 (Allen gesth's gut); ''Gli eredi'', 1997 (Follow me); ''Congedo da Schabbach'', 1999 (Abschied von Schabbach).
- Christian Reitz ha curato la fotografia del 5° e 6° episodio
- Location: Rheinland-Pfalz, Berlino, Monaco, Dresda, Leipzing, Colonia, Heidelberg, Roma e  Amsterdam
- Evento speciale alla 61ma Mostra Internazionale del Cinema di Venezia (2004) nella sezione ''Orizzonti''

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03 maggio 2005
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