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Hey, Teacher, leave those kids alone! Il bullismo dilagante e le diverse concezioni europee delle regole scolastiche

04 aprile 2007

Ancora violenze in aula, e queste ancora su YouTube. Il servizio di file-sharing è diventato oramai la vetrina mediatica preferita dai ''bulli'', che mettono a disposizione di tutti i video che riprendono le loro bravate. Su YouTube però di ''cattivi'' non si trovano solo alunni, ma anche professori, alcuni dei quali si comportano come gli alunni che dovrebbero educare. Le prove? Le riprese coi ''videofonini'' che continuano a rimanere accesi in classe.
Ci si chiede, allora: casi di bullismo alla rovescia? o, più probabilmente, risposte esagerate alle continue provocazioni dei ragazzi?
A parte qualche bufala (una delle quali smascherata da Striscia la Notizia), purtroppo la violenza non è sempre simulata: ieri in provincia di Salerno, una studentessa 17enne è stata ricoverata in ospedale per le botte ricevute dai suoi compagni di classe.
Ma l'emergenza bullismo di certo non dovrebbe giustificare il comportamento degli insegnanti mostrato dai video comparsi da qualche settimana su YouTube.

Si va dalla violenza verbale del professore di Sassari che, esasperato dal chiasso che fanno gli alunni, si lascia scappare una bestemmia, agli abusi, in qualche caso umilianti. Come il professore di filosofia che costringe uno dei suoi studenti a inginocchiarsi, di fronte a tutta la classe, e a rendergli omaggio. Il tutto filmato, a insaputa dell'insegnante, dai suoi compagni.
E su YouTube sembra si possano trovare anche espisodi più gravi. In cui la violenza non è più né verbale né psicologica, ma fisica. Insomma, i professori alzano le mani. Come l'insegnante che, esasperato dalle prese in giro di tutta la classe, dà un paio di ceffoni al suo alunno più scalmanato.

Insomma, la violenza genera violenza, e noi ricordandolo abbiamo scoperto l'acqua calda.
Acqua tiepida invece sembra l'ultima trovata del ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, che nella battaglia contro il bullismo, che sembra essere diventata tutta personale, ha pensato di lanciare lo ''School Day''. Cosa dire, sentivamo proprio la mancanza dell'ennesimo ''day'' da onorare.
La ''giornata dell'orgoglio scolastico'', lanciata dal ministro si dovrebbe svolgere lasciando per un giorno le porte aperte delle scuole Italiane. Gli istituti mostreranno il loro lavoro a cittadini e amministrazioni locali, cosicché tutti possano vedere che nelle scuole non ci sono solo bulli e telefonini, ma docenti, studenti e operatori che costruiscono il futuro del paese.

In Gran Bretagna invece, seppur famosa per il suo compostissimo british style, i modi per contrastare il bullismo sono tutt'altro che compiti. Infatti il governo Blair nei giorni scorsi ha deciso di dare il classico giro di vite per quel che riguarda il comportamento degli alunni nelle scuole: maestri e professori sono stati autorizzati a fare ''un uso ragionevole della forza'' in risposta al comportamento ''inappropriato'' degli studenti.
Insomma, nelle classi inglesi finisce il sessantotto. Gli studenti non potranno più rispondere all'insegnante con un'alzata di spalle e con il classico e menefreghista ''you can't tell me what to do'' (lei non può dirmi che cosa devo fare). Gli insegnanti potranno utilizzare la forza nel caso di zuffe a scuola se esiste il fondato timore che qualcuno possa farsi male. E avranno il diritto di procedere a perquisizioni corporali se sospettano che qualcuno abbia portato a scuola coltelli, bastoni o pistole. Il giro di vite permette a maestri e professori anche il sequestro di telefonini e di ipod e la somministrazione di punizioni come l'obbligo di passare ''in detenzione'' a scuola il sabato - quando ufficialmente non ci sono lezioni - senza dover chiedere il preventivo nulla-osta delle famiglie.
''La maggior parte dei ragazzi - ha messo in risalto il ministro britannico dell'Istruzione Alan Johnson - si comporta bene in classe ma vogliamo prendere provvedimenti contro gli elementi di disturbo che mancano di educazione e rispetto e rendono penosa la vita degli insegnanti. Adesso i docenti hanno chiaramente il potere legale per agire rapidamente e decisamente. Chi sgarra può aspettarsi di essere punito come si merita''.

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04 aprile 2007
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