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Homemade Future

Alle Fabbriche Chiaramontane di Agrigento un grande mostra di Elio Marchegiani

31 gennaio 2013

Una scimmia guarda al domani e cerca "una nuova Terra" attraverso un cannocchiale ottocentesco da marina. S’intitola "Alla ricerca del pianeta" ed è l’installazione-metafora di Elio Marchegiani che, con la consueta ironia, introduce a "Homemade Future", la mostra che le Fabbriche Chiaramontane di Agrigento dedicano al maestro originario di Siracusa e vissuto a Livorno.

È una antologia scelta, quella operata da Marco Meneguzzo, curatore della mostra. I trenta grandi lavori, datati dal 1963 ad oggi, consentono di ripercorrere tutta l’eclettica attività di Marchegiani, che lo ha visto protagonista di molte stagioni d’avanguardia sia a Roma - dove esponeva presso Gaspero Del Corso alla "galleria dell’Obelisco" - che a Milano, la cui galleria di riferimento era la famosissima "Apollinaire" di Guido Le Noci.
Tra gli anni Sessanta e Settanta Marchegiani ha prodotto opere memorabili, strettamente legate ai linguaggi artistici più innovativi. Come scrive Marco Meneguzzo in catalogo: "... ironia, eclettismo formale ma non sostanziale, attenzione enciclopedica verso il mondo degli oggetti, concetto di produzione e lavoro, attitudine etica ("fare per far pensare" è il suo motto preferito), senso del magico, vocazione alchemica, collezionismo di idee sono sempre presenti, anche se in gradazioni diverse nel corso del tempo, in tutti i suoi lavori...".

Dalla programmazione cinetica alla visionarietà pop, dalle "gomme" - che vivono come una vera e propria pelle umana - alle note "grammature di colore" (dal 1973) che lo hanno proiettato nell’ambito della "pittura analitica", dalle opere con vetri dicroici (che proiettano contemporaneamente due ombre colorate) alle ultime piene di riferimenti naturalistici, per giungere alla straordinaria installazione "Alla ricerca del pianeta" (opera in progress 2000-2013) dove tassidermia, enciclopedismo e ironia convergono nel risultato metaforico di una scimmia che cerca la terra nuova attraverso un cannocchiale ottocentesco da marina. Tutto parla, dunque, di una grande fantasia imbrigliata in un linguaggio artistico sempre mutevole e al contempo costantemente caratterizzato da forti intenti metaforici e morali.

La mostra di Marchegiani, organizzata dall’associazione Amici della Pittura Siciliana dell’Ottocento presieduta da Antonino Pusateri, apre il calendario 2013 delle Fabbriche Chiaramontane di Agrigento. "Una nuova sfida - dice Pusateri - che in occasione dell’inaugurazione annuncerà il programma delle attività per l’anno in corso - per l’associazione nell’ambito del decennale progetto di ricerca, riscoperta e valorizzazione dell’arte moderna e contemporanea siciliana".
Alla mostra "Homemade Future" è dedicato un catalogo bilingue riccamente illustrato, edito da Silvana Editoriale, con un lungo saggio del curatore e ampi apparati scientifici realizzato in collaborazione con l’Archivio Elio Marchegiani e il coordinamento di Arianna Baldoni.

Homemade Future sarà visitabile alle FAM fino al prossimo 7 aprile con ingresso gratuito.
Gli spazi delle Fabbriche Chiaramontane sono aperti da martedì a domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20. Chiusa i lunedì. L’ingresso è gratuito.
[www.fabbrichechiaramontane.com]

Biografia di Elio Marchegiani - Nasce a Siracusa nel 1929. Inizia a dipingere da autodidatta. Nel suo periodo informale, dopo l'incontro con Mario Nigro, inizia ad organizzare mostre ed incontri culturali, ma è la conoscenza e l'amicizia con Gianni Bertini che gli suggerisce di lasciare la provincia per Parigi, Milano, Roma, Bologna (a Pianoro Vecchio) e, in estate, lo studio nelle isole di Favignana e di Ischia. Nel '59 partecipa all'VIII Quadriennale di Roma. A Firenze fa parte del "Gruppo 70", iniziando una solidale amicizia con Giuseppe Chiari. L'attenzione a Giacomo Balla, Marcel Duchamp e Lucio Fontana ed ai legami fra scienza ed immagine costituiscono la base del lavoro che, negli anni sessanta, sarà gestito da Guido Le Noci della Galleria Apollinaire a Milano e da Gaspero del Corso della Galleria L'Obelisco di Roma. Insegna dal 1969 all'Accademia di Belle Arti di Urbino "Tecnologia dei materiali e ricerche di laboratorio" successivamente sarà nominato alla cattedra di "Pittura". Dirigerà detta Accademia dal 1983 al 1988.
Nel 1968 è alla Biennale di Venezia insieme alla ricostruzione di "Feu d'artifice" e i fiori futuristi ed altre opere lasciate da Giacomo Balla incompiute o con la scritta: "Ricostruiteli con i materiali della vostra epoca". Nel 2001 il Museo Teatrale alla Scala lo invita con la sua ricostruzione di "Feu d'artifice", riportata poi in grandezza originale per la mostra "Sipario" al Castello di Rivoli nel '97, esposta anche nel 2005 al MART di Rovereto nella mostra "La danza delle Avanguardie" ed anche a Palazzo Reale di Milano nel 2009 nella mostra "Futurismo 1909-2009 - Velocità+arte+azione".

Dopo la ricerca sul movimento e la luce e la ricostruzione di Feu d'Artifice l'idea di "tecnologia come poesia" lo porta ad un'analisi ancora più attenta del suo lavoro con opere ed ambientazioni; la serie delle Gomme, destinate a morire nel tempo, (eseguite tra il '71 e il '73) portate anche alla Biennale di Venezia del 1972 con la ricostruzione in scala del campanile di San Marco che precede il periodo in cui si dedica alle "Grammature di colore" e alle ricerche sui supporti (Intonaco, Lavagna, Pelle, Pergamena esposte allo Studio Sant'Andrea di Milano da Gianfranco Bellora col quale ha avuto un lungo sodalizio). Una "Grammatura di colore" è attualmente esposta nella Collezione Arte Contemporanea Italiana alla Farnesina (Ministero degli Esteri, Roma) ed altre in vari Musei Italiani ed Esteri.

A Parigi alla FIAC '85 a '86 riceve una committenza franco-americana con installazioni definitive a Parigi nella Il Saint Louis, al Castello di Blois sulla Loira e successivamente a New York e San Francisco. Nel 1986 Giorgio Celli lo invita alla Biennale di Venezia "Sezione Biologia". Nel 1997 partecipa alla mostra "Dadaismo Dadaismi - da Duchamp a Warhol - 300 capolavori" a Palazzo Forti di Verona, con l'opera "Deus ex machina, 1965" invitato dal curatore Giorgio Cortenova. Nel 1998 il Comune di Livorno, nello spazio del Museo Fattori, gli dedica un'ampia antologica che comprende le opere più significative dei diversi periodi della sua ricerca artistica con la pubblicazione di un catalogo dal titolo: "Fare per far pensare", logo del suo lavoro. Ed ancora nel 2001 è presente al Ministero degli Affari Esteri, nella "Collezione di artisti del XX Secolo alla Farnesina" a cura di Maurizio Calvesi che nel 2007-08,sempre con una "Grammatura di colore" lo invita al "Viaggio nell'arte italiana - cento opere dalla Collezione Farnesina" mostra itinerante nell'Europa Orientale e nell'America Latina. Nel 2004 alla Mole Vanvitelliana di Ancona partecipa alla mostra "Riflessi nell'arte" ed al XXI Premio Sulmona, invitato da Giorgio di Genova, riceve il Primo Premio. Nel marzo 2007 una mostra antologica nel Convento del Carmine di Marsala sede dell'Ente Mostra Nazionale di Pittura Contemporanea con la presentazione di Sergio Troisi e la pubblicazione del volume "Linee di produzione 1957-2007" a cura di Carola Pandolfo Marchegiani edizione Carte Segrete, Roma.

Nei mesi di luglio, agosto, settembre del 2010 la mostra antologica alla Torre di Guevara di Ischia con presentazione in catalogo di Massimo Bignardi, edito da Le Rive di Cartaromana.
Nel gennaio 2012 la Galleria Allegra Ravizza Art Projet allestisce la prima esposizione di opere storiche a partire da un progetto del 1971 "La cultura è energia" una mostra in 5 azioni tenutasi alla Galleria Apollinaire di Milano con Pierre Restany. La cura di Marco Meneguzzo che in una intervista televisiva dice: Marchegiani è il futuro fatto in casa.
Alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma, nel marzo 2012, partecipa con l'opera "Helios" 1966, ad Arte Programmata e cinetica anni ‘60 e '70 a cura di Giovanni Granzotto e Mariastella Margozzi. Dalla fine del secolo ad oggi, la sua attività è rivolta ad opere tridimensionali ed ambientali, ed al suo "Fare per far pensare" dedito ad un'attenzione al mondo esterno, nella costante convinzione che l'artista debba raccontare anche la propria epoca.
[www.eliomarchegiani.com]

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31 gennaio 2013
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