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I bambini sono gli unici interlocutori possibili...

Lo scrittore e regista Silvano Agosti in Sicilia. L’incontro con Emanuele Grosso

26 aprile 2013

"La vita è un miracolo inutile"
di Emanuele Grosso (Lasiciliaweb.it, 26/04/2013)

"Una volta un amico mi ha chiesto di occuparmi del figlio di 4 anni per un pomeriggio. L'ho portato al parco e il piccolo Guido mi ha detto 'Guarda che mi metto a correre'. E io: 'Fai pure'. Poi mi ha annunciato: 'Salto nelle pozzanghere e salgo su un albero'. Gli ho risposto: 'Va bene'. Lui era incredulo. Un gelataio gli ha proposto un cono e lui ha rifiutato: 'Fa male ai denti'. Io gli ho suggerito: 'Usa la lingua'. Quella sera il mio amico mi ha telefonato e mi ha incalzato: 'Scusami, ma cos'hai combinato con Guido? Ha appena convocato me e mia moglie e ci ha detto: 'Datemi quello che mi spetta, perché da domani vado a vivere con Silvano'".
"Nello" Agosti vorrebbe parlare solo con bambini, "gli unici interlocutori possibili", perché gli adulti "sono prigionieri e prima di chiacchierare con loro li devi liberare". Ma la piccola folla in ascolto davanti a lui è formata proprio da carcerati della società, una quarantina di ex bimbi quasi tutti con non meno di cinquant'anni sul groppone e una schiavitù alle regole ormai consolidata.
Se non altro per incontrarlo hanno rinunciato alla scampagnata del 25 aprile e si sono radunati in un immenso residence-villaggio-clinica di Troina dove si sentono cori gospel, puoi passare accanto a colossali piscine per cardiopatici e cammini lungo una sequenza infinita di saloni e sale riunioni completamente deserti e sfarzosamente arredati.

All'entrata dell'edificio deputato ad accogliere Silvano Agosti c'è l'insegna "Istituto di ricovero e cura per il ritardo mentale e l'involuzione cerebrale senile". E sarebbe interessante in un simile contesto sapere quanti degli spettatori conoscono questo scrittore e regista i cui film "non vedrete mai, perché in Italia non sono usciti e non usciranno, mentre un solo mio libro è reperibile nei negozi".
Nemmeno lui sa com'è finito in un paese in provincia di Enna dove l'ultranovantenne don Luigi Ferrauto, l'uomo che ha creato questa cittadella, lo ha invitato per il seminario "Dall'impotenza alla creatività"; chissà perché lo hanno intitolato così, visto che il settantacinquenne Silvano - che si fa dare del tu da tutti - è lì per raccontare quello che ha sempre raccontato negli ultimi anni.
"Oggi pomeriggio abbiamo messo su un evento, ma io ero tentato di restarmene in disparte. A poco a poco voi avreste cominciato a parlare e a conoscervi e il vero evento sarebbe stato questo", folgora subito la combriccola piuttosto eterogenea, tra maestre di capoeira, critici cinematografici che martellano senza pietà disorientati vicini di sedia e anziani fotografi incalliti.
"Molto raramente ho incontrato qualcuno che mi ha detto: ho il destino che volevo. Siete governati da pochissime persone che si sono chieste come sottometterne miliardi. La risposta è stata: facendo credere a tutti che se non lavorano non mangiano. E' incredibile che l'essere umano sia ingabbiato per 9 ore al giorno in qualcosa che gli viene imposto; è una farsa ignobile che ha un unico scopo repressivo, serve per controllarci. E' facile calcolare che se lavorassimo per tre ore saremmo triplamente produttivi. Tutti voi a tre anni siete stati dei capolavori assoluti, poi siete stati sottomessi e costretti a fare quello che impongono gli altri. Come la tortura della scuola: un bambino vuole giocare, invece è costretto a stare 5 ore fermo. Veniamo domati. E ci dimentichiamo di quale meraviglia sia il nostro corpo, non sappiamo quanto sia perfetto e come sia bello amare. Purtroppo siamo disabilitati, la vita è un miracolo che ci viene inutilmente offerto".

Tutti pilastri del suo libro più famoso, "Lettere dalla Kirghisia" (video), e dei film che a stento "Fuori orario" si azzarda a trasmettere per far concorrenza al "Consorzio Nettuno". "Nessuno dei miei 12 lungometraggi è finito nei cinema - dice dichiarandosi "spacciatore di vita" e mostrando l'incredibile intervista a un bambino che parla di sesso in "D'amore si vive" (video) - perché molti anni fa ho osato sostenere che un uomo e una donna dovrebbero stare in coppia vivendo ognuno nella propria casa. L'amore non è mica una questione edilizia".
Un concettuccio già ai limiti della sopportabilità per i seguaci di don Luigi. Una prof si lancia in una difesa della scuola. "Io ho avuto l'enorme fortuna di non esserci andato fino a 13 anni - le risponde regalandole un libro "che convince tutti" -. E mi sono sempre chiesto il perché delle cose. Me lo chiedo anche adesso".
Le tre ore sono una successione di aneddoti e brandelli cinematografici. "In tutti i miei film le colonne sonore sono composte da Piovani o Morricone, che è un bambino di 6-7 anni, ve lo assicuro. In tutti tranne 'Uova di garofano'. Un giovane molto naif venne da me e mi disse: 'Suono con Ron, mi fai fare la colonna sonora? Gli chiesi di farmi ascoltare qualcosa e mi portò una musica meravigliosa che ricordava Mahler. Ho passato tutta la vita a chiedermi come avesse fatto a comporla".
Il finale è apocalittico: "Nel 1970 ne 'Il segreto' ho cercato di anticipare gli eventi storici fino al 2026. Finora ho indovinato ogni cosa. In questo momento ci sono due miliardi e mezzo di esseri umani in esubero, i potenti devono decidere se è più conveniente mantenerli o eliminarli. Secondo me sceglieranno la prima soluzione e ci ritroveremo con una quantità immane di persone senza lavoro completamente impazzite. Speriamo che almeno io mi sbagli sulla conclusione del film".

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26 aprile 2013
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