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I barconi dei bambini

Complicata operazione di salvataggio a sud di Capo Passero: soccorsi 2 barconi con a bordo 100 bambini

20 maggio 2014

Sono oltre 100 i bambini a bordo delle due imbarcazioni soccorse ieri dalla Marina Militare a sud di Capo Passero e le cui operazioni sono state interrotte nella notte a causa del maltempo. Sulle imbarcazioni mancava qualsiasi dotazione di sicurezza e i soccorritori hanno quindi distribuito salvagenti. Le operazioni di soccorso continueranno oggi.

Ieri l'elicottero di bordo della fregata Grecale ha localizzato due imbarcazioni di legno con numerosi migranti a bordo. Uno dei due natanti per una avaria era trainato dall'altro. Le proibitive condizioni del mare hanno portato all'intervento della Marina con la distribuzione dei salvagenti e all'inizio del trasbordo dei migranti a bordo della fregata Grecale e del pattugliatore Foscari intervenuto in assistenza.
Le operazioni sono continuate durante tutta la notte, grazie anche all'assistenza fornita da alcune navi mercantili, fino all'imbarco sulle navi della Marina dando precedenza alle donne e ai numerosi bambini. Visto il peggiorare delle condizioni del mare, già proibitive, per la sicurezza del personale e dei migranti durante la notte si è deciso di fermare le operazioni di trasbordo nell'attesa di un miglioramento meteo. Le navi sono rimaste in prossimità dei natanti e oggi completeranno l'imbarco dei migranti.

Tantissime giovani vite salvate, dunque, mentre è impossibile togliersi dalla mente le immagini che nei giorni scorsi Repubblica.it ha voluto pubblicare: il video dei sommozzatori intenti nelle operazioni di recupero dei corpi delle vittime del naufragio dello scorso 3 ottobre a Lampedusa. Una delle delle più grandi tragedie del Mediterraneo.
Attilio Bolzoni, cronista di lungo corso, per introdurre quelle immagini durissime e sconvolgenti ha scritto: "Ma li avete visti, li avete visti davvero questi corpi? Guardateli da vicino per favore, guardateli e diteci se abbiamo visto bene anche noi, diteci se c'è un uomo che stringe con le sue braccia una donna, se ci sono due neri stesi sulla sabbia - chissà a quale profondità - che sembrano dormire, se c'è un ragazzo a testa in giù e a piedi in su che cerca disperatamente un appiglio per resistere un altro secondo, se c'è una ragazza che non ha volto ma una cintura che luccica anche in fondo al mare. Sembra in posa, come una modella. Una modella morta. Non avrei mai immaginato di ritrovarli così, quelli di cui tanto ho scritto in questi ultimi quindici anni senza sapere nulla e tutto di loro, dei loro viaggi, delle loro paure. Non avrei mai immaginato di ritrovarmeli davanti agli occhi incastrati a prua o a poppa, immobili come manichini, come se stessero ostentando la loro naturale morte. Sì, si può ostentare anche la morte per coloro che sanno di morire, che stanno morendo senza una patria che li ricordi o una famiglia che li pianga, senza una tomba dove riposare e con le scarpe ai piedi. È quello che gridano nel loro silenzio gli uomini e le donne di queste foto, è quello che gridano questi corpi".

"Il mare è pieno di morti". Furono queste le prime parole con le quali una sconvolta Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa, commentò la tragedia. Un incendio divampato a bordo di un barcone carico di immigrati causò allora il naufragio che provocò la morte di 366 persone. Secondo il racconto dei superstiti alcuni dei passeggeri avevano acceso un falò quando l'imbarcazione era in prossimità della costa dell'Isola dei Conigli, con l'intento di farsi avvistare e soccorrere. Le fiamme incontrollate si sarebbero però propagate e sul natante divampò un rogo nel panico generale, spingendo tutti a gettarsi in mare.
Appena una settimana fa, il 12 maggio scorso, a sud di Lampedusa, vicino alle coste della Libia, è affondato un altro barcone colmo di migranti. Diciassette i corpi recuperati - tra cui quelli di due bimbe piccole -, oltre duecento quelli salvati.
Oggi, sono 100 invece i bambini salvati dall’orrore e dalla disperazione. Cento bambini ai quali auguriamo un mondo migliore.

Il video di Repubblica.it

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20 maggio 2014
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