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I beni del "re dei supermercati" rimangono sotto sequestro

Respinta dalla Corte d'appello di Catania la richiesta dell'imprenditore Sebastiano Scuto

30 luglio 2014

Lo scorso giugno la Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la condanna a 12 anni di reclusione (emessa il 18 aprile del 2013) per associazione mafiosa all'imprenditore catanese Sebastiano Scuto, conosciuto come il "re dei supermercati".
Per la Cassazione la decisione sulla condanna - avvenuta a conclusione del processo di secondo grado nella parte che riguarda i presunti contatti tra Scuto e il boss Bernardo Provenzano e i fratelli Lo Piccolo per la gestione comune di centri commerciali a Palermo - sarebbe dovuta tornare ad un'altra Corte d'appello. La Suprema Corte aveva anche disposto l'annullamento della confisca dei beni dell'imprenditore.
In questi giorni la Corte d'appello di Catania ha rigettato la richiesta di dissequestro di parte dei beni di Scuto. Il collegio di difesa ha annunciato ricorso al Tribunale del riesame.
La difesa di Scuto, rappresentata dagli avvocati Guido Ziccone e Giovanni Grasso, ha sempre sostenuto che Scuto avrebbe agito da "vittima di estorsioni da parte delle mafia" e che "pagava il clan per evitare ritorsioni personali".

- La Cassazione annulla la condanna al "re dei supermarket" (Guidasicilia.it, 05/06/14)

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30 luglio 2014
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