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I buoni propositi della Sanità Siciliana

Dopo i troppi casi di presunta malasanità, il sistema sanitario in Sicilia va verso una nuova riorganizzazione

06 aprile 2006

Dopo essere stata segnata da un grave e lungo periodo di malasanità ospedaliera, la Sanità siciliana ha bisogno di riscattarsi, tutelarsi ma soprattutto tutelare i suoi pazienti. La scorsa settimana è stata finalmente attivata la ''cabina di regia'' per il controllo della qualità delle prestazioni sanitarie negli ospedali e nelle cliniche dell'Isola.
Infatti, dopo le 18 morti avvenuti negli ultimi mesi nei nostri ospedali, l'Assessorato regionale alla Sanità diretto da Giovanni Pistorio ha istituito un CCR (Centro di Coordinamento Regionale), grazie a un protocollo d'intesa firmato con la Regione il 27 gennaio scorso.
Il Centro di Coordinamento Regionale è costituito da 16 esperti, 4 di nomina Ministeriale, 5 di nomina assessoriale e 7 provenienti dalla Commissione Regionale per la Sicurezza del paziente.
Non si tratta di una struttura ministeriale di verifica o ispezione, ma di un organismo con quattro compiti specifici: predisporre un ''documento di prescrizioni operative'', una sorta di decalogo comportamentale tecnico, scientifico ed organizzativo che dovrà essere trasmesso a tutte le aziende ospedaliere pubbliche e private convenzionate nonché territoriali dell'isola; preparare un documento per ottimizzare la rete di emergenza siciliana; scegliere le strategie di formazione del personale sanitario; verificare le strutture sanitarie dell'isola servendosi di una Unità Operativa composta da 37 esperti, che faranno sopralluoghi e verifiche incrociate.
Il coordinamento dell'organismo è stato affidato a Adelfio Elio Cardinale, preside della Facoltà di medicina di Palermo, e a Saverio Ciriminna, ispettore generale regionale sanitario.

L'attivazione del CCR dovrebbe, quindi, segnare una forte linea di demarcazione tra la sanità siciliana di ieri e quella del domani.
E a proposito di ''sanità siciliana di ieri'', nei giorni scorsi sono stati resi pubblici i ''numeri'' della nostra sanità tramite un quadro statistico raffigurante l'intero sistema ospedaliero nella regione.
Più di un milione e trecentomila ricoveri nel 2004, di cui 800 mila in regime ordinario e oltre mezzo milione in day hospital. Sono più di 900mila i soggetti a cui sono state erogate un numero complessivo di 6.145.351 giornate di degenza, di cui quasi il 23% in regime di day-hospital (4.741.793 in regime ordinario e 1.403.558 in day hospital).
Complessivamente una spesa complessiva che sfiora i 2 miliardi di euro (1,953 per l'esattezza) per prestazioni ospedaliere ordinarie erogate ed oltre 590 milioni di euro per il day hospital.
I viaggi della speranza (limitando i dati della mobilità extraregionale solo al flusso nel territorio nazionale) sono costati quasi 210 milioni di euro.

Questi sopra elencati sono solo alcuni dei dati principali contenuti nel corposo dossier statistico presentato lunedì mattina a Palermo, nella sede dell'Assessorato regionale alla Sanità.
La ricerca ha avuto come obiettivo il monitoraggio costante del sistema ospedaliero siciliano, sia sotto il profilo della qualità delle prestazioni erogate, sia per fornire la chiave di un possibile e auspicato contenimento dei costi.
Il compendio è nato da una proposta del dirigente dell'azienda ospedaliera S. Elia di Caltanissetta, Vito Melisenna, che ha curato la stesura del progetto, al quale sono giunti contributi di carattere scientifico sia dall'Osservatorio epidemiologico regionale, sia dal Dipartimento fondo regionale sanitario.
Lo studio realizzato utilizza un metodo di raggruppamento dei dati che consente di analizzare in profondità tutto ciò che accade all'interno del sistema ospedaliero: il monitoraggio avviene suddividendo i dati delle singole province. In ogni provincia, vengono creati degli insiemi all'interno dei quali ogni struttura ospedaliera viene incasellata per fascia tecnico qualitativa di appartenenza. Ogni dato rilevato viene classificato con il drg di pertinenza e confrontato con i dati della ''sdo'', la scheda di dimissione ospedaliera, il documento che racconta il percorso di un paziente in ospedale.
Raggruppando questi dati, perciò, si è in grado di verificare i costi per area geografica, per fascia tecnico qualitativa ospedaliera e per patologia riscontrata. Tra i dati raccolti, emerge anche che il 35% dei ricoveri è stato erogato da strutture collocate nella prima classe: policlinici, aziende di rilievo nazionale.

Ma, ritornando ai numeri: sempre nell'anno 2004, negli ospedali siciliani sono stati eseguiti ben 391.729 interventi chirurgici (225.821 in regime ordinario e 165.837 in day hospital) di cui 75.629 con carattere di ''urgenza''. I 225.821 ricoveri ordinari di tipo chirurgico (circa il 28% di tutti in ricoveri), hanno mediamente trascorso 6.28 giorni nella ospedalità siciliana.
Il ricovero medico più gettonato è sempre il parto: tra parto normale e cesareo si sommano all'incirca 81 mila ricoveri per duecentomila giorni di degenza. Subito dopo troviamo 19.865 ricoveri per chemioterapia e 16.624 ricoveri per insufficienza cardiaca.
''Questo strumento di ricerca approfondita - ha spiegato a margine della conferenza stampa l'assessore regionale alla sanità Giovanni Pistorio - serve a conoscere il sistema negli aspetti più reconditi. Ovviamente ci consente di intervenire nei modi più consoni per ridurre le criticità esistenti''.

Parlando dei problemi della sanità siciliana, Pistorio ha sottolineato come lo studio presentato consenta di individuare due livelli di criticità: ''Prima di tutto dobbiamo avere a cuore l'efficienza del sistema che deve essere in grado di erogare servizi di assoluta qualità. Tra i dati emersi dalla ricerca, emergono, ad esempio, le problematiche relative alle malattie cardiovascolari e le neoplasie. Su questi due punti abbiamo lavorato stanziando fondi finalizzati alla lotta della malattia neoplastica e riorganizzando la rete del 118 con dotazione di un pronto-intervento per l'infarto miocardico. Poi, dobbiamo avere il coraggio di razionalizzare la spesa ed andare a incidere su quei settori che dimostrano una rendicontazione eccessiva''.
Pistorio ha concluso il suo intervento sostenendo di non essersi mai sottratto al confronto sui temi della cosiddetta ''malasanità siciliana''. ''Non ho mai parlato di casualità, nonostante anche i dati presentati oggi dimostrano la bassissima incidenza statistica di quegli episodi così radicati nella percezione dell'opinione pubblica. Noi vogliamo rispondere con strumenti seri al problema del rischio clinico. Soprattutto vogliamo migliorare le capacità di organizzazione. Sarebbe sin troppo semplice addebitare alla fatalità o all'errore umano quello che è accaduto. Se esiste un deficit, soltanto una buona organizzazione può far fronte agli effetti di un errore''. Tale buona organizzazione può partire, appunto, con l'attivazione del  Centro di Coordinamento Regionale.

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06 aprile 2006
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