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I cinesi interessati al Ponte sullo Stretto

Sui capitali cinesi pronti a finanziare la mega opera messa in standby anche dal governo Monti

07 novembre 2012

Da giorni circolano voci che parlano di cinesi che sarebbero disposti a investire nella costruzione del ponte sullo Stretto e in altre infrastrutture nel Mezzogiorno. Il presidente della Società Stretto di Messina, Giuseppe Zamberletti ha dichiarato nei giorni scorsi: "Ci sono capitali cinesi pronti a finanziare l'opera", facendo i nomi della China investment corporation (Cic), fondo sovrano di Pechino, e di società di costruzioni come la China Communication and Construction Company (CCCC).
Secondo Enzo Siviero, docente all'Università di Venezia, "nelle scorse settimane a Istanbul c'è stato un incontro fra rappresentanti della Cccc e Giuseppe Fiammenghi, direttore generale della Ponte Stretto di Messina". La Cccc, sempre secondo Siviero, avrebbe presentato un piano, chiamato "Ulisse", per realizzare una piattaforma logistica da Gioia Tauro a Trapani e sarebbe interessata a interventi sulle ferrovie da Napoli in giù, compreso il raddoppio della linea Messina-Trapani.
Il 16 settembre dello scorso anno una delegazione cinese si è recata a Messina, dove ha incontrato rappresentanti della società Ponte Stretto, per acquisire elementi tecnici utili al progetto di attraverso dello Stretto di Qiongzhou.

A chi ha chiesto al ministro per lo Sviluppo economico, Corrado Passera, se ha incontrato gli imprenditori cinesi interessati alla costruzione del ponte, il ministro ha risposto di no. "L’opera non ha ancora trovato la sua completa sostenibilità tecnica e finanziaria - ha aggiunto Passera - Ci siamo dati altri due anni per vedere se ci possono essere capitali privati interessati". (LEGGI)

L'amministratore delegato di Stretto di Messina e amministratore unico di Anas, Piero Ciucci, in audizione alla commissione Lavori pubblici del Senato, ha invece affermato che tra la società Stretto di Messina e la cinese CCCC (China Communication Construction Company) c'è un memorandum of understanding, precisando che "non è un contratto o un impegno, ma testimonia un sentimento di interesse del mercato". "C'è un verbale fatto alla fine di un incontro che c'è stato a Istanbul in cui si afferma l'interesse a realizzare il ponte sullo stretto di Messina".
"L'interesse dei cinesi c'è" ha detto Ciucci. "Sia del Fondo sovrano cinese, già incontrato dall'ex ministro Matteoli", sia "della China Developement Bank della China Bank e della CCCC", che stiamo incontrando noi. La CCCC, in particolare, ha detto Ciucci, "è un grosso operatore industriale ed è interessata sia sulla realizzazione del ponte sia ad un'assistenza finanziaria".

"Ma noi non vendiamo fumo e fintanto che non c'è la possibilità di una trattativa non si può avere l'impegno", ha aggiunto. Riferendosi poi al memorandum con CCCC, Ciucci ha detto che dimostra che c'è un interesse e "adesso dobbiamo andare a verificarlo". "Nessuno firma un contratto in bianco se fino all'altro ieri non era chiara la posizione del Governo - ha proseguito Ciucci - Il decreto dà un percorso preciso tecnico-finanziario".

"Finora il Ponte ha inciso sulle finanze pubbliche per 13 milioni di euro", ma considerato l'apporto di risorse di Fintecna, "il saldo sulle finanze pubbliche è persino positivo", ha detto ancora Ciucci, spiegando che dei contributi a fondo perduto di 1,3 miliardi, l'unica rata erogata è del 2009, pari a 13 milioni. Quelle del 2011 e 2012 non sono mai state erogate. E ancora: "Abbiamo già avviato gli incontri con il contraente generale per avviare le negoziazioni per raggiungere l'accordo integrativo" tra la società Stretto di Messina e il contraente generale Eurolink, che, in base al decreto del 2 novembre, deve essere stipulato entro il primo marzo 2013, "pena la revoca della concessione e dei contratti collegati".
Inoltre, per il ponte non sono più previste penali nel caso di mancata realizzazione dell'opera: "Alla luce del nuovo decreto non si parla più di penali, ma dell'ipotesi di revoca della concessione e di contratti, che prevede il pagamento delle prestazioni effettivamente prestate con una maggiorazione del 10%". Il valore delle prestazioni progettuali fatte è di "80 milioni - ha detto Ciucci - in larga parte già pagate, l'80% è stato infatti pagato dalla società. Più il 10% che equivale a circa 8-9 milioni".

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, GdS.it, Corriere del Mezzogiorno]

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07 novembre 2012
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