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I comuni siciliani dicono basta!

Il 5 maggio a Palermo mobilitazione regionale. "Ogni euro tolto a noi diventa una tassa per i cittadini"

29 aprile 2014

I comuni siciliani sono sul piede di guerra e con lo slogan "Ogni euro tolto ai comuni è un euro di tasse per i cittadini" stampato in un "avviso alla cittadinanza" si preparano alla mobilitazione del prossimo 5 maggio, a Palermo, per fare quadrato contro i continui tagli ai trasferimenti da parte di Stato e Regione che "stanno mettendo in ginocchio le amministrazioni locali, con 190 comuni sopra i 5 mila abitanti non in grado di chiudere i bilanci".
Nel corso dell'assemblea in programma ai Cantieri alla Zisa, sindaci e amministratori provenienti da ogni parte dell'Isola lanceranno ufficialmente il documento elaborato dall'Anci Sicilia "I comuni in dissesto tra riforme mancate ed il baratro finanziario": conterrà alcune proposte rivolte al governo e all'Assemblea regionale per cercare di riequilibrare un sistema che sta cadendo a pezzi.

"I comuni sono sostanzialmente tutti in dissesto, la Regione ci costringe a stare nell'incertezza perenne", ha detto il presidente dell'Anci e sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, presentando l'iniziativa del 5 maggio in conferenza stampa, assieme ai componenti dell'ufficio di presidenza dell'associazione.
Orlando ha spiegato che la mobilitazione non ha un colore politico: "Noi abbiamo un solo partito di riferimento, i nostri comuni". "Non possiamo farci travolgere dal sistema politico regionale che oggettivamente è imploso", ha aggiunto Orlando.
"Le istituzioni regionali stanno precipitando nell'abisso. Al presidente Crocetta che dice di voler andare avanti dico: Si fermi, c'è il precipiziò. Se fossi al suo posto chiederei il commissariamento della Regione", ha aggiunto infine il sindaco di Palermo.

Il vice presidente dell'Anci, Paolo Amenta, ha ricordato che negli ultimi quattro anni il fondo per le autonomie locali è passato da 900 a 400 milioni di euro, "e quest'anno - ha proseguito - c'è stato il capolavoro, il taglio di 100 mln in quota investimenti che ha effetto sulle rate dei mutui per l'ammortamento dei debiti con la conseguenza per i comuni di dovere trovare le risorse nei bilanci".
E se questo non bastasse, la Regione non ha ancora pagato né l’ultima trimestralità del 2013 né la prima del 2014. "I comuni non sono in condizione di approvare i bilanci di previsione per quest'anno - ha sottolineato Amenta - Ormai l'unica leva di finanziamento sono le imposte già ai massimi livelli come l'Imu, con le quali dobbiamo pagare i servizi e anche gli stipendi del personale".

Intanto, l'ufficio di Presidenza dell'Anci Sicilia ha suggerito ufficialemente alla Regione la linea che dovrebbe adottare: non solo spending review, ma azioni amministrative e proposte di legge da portare in Assemblea. "Accorpare alcuni assessorati come Turismo e Beni culturali eliminando così uffici di gabinetto e relativi compensi, tagliare tutte le consulenze esterne, porre fine all'assunzione dei cosiddetti comandati, abolire il salario accessorio dei dipendenti regionali (Famp)".
"Nei comuni ormai ci sono assessori che hanno in mano fino a dieci deleghe, perché i comuni sono gli unici enti ad avere fatto vera spending review", ha detto il sindaco di Partinico Salvatore Lo Biundo, componente dell'ufficio di presidenza di Anci Sicilia, che sta elaborando un documento di proposte da sottoporre a Regione e Parlamento. "Per pagare i contrattisti - aggiunge il sindaco di Camporeale, Vincenzo Cacioppo - siamo costretti a ricorrere alle anticipazioni di cassa, su cui paghiamo interessi che vengono considerati un danno all'erario. Io nel mio Comune non posso assumere un ragioniere generale o un ingegnere capo, è impossibile andare avanti così".

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29 aprile 2014
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