I coniugi Cicala sono ancora nelle mani di Al Qaeda
Il ministro degli Esteri Franco Frattini: ''Silenzio totale fino a quando non ritorneranno a casa''
Prima la notizia della liberazione, poi la smentita. Philomene Kabouree, rapita insieme al marito Sergio Cicala in Mauritania il 18 dicembre scorso, è, dunque, ancora in mano ai sequestratori di al Qaeda nel Maghreb.
A smentire la notizia del rilascio, diffusa ieri mattina dai media, è stata Margherita Boniver, inviata del ministro degli Esteri Franco Frattini, che si trova da martedì sera a Ouagadougou, capitale del Burkina Faso.
La notizia della liberazione, ha detto la Boniver, "è falsa". Ieri pomeriggio l'incontro con il presidente del Burkina Faso, Blaise Compaorè. "Il presidente - ha spiegato l'inviata di Frattini - ha ottime capacità negoziali, dimostrate in verie occasioni, nelle varie guerre che sconvolgono l'Africa". "Puntiamo su questa collaborazione per risolvere un caso così difficile - ha aggiunto la Boniver -. Confermo gli sforzi dell'Italia, in coordinamento con i paesi della regione, per giungere a una conclusione della vicenda e spero in sviluppi nel più breve tempo possibile".
Diversa la sorte della cooperante catalana Alicia Gamez, rapita nel novembre scorso: il Governo spagnolo ha assicurato che è libera e sta bene. Secondo le prime informazioni circolate ieri mattina, la Gamez doveva essere stata rilasciata insieme all'italiana. Un notizia che la Farnesina non ha voluto commentare dal principio. "Io non cambio la linea del silenzio totale fino a quando i nostri ostaggi non ritorneranno in Italia", ha ribadito il ministro degli Esteri Franco Frattini. "Non so cosa ci sia stato", ha detto il titolare della Farnesina riferendosi alle informazioni che si sono accavallate nelle ultime ore.
Ancora oggi il ministro Frattini ha confermato il silenzio stampa mantenuto finora dalla Farnesina: "Novità? Non ce ne sono e non se ne dicono".
Philomene Kabouree è stata rapita insieme al marito Sergio Cicala il 18 dicembre scorso in Mauritania. La Kabouree, 39 anni, è originaria del Burkina Faso e ha cittadinanza italiana. Insieme al marito, 65 anni, vivono a Carini (Palermo). Al momento del sequestro i due si trovavano a bordo di un fuoristrada al confine tra Mali e Mauritania. La coppia è stata fermata da un gruppo di uomini armati mentre si trovava sulla strada che collega la città di Kobeny (circa mille chilometri a sud-est dalla capitale mauritana Nuakchot) con il vicino Mali. Il loro rapimento è stato rivendicato il 27 dicembre da al-Qaeda nel Maghreb islamico. Secondo il responsabile del gruppo terroristico, Salah Abu Mohammed, il sequestro è stato "una risposta ai crimini compiuti dal governo italiano in Afghanistan e in Iraq". Il primo ultimatum per concedere il rilascio degli ostaggi italiani è stato diffuso il 6 febbraio scorso. Si davano 25 giorni di tempo per la liberazione della coppia in cambio del rilascio di militanti prigionieri. Il 28 febbraio Cicala ha rivolto un video messaggio al governo italiano, al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, chiedendo aiuto per il proprio rilascio e per quello della moglie. L'audio attribuito a Cicala è stato diffuso su Internet da al-Qaeda.
[Informazioni tratte da Adnkronos/Aki, ANSA]
- E' stata liberata la moglie di Sergio Cicala? (Guidasicilia.it, 10/03/10)