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I Cpt vanno svuotati

Al ministero degli Interni sono arrivate le conclusioni della ''Commissione De Mistura'', per sei mesi nei Cpt d'Italia

01 febbraio 2007

La volontà di cambiare le politiche sull'immigrazione è sempre stato uno dei punti di forza nel programma dell'attuale governo. Cambiare, che significa principalmente riscrivere a fondo la legge Bossi-Fini che ha prodotto più di un fallimento oggettivamente riconosciuto in maniera trasversale. E' anche vero che nella riformulazione delle politiche sull'immigrazione i partiti della maggioranza di governo non mancano di avere ed esporre punti di vista opposti, discordanti, per fare un esempio, quello basilare, il destino dei Centri di permanenza temporanea. Un destino che per tanti mesi è stato legato alle conclusioni che la Commissione De Mistura, la commissione voluta dal Ministro dell'Interno Giuliano Amato per verificare le condizioni all'interno dei Cpt e autorizzata dall'Onu lo scorso 29 giugno, avrebbe raggiunto.

Ieri, dopo sei mesi di lavoro, Staffan De Mistura ha consegnato al Ministero degli Interni le conclusioni della commissione. ''Non proponiamo la chiusura dei Cpt perché, con varie migliorie, restano comunque necessari. Proponiamo un diverso approccio alla questione e un loro svuotamento. L'obiettivo è quello di evitare la promiscuità tra persone molto diverse e togliere dai centri chi non ci dovrebbe stare''. Quindi uno svuotamento graduale ma sostanziale dei centri dove rimarrebbero solo gli ''irriducibili'', cioè coloro che ''non collaborano con le forze dell'ordine e non si fanno identificare''. Per questi si prevede un fermo non più 60 ma di 20 giorni, prima di essere espulsi.

Le conclusioni a cui è arrivata la commissione partono da alcuni assunti principali:
- l'inefficacia del sistema dei Cpt così come è attualmente strutturato;
- il fatto che non risponda né sarà in grado di rispondere in futuro ''alle complesse problematiche di un fenomeno in continua espansione'';
- ''i costi elevatissimi che comporta e che non sono commisurati all'effettiva efficacia''.
Dunque, non resteranno più nei centri permanenti: gli ex detenuti finiti nei Cpt perché non identificati dopo la carcerazione; le potenziali vittime di tratta e di sfruttamento, che verrebbero così separate dai carnefici evitando una pericolosa coesistenza nei centri; i cosiddetti 'overstayer' sorpresi a permanere sul territorio oltre il permesso di soggiorno; i cittadini non comunitari che collaboreranno all'identificazione senza fingere di avere un'altra nazionalità e aderendo al rimpatrio volontario. Agli 'overstayers', tra l'altro, sarà proposta un'opzione di 'rimpatrio concordato', con incentivi studiati al fine di far considerare conveniente la scelta.
Inoltre, saranno studiate anche misure di ''trasparenza'' che prevedono la possibilità di accesso nei centri da parte della stampa, degli enti locali e delle istituzioni. ''Vogliamo creare un circolo virtuoso - ha detto De Mistura - perché abbiamo la certezza che così com'è oggi il sistema non funziona. Puntiamo quindi a coinvolgere queste persone e ad indurle a collaborare con le autorità''.

Le proposte contenute nel rapporto presentato sono state accolte favorevolmente dal ministro Giuliano Amato. ''Tutte misure - ha detto il ministro degli Interni - necessarie per ridurre quel girone dei dannati che pone migliaia di esseri umani tra le carceri e i Cpt di tutta Europa. Se chiudere i centri facesse scomparire l'asprezza dell'immigrazione clandestina lo farei. Ma i Cpt sono solo parte di un problema più ampio. Basti pensare che i nostri questori espellono annualmente oltre 60 mila persone, ma la popolazione che transita nei centri è molto al di sotto di questa cifra''.
I numeri raccolti dalla commissione parlano infatti di una circolazione nei Cpt di circa 22 mila persone. Un dato che scende vertiginosamente a 14 mila se si eccettuano i romeni che oggi rappresentano un terzo della popolazione dei centri. E proprio con l'ingresso della Romania nell'Ue si assisterà ad una naturale forte riduzione.
''La Commissione De Mistura - ha detto ancora Amato - ha lavorato seriamente e mi fa piacere che il percorso di riforma della legge sull'immigrazione e questo lavoro si siano avviati nella stessa direzione''. Tra i principi ispiratori del rapporto, il ministro ha sottolineato il fatto di ''considerare la persona: non si può trattare allo stesso modo chi collabora e chi invece non lo fa. Un aspetto fondamentale: l'identificazione dei condannati prima che escano dal carcere per poi magari finire in un cpt. Io provo un brivido a pensare che possa essere pronunciata una condanna nei confronti di una persona non identificata''.

Diverso per molti aspetti il punto di vista dell'altro ministro competente in materia di immigrazione, Paolo Ferrero, che ha ringraziato la Commissione De Mistura ''per l'enorme ed importantissimo lavoro fatto''.
''I risultati a cui è arrivata la Commissione mi paiono inequivocabili: i Cpt hanno fallito e vanno chiusi perché non servono per quello per cui sono stati costruiti''. Il ministro Ferrero ha praticamente ribadito la sua posizione contraria ai Cpt. Al loro posto, il ministro Ferrero propone di aprire ''centri d'accoglienza''. Il ministro ha spiegato che ''nei cpt finiscono due categorie diverse: gli immigrati ancora non identificati che sono stati condannati per diversi reati e che sono usciti dal carcere; e magari una badante che lavora in Italia senza avere ancora il permesso di soggiorno. E nel cpt stanno fino a 60 giorni. Invece - propone Ferrero - i delinquenti vengano identificati in carcere e alla fine della reclusione vengano accompagnati alla frontiera; e per gli altri il meccanismo di identificazione non sia un luogo di reclusione per 60 giorni che ha meno garanzie del carcere: nel centro d'accoglienza potranno stare alcuni giorni, certamente non per due mesi''.
Per Ferrero, ''non è vero che la sinistra radicale vuol fare entrare tutti in Italia. Ma ci vogliono delle quote realistiche - ha affermato - per cui se il mercato del lavoro richiede ad esempio 300.000 lavoratori bisognerà fare delle quote d'ingresso per 300.000 persone, non per la metà sapendo già in anticipo che l'altra metà entrerà clandestinamente, perché sono le stesse imprese o le famiglie ad averne bisogno''.

Il ministro della Solidarietà Sociale ha voluto poi ricordare che ''la maggior parte degli immigrati clandestini non entra in Italia sbarcando con le imbarcazioni a Lampedusa, ma dalla frontiera nord-orientale di Gorizia, in pullman, magari pagando la 'mazzetta'. Basta parlare con qualunque badante del Nord Italia: dalle frontiere terrestri entrano molti più clandestini che non via mare, anche se la 'fotografia' che resta in mente sono i 20.000 immigrati che sbarcano a Lampedusa''.
Insomma, ''I Cpt - ha concluso Ferrero - possono quindi essere svuotati da subito con una riorganizzazione del sistema delle identificazioni e definitivamente superati con l'abrogazione della Bossi Fini''.

- I centri per gli immigrati presenti in Italia

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01 febbraio 2007
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