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I difficili rapporti tra Regione e Governo

Continuano gli scontri tra le opposte volontà del governo regionale siciliano e quella del governo nazionale

12 settembre 2006

La vittoria ottenuta nel maggio scorso, contro un personaggio forte come Rita Borsellino e nonostante il governo nazionale fosse passato nelle mani del centro sinistra, ha dato al presidente della Regione Siciliana, Totò Cuffaro, una verve che in questi pochi mesi di legislatura trascorsi lo ha portato a sgridare e sfidare chiunque volesse ostacolare o solo mettere in dubbio il proprio percorso operativo. In questa maniera, il governo e i suoi ministri sono diventati nemici della Sicilia, che non vogliono la ripresa di questa e che sono pronti a tagliarla fuori da tutti i più importanti appuntamenti nazionali o internazionali, e ciò non tanto per un rancore contro l'Isola in se stessa, ma in virtù di una strategia politica atta a far fuori il rieletto governatore.
Questa l'interpretazione data da Cuffaro più e più volte, utilizzando come viatico un po' sempre le stesse cose, ossia la costruzione del Ponte sullo Stretto, la realizzazione dei termovalorizzatori, l'ingiustificato aumento di alcune imposte e vi discorrendo, insomma tutto quel repertorio cuffarian-berlusconiano che nei cinque anni precedenti i siciliani si sono sorbiti in tutte le salse aspettando il trascorrere degli eventi.   

Contro le vecchie promesse del centrodestra, non mantenute a suo tempo per ''motivi x'' e che adesso non potranno mantenere per colpa del governo, questa volta ad alzare la voce e a lanciare un duro atto d'accusa è stato il viceministro per le Infrastrutture, Angelo Capodicasa.
''Altro che opere pubbliche e sviluppo del Mezzogiorno, in 5 anni il governo Berlusconi ha stilato un elenco di illusioni. La verità è che ci hanno lasciato in eredità una voragine da 115 miliardi di euro e hanno dato al Sud solo le briciole. Saremo noi a mettere le cose a posto, assieme alle Regioni e agli enti locali con i quali stabiliremo le priorità''.
Secondo le cifre fornite dal viceministro in una conferenza stampa al gruppo Ds dell'Assemblea regionale siciliana, degli oltre 173 miliardi per finanziare le opere della 'Legge Obiettivo', ''i finanziamenti disponibili ammontano a poco più di 58 miliardi. E questa cifra, circa un terzo rispetto a quella necessaria, è destinata per il 77% al Nord, per il 13% al Centro e per il 10% al Sud. In Sicilia la percentuale è irrisoria, appena l'1,2%. Questo ha fatto il governo Berlusconi - ha aggiunto Capodicasa -, mentre il presidente della Regione siciliana Salvatore Cuffaro non perde occasione per dire che Prodi ha dimenticato la Sicilia''.

Capodocasa non nasconde le proprie preoccupazioni: ''Ora siamo costretti a trovare risorse affinché i cantieri aperti non chiudano. Ci sono fatture in scadenza per 8 miliardi, senza contare i 3 miliardi da reperire per i cantieri Anas, e se entro un anno non recuperiamo queste somme si blocca tutto''.
In attesa di incontrare la giunta siciliana il 30 settembre prossimo ''per stabilire insieme le opere prioritarie per l'Isola - ha detto il vice di Di Pietro -, Cuffaro dovrebbe porre fine al suo atteggiamento rivendicazionista, che rischia di far degenerare i rapporti con il governo nazionale''. ''Si fa tanto parlare dell'impegno di Berlusconi per la Sicilia - ha affermato Capodicasa - ma le opere della Legge Obiettivo cantierate nell'Isola sono appena tre, fra queste la Catania-Siracusa, che aspetta di ricevere oltre 517 degli 804 milioni complessivi. Tra le 'affidate', cioè quelle assegnate con una gara, non ve ne è alcuna; nessuna è stata ultimata e una è in gara, un tratto della Agrigento-Caltanissetta''. Per quanto riguarda la Ragusa-Catania, la cui realizzazione costerà un miliardo 280 milioni, ''c'è una disponibilità che non supera i 300 milioni'', ha sottolineato Capodicasa.
Sulle opere ferroviarie previste dalla Legge Obiettivo in Sicilia, il viceministro dubita che sarà mai realizzato il tunnel di 42 chilometri sotto i Nebrodi (costo previsto 4 miliardi) sulla linea Palermo-Catania, e aggiunge che ''l'unica opera in gara è la Agrigento-Caltanissetta, per la quale c'è una disponibilità finanziaria di 389 milioni a fronte dei 594 previsti''. E ancora per quanto riguarda le opere ferroviarie inserite sempre nella Legge Obiettivo, quelle connesse al ponte, ha detto Capodicasa, ammontano a 286 milioni, contro una disponibilità di 1 milione; totalmente da reperire i 2 miliardi e 50 milioni del raddoppio Catania-Siracusa. Sempre secondo le cifre fornite dal viceministro, mancano 178 dei 183 milioni previsti per velocizzare la Siracusa-Ragusa-Gela; 420 dei 432 per la Palermo-Trapani e l'intera somma (100 milioni) prevista per il miglioramento del collegamento della Caltanissetta-Enna con la Palermo-Catania.

E poi c'è il Ponte, o meglio i discorsi sul Ponte sullo Stretto che, a detta del viceministro: ''è un'opera importante, ma non prioritaria''. ''L'idea su cui si sta lavorando è di fare in modo che le opere propedeutiche per 2 miliardi di euro, un terzo del totale, possano essere realizzate a prescindere dalla costruzione della mega infrastruttura''. Si tratta, infatti, di opere ''comunque utili alla Sicilia e alla Calabria''.
Rispetto alla manifestazione del 19, davanti a Palazzo Chigi, a favore del ponte, fissata dall'Mpa di Raffaele Lombardo, con l'adesione della Cdl, ''non sconvolgerà l'operato del governo, Di iniziative anche contro il ponte, de resto - conclude - ce ne sono state tante. Il governo Prodi andrà avanti per la sua strada''.

Ad appoggiare e a fare eco alle parole di Angelo Capodicasa, il capogruppo dei Ds all'Ars, Antonello Cracolici, che con Rita Borsellino ha preso parte alla conferenza stampa, dicendo che ''Cuffaro si sta comportando da imbroglione: vorremmo sapere cosa sta facendo la Regione per cofinanziare le opere. E inoltre, sarebbe il momento di sapere cosa ne sarà dei fondi strutturali del programma 2007-2013, dopo i rilievi dell'Ue sull'impiego di alcune somme del Por 2000-2006''. Secondo Rita Borsellino, ''il rapporto che il governo nazionale sta instaurando con la Sicilia, è segno di grande serietà: parlare e concertare - ha concluso - è cosa ben diversa dai comportamenti finora adottati da Cuffaro''.

E la risposta di Cuffaro ad affermazioni tanto precise e dure non si è certo fatta attendere. ''Continua a lasciarmi senza parole l'atteggiamento distruttivo di chi, pur ricoprendo incarichi nel governo nazionale, sceglie pervicacemente la strada della sterile polemica politica, anziché lavorare a quello che dovrebbe essere il comune obiettivo di tutela delle legittime ragioni dei siciliani''. ''Non ho mai assunto una posizione rivendicazionista nei confronti del governo centrale e del premier Prodi - ha aggiunto Cuffaro -; piuttosto, ho sempre reclamato, e continuerò a farlo con tutte le mie forze, la dovuta attenzione da parte dell'esecutivo nazionale nei confronti della Sicilia. La realizzazione delle opere pubbliche programmate è essenziale per lo sviluppo della nostra Regione, in un quadro di piena integrazione infrastrutturale con il resto del Paese e con l'Europa''.
''Mi sarei atteso dal governo nazionale
- ha continuato il presidente Cuffaro - un atteggiamento di reale dialogo. Invece, fin dall'inizio di questa legislatura alcune componenti dell'esecutivo si sono contraddistinte per la politica del 'no' aprioristico, finalizzata soltanto a bloccare tutti i progetti già in itinere relativi alla Sicilia, primi fra tutti il ponte sullo Stretto di Messina e i termovalorizzatori. Fino ad oggi l'unico obiettivo che il governo nazionale sembra voler perseguire è quello di penalizzare la Sicilia e i siciliani''.

Il presidente Cuffaro, sempre rispondendo all'atto d'accusa di Capodicasa, ha inoltre detto che la Regione si è mossa nel solco dell'intesa istituzionale di programma siglata il 19 settembre del 1999, dall'allora presidente del Consiglio Massimo D'Alema e dal presidente della Regione di quell'epoca, lo stesso Angelo Capodicasa. ''Con il governo che presiedo si è avviato un percorso nuovo, passando, finalmente, dalle parole ai fatti - ha sottolineato Cuffaro - e si è scelto di impiegare risorse a disposizione della Regione siciliana per il cofinanziamento delle opere necessarie all'Isola''.
Cuffaro ha poi elencato tutta una serie di interventi infrastrutturali che hanno visto la partecipazione della Regione siciliana è intervenuta (165 milioni di euro per la velocizzazione della linea ferroviaria Palermo - Agrigento - Porto Empedocle; 47 milioni di euro per la realizzazione dell'aeroporto di Comiso; 389 milioni di euro per l'arteria stradale Porto Empedocle-Caltanissetta, opera che ha ricevuto la quota di cofinanziamento regionale maggiore rispetto a quelle mai erogate da altre regioni italiane per un investimento infrastrutturale nel Mezzogiorno; 45 milioni di euro per la chiusura dell'anello ferroviario di Palermo; 60 milioni di euro per il cofinanziamento degli interporti di Catania e Termini Imerese e degli autoporti regionali).
''La Regione siciliana, come ha fatto in questi anni, è pronta a fare la propria parte per proseguire nel processo di infrastrutturazione dell'isola - ha concluso Cuffaro - ma è necessario, però, che il governo nazionale scelga chiaramente di continuare a cofinanziare gli interventi, la cui individuazione ovviamente deve essere fatta d'intesa con la Sicilia, rispettandone le reali esigenze. Questo è quanto dirò il prossimo 30 settembre al ministro Di Pietro, con l'auspicio che finalmente si avvii un confronto serio sul tema''.

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12 settembre 2006
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