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I docenti precari chiedono la "grazia" a Napolitano

Condannati al precariato: "Essere precari condiziona tutte le tue scelte di vita"

18 settembre 2013

"Le donne occupate in Italia sono soltanto il 51% contro il 74% degli uomini. Di queste solo il 24% occupa posti dirigenziali e il 45% è impiegata nel terziario".
Gli insegnanti precari sciorinano dati a riprova che il mondo femminile è sempre il più colpito. Secondo i dati forniti, in Italia la percentuale delle donne nell’insegnamento si aggira intorno all’85% nella scuola primaria e al 63% in quella secondaria.

La Flc Cgil ha organizzato a Catania un incontro che lancia un’iniziativa di protesta singolare: "Condannati al precariato, colpevoli di aver garantito per decenni il diritto allo studio di migliaia di studenti catanesi e di aver sacrificato la vita al sistema istituzione, chiediamo la GRAZIA al capo dello Stato Giorgio Napolitano perché ci restituisca l’agibilità esistenziale".
Una provocazione sì, ma che sarà sostenuta da una raccolta firme. Lo ha ampiamente sottolineato  la segretaria generale Antonella Distefano: "Troveremo il modo di far pervenire al nostro presidente questa singolare richiesta. - spiega - I docenti sono condannati al precariato, parliamo di centinaia di docenti con quindici e vent’anni di insegnamento alle spalle, molti di loro vicini alla soglia della pensione con una carriera conclusa prima ancora di cominciare e le tantissime le donne  con una condizione ancora più drammatica quando sono sole e con figli".

La sindacalista nei giorni scorsi ha incontrato la stampa con una rappresentanza di insegnanti precarie, la più "anziana" ha già 26 anni di insegnamento alle spalle, si chiama Carmen Coco che spiega: "Essere precari condiziona tutte le tue scelte di vita". "Nella sola provincia di Catania - aggiunge Antonella Distefano - i tagli della riforma Gelmini hanno fatto perdere in tre anni 1800 unità, mentre per effetto della Legge Fornero il 33% dei docenti, che avrebbero raggiunto i requisiti prima della riforma pensionistica, non è riuscito ad andare in pensione, bloccando le nuove immissioni in ruolo. La riduzione degli insegnanti di sostegno (per cui a un docente potranno essere assegnati fino a quattro studenti con disabilità psichiche, motorie o dell’apprendimento) rischia di parcheggiare in aula centinaia di alunni disagiati bisognosi di affiancamento nella didattica". [Articolo di Alessandra Bonaccorsi - €conomiaSicilia.it]

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18 settembre 2013
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