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I dubbi e gli interrogativi sul sequestro della Buccaneer

L'ultimatum dei pirati: ''Se entro 48 ore non cominciate le trattative faremo una brutta cosa''

04 giugno 2009

Dopo la drammatica telefonata di lunedì scorso tra il Corriere della Sera e Mario Iarloi, comandante della Buccaneer (LEGGI), la nave italiana sequestrata l'11 aprile nel golfo di Aden dai pirati somali e ancorata al largo di Las Qorey, villaggio di pescatori nel Puntland, Massimo Alberizzi, inviato del Corsera a Nairobi è riuscito nuovamente a sentire il comandante Iarloi. Una telefona altrettanto drammatica che pone molti dubbi e interrogativi...

«ENTRO 48 ORE TRATTATE, SENNÒ FAREMO BRUTTE COSE»
di
Massimo A. Alberizzi (Corriere.it, 03 giugno 2009)

La telefonata arriva alle 20,34 ora di Nairobi, 19,34 italiane. La voce è quella del somalo che fa da interprete tra i pirati e l'equipaggio della Buccaneer, il rimorchiatore d'altura italiano sequestrato nel Golfo di Aden l'11 aprile scorso. La voce è chiara e l'italiano buono: «Qui c'è uno dei capi. Dice che se entro 48 ore non cominciate le trattative faremo una brutta cosa».
La telefonata (ascolta la registrazione) si interrompe e richiamare non è possibile. Il telefono squilla a lungo ma nessuno risponde.

Le due telefonate al Corriere della Sera (la prima lunedì struggente e drammatica del comandante del Buccaneer, Mario Iarloi, "siamo senza cibo, acqua e stiamo impazzendo", la seconda con l'ultimatum dei pirati) pongono molti dubbi e interrogativi.
E' vero quanto emerso nelle conversazioni? Che la voce di Iarloi fosse rotta dall'emozione e che alla fine della conversazione l'ufficiale fosse assai irritato è fuori di dubbio. Che l'equipaggio si lavi con acqua di mare è probabilmente altrettanto vero. Che manchi il cibo in una zona pescosissima dove basta lanciare un amo e anche senza esca si raccoglie qualcosa è meno probabile. Dubbi anche sull'affermazione, suffragata per altro da una mail inviata da Iarloi, che sei membri dell'equipaggio siano stati trasferiti a terra.

Fonti del Corriere della Sera raggiunte via telefono a Las Qorey confermano che non c'è traccia di bianchi nei villaggi della costa. Per altro fonti confidenziali della marina militare sostengono che dalla nave da guerra italiana San Giorgio, che tiene sotto stretto controllo elettronico la Buccaneer da cui la separano poche miglia, non è stato notato alcun movimento strano e se ci fosse stato un trasferimento di ostaggi a terra certamente non sarebbe passato inosservato.
L'opinione che nelle parole di Iarloi ci fosse qualcosa di strano è condivisa da uno dei proprietari della Micoperi, Silvio Bartolotti. In una dichiarazione alla stampa Bartolotti sostiene che il comandante «ha detto solo ciò che gli vogliono fare dire i pirati per riuscire a esercitare pressioni». Margherita Boniver, inviato del governo italiano per le crisi umanitarie, sostiene che il nostro Paese continua a fare la sua parte pur mantenendo il massimo riserbo sulle operazioni. Nessuno ha spiegato però se ci sono trattative in corso (secondo i pirati non c'è alcun negoziato) e se esiste l'intenzione di pagare un riscatto, come preteso dai bucanieri somali.
La marina comunque ha avuto l'ordine di inviare nelle acque del Corno d'Africa un'altra nave da guerra che si aggiungerà alla fregata Maestrale e alla San Giorgio. Si tratta di un pattugliatore (ancora non è stato fatto il nome) che dovrebbe arrivare nella zona di operazioni tra meno di un mese, subito dopo che saranno finiti i preparativi per la lunga traversata.

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04 giugno 2009
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