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I fondi bloccati dall'Unione europea

In Sicilia "gravi carenze" nei sistemi di controllo: versamenti sospesi a tempo indeterminato

13 luglio 2012

L'Unione europea ha deciso di chiudere fino a nuovo ordine i rubinetti dei finanziamenti alla Sicilia. Il motivo sta nelle troppe irregolarità e nelle carenze riscontrate nel sistema di gestione e controllo.
Questa ennesima doccia fredda per il governo della Regione - in gioco ci sarebbero circa 600 milioni di euro - è arrivata da Bruxelles con una lettera inviata dal direttore generale della Commissione europea per gli affari regionali, Walter Deffaa (nella foto), braccio operativo del commissario competente, l'austriaco Johannes Hahn.

"La Commissione - ha detto un portavoce dell'esecutivo comunitario - ha riscontrato l'esistenza di gravi carenze nella gestione e nel sistema di controllo dei programmi operativi" sotto osservazione. Una situazione, ha aggiunto, che "colpisce l'affidabilità delle procedure di certificazione dei pagamenti" e rispetto alla quale "non sono state prese misure correttive. Fino a quando queste gravi carenze non saranno state risolte, i pagamenti non riprenderanno".
Nel mirino della Commissione europea sono gli investimenti effettuati dagli assessorati alle Infrastrutture, all'Economia, alla Salute e per la Protezione civile. I funzionari europei hanno segnalato che, nell'ambito delle procedure per l'assegnazione degli appalti, in un caso era sfuggito ai controlli della regione il fatto che il vincitore della gara avesse procedimenti giudiziari a carico. In molti altri casi, secondo i rilievi di Bruxelles, "le verifiche sono state parziali o inadeguate, non avendo riguardato aspetti sostanziali dei progetti".

Lo stop di Bruxelles riguarda il rimborso, attraverso i fondi strutturali messi a disposizione dall'Ue, di spese per 600 milioni di euro già effettuate dalla Regione tra la fine del 2011 e il mese scorso. In particolare 200 milioni sarebbero stati spesi tra ottobre e dicembre 2011 e altri 400 da gennaio a giugno scorso. Già lo scorso 6 gennaio una lettera di 'avvertimento’ era stata inviata da Bruxelles all'Italia per chiedere di chiarire la situazione sull'impiego di 198 milioni di euro entro sei mesi. Il termine è scaduto il 6 luglio scorso e le conseguenze del mancato chiarimento non hanno tardato ad arrivare.
Inoltre, le severissime critiche europee, mettono in pericolo il resto dei contributi comunitari del programma Fesr (sei miliardi e mezzo), che potrebbero essere - avverte la Commissione - cancellati "in tutto o in parte".

Il presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo, ha così commentato le notizie provenienti da Bruxelles: "I rilievi della Commissione europea, a quanto pare, riguardano certificazioni, controlli e gestioni. Adempimenti tutti di carattere prettamente tecnico di cui chiederemo conto ai dirigenti che se ne sono occupati. Intanto - ha aggiunto il governatore - ovvieremo ai rilievi e adotteremo ogni misura che riterremo adeguata a superare la difficoltà. È una comunicazione, peraltro datata, rispetto alla quale la buona collaborazione che abbiamo avviato con il ministero della Coesione territoriale credo che ci abbia fatto già superare parecchi dei rilievi che ci sono stati mossi".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Lasiciliaweb.it]

- Quei soldi mai spesi (Guidasicilia.it, 08/02/12)

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13 luglio 2012
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