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I fondi Fas per la Sanità

Approvati gli articoli 3 e 4 della finanziaria, la Regione utilizzerà 343 milioni di euro per la copertura del 51% della spesa sanitaria

30 marzo 2012

L'Assemblea regionale siciliana ha approvato gli articoli 3 e 4 della finanziaria, che prevedono la copertura della spesa sanitaria e i fondi per gli enti locali. La norma sulla sanità, riscritta rispetto a quella del testo varato dalla commissione Finanze, prevede che "nelle more della pronuncia della Corte costituzionale adita in materia, a decorrere dall'esercizio finanziario 2012, è disposta la compartecipazione regionale al finanziamento del fabbisogno sanitario in misura corrispondente all'aliquota del 49,11%".
Per coprire la parte della spesa rimasta fuori dal bilancio (quella inserita è pari a 269 milioni di euro), il governo, d'intesa con lo Stato, utilizzerà in via temporanea 343 milioni di euro attingendoli dai Fas.

Molto critico il capogruppo del Pdl, Innocenzo Leontini, che ha parlato di "trucco e truffa". "Dal testo non si capisce a quale intesa si riferisca il governo - ha spiegato - Nel comma 4 dello stesso articolo infatti viene scritto che 'è accantonata in bilancio una quota pari a 343 milioni, da utilizzare in caso di mancato raggiungimento entro il 31 luglio 2012 dell'intesa richiamata al comma 3'. Insomma, ma di quale intesa stiamo parlando allora?".
Leontini contesta anche il secondo comma dell'art.3 che così recita: "Per il biennio 2012-2013 i migliori risultati d'esercizio del servizio sanitario regionale rispetto all'equilibrio di bilancio sanitario, nella misura verificata dai competenti tavoli tecnici di verifica dell'attuazione del piano di rientro, è disponibile per finalità extrasanitarie. Probabilmente il governo Lombardo intende utilizzare queste risorse per la campagna elettorale", sostiene Leontini.

Per gli enti locali (art.4) la norma approvata prevede uno stanziamento di 750 milioni sul fondo per i comuni, di cui 110 mln per spese d'investimento, e 45 milioni per il fondo delle Province (10 mln per investimenti e 4 mln per servizi socio-assistenziali dei disabili e il diritto allo studio).
In sede di riparto, le riserve trimestrali sono così suddivise: a Ragusa-Ibla vengono assegnati come contributo 4 milioni, un milione al comune di Aidone per interventi strutturali connessi alla Dea di Morgantina, 3 milioni al comune di Piazza Armerina per la Villa romana del Casale; 5 milioni vanno ai comuni delle isole minori, 17 milioni ai comuni come rimborso per il trasporto interurbano degli alunni delle scuole medie superiori, 800 mila euro al comune di Lipari, 5 milioni per i rimborsi ai comuni delle spese di gestione degli asili nido, 11 milioni come contributo per il finanziamento del fondo miglioramento servizi di polizia municipale.
Sono abrogate tutte le disposizioni di legge che prevedono riserve per le autonomie locali diverse da quelle previste dlala norma appena varata. L'erogazione della quarta trimestralità per il 2012 in favore dei comuni (esclusi quelli con popolazione inferiore a 15mila abitanti) terrà contro di "meccanismi di premialità sulla base di criteri individuati con decreto dell'assessore regionale per le Autonomie locali".

- Il maxiemendamento (Guidasicilia.it, 28/03/12)

- I rincari della finanziaria regionale (Guidasicilia.it, 27/03/12)

"Si spreme un limone senza più succo" - "In un periodo di crisi del sistema produttivo è paradossale che si intervenga per aumentare vari canoni (acque minerali, cave, uso di acque per fini industriali) con il risultato di ottenere, forse, un incremento di entrate irrisorio rispetto ad un Bilancio regionale che contempla spese correnti per quasi 15 miliardi di euro". E' quanto lamenta in una nota Confindustria Sicilia, mentre l'Ars è alle prese con la votazione di bilancio e finanziaria. "Per quanto riguarda le acque minerali, ad esempio, che già da circa 10 anni pagano il canone tra i più alti d'Italia e d'Europa, il Governo - prosegue la nota - sta proponendo con la manovra finanziaria, interventi che prevedono aumenti che abbiamo stimato pari al 600%, costringendo le aziende a significative riduzioni di personale (in Sicilia tra diretti ed indiretti gli occupati sono circa 1000 unità) e in qualche caso persino alla chiusura. Va sottolineata con stupore, altresì, la previsione della rideterminazione, con un incremento minimo del 30%, delle tariffe relative all'accesso ai servizi resi dall'Amministrazione regionale. Anche in questo caso si lascia intravedere l'introduzione di balzelli ed orpelli per far pagare di più alle imprese determinati servizi che non si distinguono certamente per qualità e tempestività nelle risposte agli utenti".

"Per quanto riguarda il settore delle cave e del comparto industriale ad esso connesso - si legge nella nota di Confindustria Sicilia - l'imposizione di un canone di produzione commisurato alla quantità di materiale estratto comporta nuovi costi di produzione insostenibili e non giustificati in un momento di crisi quale quello attuale che vede il settore interessato da una riduzione dei volumi pari al 40%. Sono balzelli che le imprese non possono sopportare e gli effetti si riverbereranno su tutti i settori, dal cemento, all'edilizia, con inevitabili ripercussioni sul piano occupazionale. Insomma, si cerca di spremere un limone che non ha più succo e non si interviene laddove è necessario incidere, non percependo che continuando a deprimere e mortificare quel poco di manifatturiero e di produttivo che è rimasto nella nostra Regione, si ottiene il 'formidabile risultato' di continuare a registrare la diminuzione dei principali cespiti di entrate tributarie (Iva, Ire, Ires, Irap), che derivano principalmente da chi produce beni e servizi vendibili. E' noto peraltro che solo dal 2009 al 2010 le entrate tributarie sono diminuite di un miliardo di euro".

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, Corriere del Mezzogiorno, €conomiaSicilia.com - Italpress]

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30 marzo 2012
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