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I Forconi non faranno uscire carburante dall'isola

Il Movimento dei Forconi ha annunciato le nuove proteste: "Da lunedì prossimo presìdi davanti alle raffinerie"

03 febbraio 2012

Da lunedì prossimo il Movimento dei Forconi attuerà presìdi "a tempo indeterminato" davanti alle raffinerie e davanti ai pontili degli impianti per non permettere l'imbarco di carburante che viene esportato fuori dalla Sicilia. Manifestazioni di protesta sono in programma anche davanti alle sedi di Serit e Agenzia delle entrate.
Le iniziative sono state annunciate dal presidente del movimento, Mariano Ferro, all'assemblea dei Forconi ieri a Catania. "Non torneremo a fare i blocchi stradali in Sicilia - ha confermato - ma vogliamo portare avanti la nostra protesta". Per i Forconi "l'obiettivo da raggiungere è l'applicazione dello statuto siciliano che prevede la defiscalizzazione della benzina".

Ferro non esclude che il movimento possa costituire un partito e negato l'ipotesi di infiltrazioni mafiose nel movimento. "Subito i tavoli tecnici con noi - dice il leader - e se i politici non ce la fanno, allora si dimettano, a Palermo e a Roma, e vadano tutti a casa".
"Il presidente Lombardo - ha detto ancora Ferro - purtroppo è scivolato su una buccia di banana, perché ha dichiarato che ci stiamo divertendo davanti alle telecamere. Ma noi non abbiamo bisogno di divertirci, rappresentiamo una parte dei siciliani, quella parte che lavora e non guadagna. Ci siamo stancati di essere presi in giro e di essere catapultati da un tavolo all'altro. Vogliamo chiarezza".
Ferro è tornato anche sulle dichiarazioni del presidente di Confindustria Sicilia Ivan Lo Bello, in merito alle infiltrazioni mafiose nelle proteste. "A Lo Bello non rispondo - ha detto - dico solo che bastava essere più chiaro e dire state attenti, in ogni caso non conosciamo quella persona che è stata arrestata".

Sono 4 le raffinerie presenti in Sicilia con grandi capacità di lavorare il grezzo da trasformare in carburante, e che è utilizzato, dopo la lavorazione, dalle compagnie per rifornire anche altre regioni italiane. Sono a Priolo (Siracusa), Gela (Caltanissetta), Termini Imerese (Palermo) e Milazzo (Messina).

Al Comitato Forza d'Urto e ai Forconi si sono aggiunti i pescatori dell'Isola, che hanno annunciato la loro partecipazione, il prossimo 7 febbraio a Roma, alla manifestazione nazionale in programma davanti a Montecitorio con i loro colleghi di tutta Italia. "Blocchemo i porti siciliani - annuncia il presidente dell'associazione regionale dei pescatori siciliani Fabio Micalizzi - a Catania, Palermo, Siracusa, Messina e Termini Imerese".

Sull'attuazione del "programma di protesta" però, nutre qualche perplessità l'associazione dei trasportatori Aias. Infatti, il leader dell'associazione, Giuseppe Richichi, si è "preso 4-5 giorni di riflessione" su cosa fare.

Lombardo ammonisce i Forconi: "Molte categorie cercano un alibi per protestare" - "Ho la netta sensazione che diversi rappresentanti di categoria si presentassero al tavolo con pregiudizi. Come se cercassero un alibi per poi protestare ma io non mi presto più a qualche gruppetto che si è visto sulla copertina di alcuni giornali". Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, conversando con i giornalisti a Palazzo d'Orleans a proposito delle ultime decisioni prese dal movimento di protesta che ha messo in ginocchio la Sicilia. "Non voglio lasciare alibi a nessuno - ha detto ancora Lombardo- continuo a dire che questa protesta è stata sacrosanta ma non certo per gli effetti che ha avuto sulla Sicilia. Per ogni proposta si è insediato un gruppo di lavoro che vuole dare risposte fulminee. Lo dico per non dare un alibi per iniziare nuove forme di protesta e lo dico a tutti i siciliani".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Lasiciliaweb.it]

- Il Movimento dei Forconi torna alla carica (Guidasicilia.it, 02/02/12)

 

 

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03 febbraio 2012
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