I giudici bloccano la ''voglia di condono'' dei siciliani. La Corte Costituzionale ha bocciato il condono edilizio in Sicilia

La Corte Costituzionale ha boccia il condono edilizio in Sicilia. Disco rosso per la legge 4 del 2003 che non riteneva più indispensabile il parere della Soprintendenza ai beni culturali prima di concedere la sanatoria dell'abuso edilizio.
Nella sentenza 39/2006 depositata lo scorso 8 febbraio, i giudici costituzionali hanno ribadito, in pratica, che la tutela dei vincoli paesaggistici e ambientali prevale sulle ipotesi di condono edilizio. Anche se vengono avanzate da una Regione a Statuto speciale come la Sicilia.

La bocciatura della Consulta è arrivata pochi giorni un'altro stop alla ''voglia di condono'' dei siciliani. Alla fine di gennaio, infatti, il commissario dello Stato presso la Regione Siciliana, Alberto Di Pace, ha impugnato per intero i disegni di legge in materia di territorio, del personale del Corpo forestale della Regione e degli amministratori di condominio.
In particolare, le norme sul territorio vengono contestate dal commissario perché, ampliando la portata del condono edilizio nazionale, ''legittimano in Sicilia condotte penalmente sanzionate nel resto del territorio nazionale'' e ''consentono la sanatoria edilizia per le nuove costruzioni di tipo non residenziale ultimate entro il 31/3/2003 e con cubatura fino a 3.000 metri cubi''.
Di Pace ha sottoposto inoltre alla Consulta la previsione della possibilità per i privati di realizzare insediamenti produttivi in verde agricolo nell'ambito di progetti integrati territoriali, nei programmi di riqualificazione urbana e sviluppo del territorio (Prusst), nei patti territoriali o nei contratti d'area, e quella di realizzare in verde agricolo insediamenti produttivi, pur se limitatamente a quelli ammessi a finanziamento pubblico secondo i bandi del Por Sicilia, e di insediamenti di carattere sportivo e per il tempo libero.

Fonte: La Sicilia