I governi sono quasi fatti
I governi, quello siciliano e quello nazionale, sono ormai praticamente fatti, a meno che...
Sembra che i governi, siciliano e nazionale, siano ormai in via di completamento e fra non molto, dunque, potranno iniziare i loro percorsi.
In questi giorni il presidente dell'ufficio centrale regionale della Corte D'Appello di Palermo, Antonio Ardito, ha proclamato Raffaele Lombardo presidente della Regione siciliana, dopo le verifiche dei risultati delle elezioni regionali.
L'ufficio della Corte d'Appello ha anche proclamato Anna Finocchiaro, candidata dal centrosinistra alla presidenza della Regione e giunta seconda, deputato regionale. E' stato ufficializzato anche il mancato raggiungimento del quorum, previsto al 5%, delle liste Sinistra arcobaleno, Amici di Beppe Grillo, Democratici autonomisti, Lombardo presidente Sicilia forte e libera, La Destra-Fiamma Tricolore, Forza Nuova, Italia dei valori e Anna Finocchiaro presidente per la Sicilia.
Il prossimo 5 maggio la Corte d'appello proclamerà gli altri 88 deputati regionali eletti che siederanno nell'Assemblea regionale siciliana. L'ufficio della Corte d'Appello attende che dalle sedi giudiziarie delle altre province arrivino i verbali definitivi sui risultati elettorali.
Proprio per quel che riguarda la squadra di governo che dovrebbe, quindi, incominciare a breve a lavorare Lombardo ha detto di voler "individuare un nucleo di personalità, 4-5 persone, che possano essere riconosciuti da tutti, anche dai partiti, come garanti, assieme agli altri assessori, di una giunta efficiente". "Io credo - ha detto il neogovernatore - che si comporrà una squadra che, garantendo efficienza e trasparenza all'azione del governo regionale, possa vedere la partecipazione dei partiti politici che hanno partecipato a questa scommessa, che insieme abbiamo vinto, e che devono dare anche in considerazioni delle dimensioni del consenso ricevuto risposte concrete alle attese dei siciliani".
Le priorità individuate da Lombardo ed espresse nel giorno della sua nomina ufficiale a presidente della Regione Siciliana sono: un piano di rientro della spesa sanitaria e la risoluzione dei problemi riguardanti i servizi essenziali ai cittadini come l'acqua e lo smaltimento dei rifiuti. "Inoltre - ha spiegato Lombardo - occorre mettere mano subito, e lunedì prossimo lo faremo immediatamente, almeno per una ricognizione attenta, sui dati della rendicontazione dei fondi strutturale per evitare che si perdano risorse che tornino a Bruxelles, mentre invece c'è da programmare anche l'avvenire".
Lombardo ha infine affermato: "Non credo sia possibile che il Movimento dell'autonomia non abbia un proprio ministro nel prossimo governo".
E con quest'ultima battuta di Lombardo passiamo dal governo siciliano a quello nazionale...
"La squadra di governo è sostanzialmente fatta, e io sarò sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega al Mezzogiorno e al Cipe (il Comitato interministeriale per la programmazione economica, ndr.). Mi pare che ci sia un equilibrio fra Nord e Sud, mentre prima c'erano più ministri del Lombardo-Veneto". Subito uscito da Palazzo Grazioli, residenza romana di Silvio Berlusconi, Gianfranco Miccichè ha dato l'annuncio.
Dopo il boccone amaro che Berlusconi lo ha costretto a ingoiare quando, lo scorso febbraio, gli ha preferito Raffaele Lombardo per la corsa alla presidenza della Regione Sicilia. "E' stato costretto per una serie di incredibili pressioni", disse all'epoca il 54enne ex manager di Publitalia lanciato in politica nel lontano 1993 come coordinatore regionale di Forza Italia in Sicilia, divenuto sottosegretario ai Trasporti nel primo governo Berlusconi, viceministro dell'Economia nel secondo, ministro dello Sviluppo nel terzo, presidente dell'Assemblea regionale siciliana nel 2006.
Anche stavolta, comunque, come accaduto con Umberto Bossi al termine del vertice di Arcore, il Cavaliere è stato però costretto a ridimensionare: "Si procede bene, ma il lavoro non è finito. Stiamo cercando di mettere in ogni posto uomini in grado di svolgere il compito affidato". Il lavoro "non è ancora ultimato, la squadra non è ancora definita" ha sottolineato Berlusconi prima di lasciare Palazzo Grazioli al termine di una giornata "di lavoro intenso", come ha detto il suo portavoce, Paolo Bonaiuti, nel corso della quale ha incontrato oltre che Miccichè, Gianni Letta, Sandro Bondi, Fabrizio Cicchitto, Franco Frattini, Renato Schifani, Niccolò Ghedini e anche Giuseppe Ciarrapico.
Lavoro intenso soprattutto per prepararsi al faccia a faccia con Umberto Bossi. Un colloquio richiesto con insistenza dal Senatur che teme di vedere rimesso in discussione lo schema fissato nell'ultimo vertice dell'"asse del Nord". In quella sede la Lega aveva avanzato la richiesta di tre ministeri e di un vicepremier, destinati a Maroni (Interno), Bossi (Riforme), Zaia (Politiche agricole) e Calderoli (Vicepremier).
Uno dei nodi tuttora irrisolti è proprio quello del vicepremier. La Lega Nord insiste per avere Calderoli. L'ex ministro delle Riforme ha lanciato "un appello a maggioranza e opposizione: dopo le ore 15 di lunedì, finiti i ballottaggi, si ripongano le armi dello scontro politico e ci si rimbocchi le maniche per lavorare sul serio nell'interesse di tutti". Ma su di lui ci sarebbe il veto di Letta.
Ecco perché quando si domanda a Berlusconi se la questione è in via di risoluzione lui si rifugia in un “vediamo, vediamo...”. Anche le voci sui possibili ministri (Raffaele Fitto agli Affari regionali, Angelino Alfano alla Funzione pubblica, Sandro Bondi ai Beni culturali, Paolo Bonaiuti ai Rapporti con il Parlamento) vanno prese con cautela perché le decisioni in proposito sono suscettibili di variazioni.
Al momento di incarichi certi ci sono Giulio Tremonti all'Economia, Franco Frattini agli Esteri, Mariastella Gelmini all'Istruzione, Ignazio La Russa alla Difesa, Altero Matteoli alle Infrastrutture, Elio Vito (Giustizia), e quello del soddisfatto Gianfranco Miccichè...