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I lavoratori della Formazione di nuovo in piazza

Si acuisce lo scontro tra i sindacati e l'assessore Scilabra, secondo la quale i primi "generano allarme sociale da incanalare contro la Regione"

04 giugno 2013

I lavoratori della Formazione stamattina sono tornati in piazza a Palermo. Il braccio di ferro con il Governo regionale negli ultimi giorni si è fatto sempre più duro, soprattutto tra sindacati e l'assessore Nelli Scilabra. I dipendenti e gli enti chiedono lo sblocco immediato delle procedure di finanziamento, che devono consentire il pagamento delle retribuzioni di ogni filiera (OIF, Formazione, Sportelli); l'accelerazione di tutte le procedure per l'erogazione delle indennità di cassa integrazione in deroga; l'avvio di ogni procedura utile alla ricollocazione produttiva dei lavoratori licenziati; l'apertura dei tavoli permanenti di confronto sulle emergenze e sul futuro delle tre filiere.

Un muro contro muro che al centro ha il più complesso tema della riforma del settore presentata dall’esecutivo regionale. Cinque i punti sui quali si basa il nuovo piano: 1) la riedizione di una parte dei corsi presenti; 2) la pubblicazione dell'Albo dei lavoratori della formazione professionale; 3) la pubblicazione del nuovo sistema di accreditamento; 4) la pubblicazione del nuovo avviso per la formazione siciliana; 5) la riforma delle procedure amministrative.
Per quella che è la seconda annualità dell'Avviso 20, verranno riutilizzati (per quanto compatibili) i percorsi formativi realizzati con successo nel 2012/2013, in misura non superiore all'85% del volume economico dei singoli pacchetti. Una parte (il 25%) sarà destinata a quei corsi, già attivi nell'annualità che sta terminando in questi giorni, rivolti prioritariamente ai soggetti disabili e a quelli in stato di detenzione.

Un piano che si scontra con l’allarme lanciato dai sindacati che parla di tremila lavoratori a rischio. "Il bando con la riedizione dei pacchetti formativi - ha spiegato Giovanni Migliore della Cisl Scuola -, così come è stato predisposto dalla Regione, mette a rischio circa 3 mila posti di lavoro, e intanto i lavoratori non percepiscono da oltre un anno lo stipendio".
Secondo l’assessore Scilabra, però, le organizzazioni sindacali "tentano di generare un allarme sociale da incanalare contro il Governo della Regione e contro le intenzioni di riforma della formazione professionale". "Vogliamo tagliare quella parte di corsi non compatibili con il Piano Giovani sotto il profilo tecnico - ha spiegato l’assessore - ed eliminiamo corsi che non trovano alcuna corrispondenza con la domanda del mercato siciliano".

"Cgil, Cisl e Uil - ha detto ancora Nelli Scilabra - vogliono ancora corsi per ricamatrici, per femme de chambre, per attore, per esperto di abbronzatura? Se è questo ciò che vogliono sappiano che non siamo disponibili. Inoltre, tutti quei corsi rivolti a soggetti svantaggiati, come detenuti e disabili, che non possono rientrare nel Piano Giovani poiché oltre il limite di età contemplato dal Piano, verranno finanziati con le economie del Programma Operativo FSE 2007-2013, circa 30 milioni di euro. Una scelta che ho voluto compiere con fermezza per salvaguardare la rilevanza sociale di quelle attività presenti sull'ambito FAS dell'ex Avviso 20".
Netta la replica dei sindacati: "A fronte della gravità dell'emergenza sociale determinata da mesi di inattività e paralisi dell'assessorato, la Scilabra continua imperterrita - hanno sottolineato -. La violenza delle sue dichiarazioni contro il sindacato unita alle falsità attribuite alle parti sociali deriva evidentemente dall'assoluta incapacità di offrire un progetto credibile e condivisibile". [Fonte: Italpress - Corriere del Mezzogiorno]

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04 giugno 2013
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