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I lavoratori di Fincantieri in sciopero

A Palermo protesta a oltranza degli operai. Scioperi anche in Liguria e Campania

21 settembre 2010

Scioperi, manifestazioni e occupazioni da ieri in diverse sedi della Fincantieri: i dipendenti protestano in seguito alle anticipazioni sul piano industriale 2010-2014 dell'azienda secondo cui il gruppo industriale sta ipotizzando la chiusura dei cantieri di Riva Trigoso e Castellammare di Stabia, il dimezzamento di quello di Sestri Ponente e l'uscita dalla produzione di 2.450 dipendenti in Italia. La smentita dell'azienda non ha tranquillizzato i dipendenti, e ieri mattina hanno scioperato i lavoratori dei cantieri di Riva Trigoso e Genova-Sestri Ponente, con presidio davanti agli stabilimenti.
Sciopero anche a Palermo dove, da stamani, è in corso l'assemblea degli operai, con un migliaio di persone che si sono radunate davanti lo Scarabeo 8, la piattaforma petrolifera della Saipem, bloccata ieri per protesta dai lavoratori delle ditte dell'indotto. Un gruppo di operai ha contestato il segretario provinciale della Fim-Cisl, Giovanni Scavuzzo, non appena ha preso la parola. Il clima in fabbrica è pesante: gli operai, soprattutto quelli delle aziende dell'indotto, temono di perdere il posto di lavoro e contestano la decisione di Saipem di trasferire all'estero la piattaforma per il completamento degli allestimenti.
A parte qualche opera di riparazione nel traghetto 'Florio' della Tirrenia, Fincantieri al momento non ha commesse, tanto che ha proposto, e la discussione è aperta, la cassa integrazione per 470 lavoratori sui 500 in organico. Fim, Fiom e Uilm stanno cercando di creare un fronte comune tra gli operai diretti di Fincantieri e quelli dell'indotto, l'anello più debole. Secondo i lavoratori delle ditte esterne sarebbe necessario alzare il livello dello scontro, alla luce del piano industriale del gruppo di Trieste che prevede, al momento, il ridimensionamento della fabbrica palermitana.
I dirigenti del gruppo hanno assicurato ai sindacati di settore che il piano industriale, del quale sono stati anticipati i contenuti, "non è in una fase operativa e si tratta soltanto di una riflessione dell'azienda rispetto all'attuale situazione di mercato". Tuttavia, Fincantieri ha confermato l'intenzione di ricorrere a Palermo alla cassa integrazione in modo graduale, e ha ufficializzato nella riunione all'ufficio provinciale del lavoro la decisione della Saipem di trasferire all'estero, il prossimo 10 ottobre, la piattaforma Scarabeo 8, in lavorazione nella fabbrica palermitana.

Intanto, domani 8 ore di sciopero alla Fincantieri e corteo fino a Palazzo d'Orleans, sede della presidenza della Regione siciliana. Fim Fiom e Uilm chiedono al governo regionale di sbloccare i finanziamenti per la ristrutturazione dei bacini e a Fincantieri di rispettare il protocollo firmato qualche giorno fa, dove è previsto il mantenimento a Palermo delle tre attività di trasformazione, riparazione e costruzione, quest'ultima sarà soppressa secondo il piano industriale del gruppo. I sindacati, inoltre, sollecitano Fincantieri a trattare con Saipem per completare a Palermo i lavori nella piattaforma Scarabeo 8 che l'azienda ha deciso di trasferire all'estero.
"Lo Scarabeo necessita di tantissime lavorazioni. Da fonti Saipem si è saputo che lo Scarabeo ha bisogno di variazioni tecniche che richiedono un anno di lavoro. E quindi intendono trasferire la commessa - dicono le segreterie provinciali di Fiom, Fim e Uilm -. A questo punto chiediamo che le istituzioni intervengano per un chiarimento. Ci rivolgiamo al prefetto, al governo regionale, al governo nazionale perchè interloquiscano con la Saipem sulla vicenda. Occorre un soggetto terzo tra la Saipem e Fincantieri".

Il governo convocherà le parti di Fincantieri "per rimettere nei corretti binari il confronto sul futuro della società che allo stato dichiara di non avere definito alcuna ipotesi". L'annuncio è del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che tuttavia fa "appello a tutte le istituzioni e le organizzazioni sindacali perchè siano isolati gli agitatori professionali nel nome del primario interesse dei lavoratori". Come tutti i Paesi di tradizionale industrializzazione l'Italia affronta processi di aggiustamento competitivo che devono essere sempre negoziati tra le parti sociali e, ove condivisi, accompagnati da robuste protezioni dei lavoratori" afferma il Ministro in una nota in cui aggiunge: "Seguendo questa regola è stata sin qui garantita la coesione sociale con dispiacere per alcuni settori dell'opposizione politica e sociale che appaiono alla costante ricerca di occasioni per accendere il conflitto". Per Sacconi "non aiuta il gioco spregiudicato delle indiscrezioni come nel caso di Fincantieri e di Alitalia. Chi ama questo Paese deve comunque operare per soluzioni costruttive nelle condizioni date".

[Informazioni tratte da Ansa, La Siciliaweb.it, Repubblica.it]

- Agitazione dei lavoratori di Fincantieri (Guidasicilia.it, 20/09/10)

 

 

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21 settembre 2010
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