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I libici hanno sequestrato un altro peschereccio trapanese

Questa volta è toccato al "Daniela L.", fermato in acque internazionali...

03 dicembre 2010

Ennesimo sequestro di un peschereccio trapanese nel Canale di Sicilia ad opera delle autorità libiche. Mercoledì sera il 'Daniela L.' del compartimento marittimo di Mazara del Vallo (Trapani) è stato sequestrato dalle motovedette libiche. A bordo del natante ci sono sei marittimi, 3 italiani (tutti di Mazara del Vallo) e 3 di nazionalità tunisina, subito condotti nel porto di Bengasi.
"L'equipaggio del Daniela L. sta bene. Ho parlato con il capitano del peschereccio, Pino Perniciaro, mi ha detto che l'equipaggio sta bene. Al momento del fermo è stato detto agli uomini dell'equipaggio che si trattava solo di controlli, non è stato sparato alcun colpo d'arma da fuoco. Sono stati portati a terra nel porto di Bengasi per controllare i documenti, poi sono tornati tutti a bordo del motopesca e stanno bene" ha rassicurato Cosimo Lo Nigro, l'armatore palermitano del peschereccio dopo aver sentito il comandante del natante, Giuseppe Perniciaro.
Al momento del sequestro, il peschereccio aveva il blue-box in avaria e non è stato possibile rilevarne l'esatta posizione. "I libici hanno controllato i documenti della barca - ha racconta ancora Lo Nigro - ma non si sono pronunciati. Ho contattato l'ambasciata italiana a Tripoli, nessuno dei funzionari sapeva del sequestro. Mi è stato detto che si sarebbero attivati per risolvere la situazione. Il capitano mi ha riferito che, al momento, nel porto di Bengasi non si è visto nessuno dell'ambasciata".
Il peschereccio è partito dal porto di Mazara del Vallo il 21 novembre scorso: il giorno prima il capitano Perniciaro aveva festeggiato i 18 anni della figlia.

L'ambasciatore italiano a Tripoli ha compiuto "un passo ad alto livello presso il ministero degli Esteri libico esprimendo l'auspicio che la vicenda" del peschereccio di Mazara del Vallo 'Daniela L.', sequestrato dai militari libici, "possa concludersi al più presto positivamente". Lo si è appreso da fonti della Farnesina. L'ambasciata ha altresì compiuto un passo verso il Comando generale della Guardia Costiera libica. "E' stata attivata - si è appreso sempre dalle stesse fonti - anche l'antenna consolare a Bengasi affinché presti l'assistenza necessaria del caso".
L'assessore regionale alle Risorse agricole e alimentari, Elio D'Antrassi, in una lettera indirizzata al sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Gianni Letta, ha chiesto l'intervento immediato del governo italiano per il rilascio del peschereccio mazarese, chiedendo di dare un ulteriore e concreto impulso alle trattative in corso, per evitare il prolungarsi di una questione oramai divenuta insostenibile.
Il presidente del Consiglio provinciale di Trapani Peppe Poma, ha immediatamente sollecitato l'intervento del ministro degli Affari esteri, Franco Frattini, affinché vengano subito rilasciati sia il motopeschereccio che i sei membri dell'equipaggio. "A tutti loro, ai loro famigliari e all'armatore - ha dichiarato Poma - esprimo, a nome anche di tutto il Consiglio provinciale, la massima solidarietà e vicinanza umana ed istituzionale, nella speranza che tutto si possa risolvere per il meglio e nel più breve tempo possibile e che i sei pescatori possano così lasciare il porto libico di Bengasi per fare ritorno a casa". Nel telegramma inviato al ministro Frattini, Poma ha sottolineato: "L'urgenza di risolvere il problema di fondo che è quello dell'inammissibile autodeterminazione dei confini delle acque territoriali, ma anche delle regole per il controllo e il rispetto delle zone di pesca". Per il presidente del Consiglio provinciale di Trapani occorre anche "un'efficace intesa tra i Paesi interessati, che consenta il sereno svolgimento dell'attività di pesca".

"Come Parlamentare e come Sindaco della Città di Mazara del Vallo, ho già interessato il ministero degli Esteri italiano per un intervento che conduca al rilascio del natante e possa assicurare il ritorno a casa dei marittimi. Quello delle acque territoriali libiche sta diventando, giorno dopo giorno, un problema enorme per la nostra marineria". Queste le parole del sindaco di Mazara del Vallo Nicola Cristaldi. "Ho presentato - ha aggiunto - una mozione sulla pesca in Parlamento, approvata dalla Camera, affinché il Governo Nazionale sia investito da tale problematica e costituisca un tavolo tecnico, per il quale ho già chiesto una celere organizzazione, per giungere presto alla risoluzione di tale questione".
Per Giovanni Tumbiolo, presidente del Distretto della pesca Cosvap di Mazara del Vallo, "è necessario definire un accordo con la Libia, non c'é più tempo da perdere. Chi perde tempo su questa vicenda si assume la responsabilità delle conseguenze. Italia e Libia devono assumere decisioni politiche ai massimi livelli".
Il senatore del Pd Roberto Di Giovan Paolo, segretario della Commissione Affari Europei, ha affermato: "L'ennesimo incidente a un nostro peschereccio. Berlusconi farebbe meglio a pensarci bene prima di parlare dell'accordo con la Libia come un successo". "Prima il mitragliamento, ora un nuovo sequestro. Evidentemente nell'accordo con Tripoli ci sono troppe falle - continua Di Giovan Paolo -. Tutta la propaganda di Berlusconi, fatta di tante parole e poche azioni concrete, sta venendo a galla".
Il vescovo di Mazara del Vallo Domenico Mogavero, componente della Commissione episcopale per le migrazioni della Cei, ha espresso tutta la sua indignazione in riferimento al sequestro del peschereccio 'Daniela L'. "La situazione ha raggiunto livelli di gravità davvero intollerabili e scandalizza l'inerzia del governo italiano che continua a trattare con superficialità e noncuranza la questione, mentre i marittimi, mazaresi e tunisini, rischiano la vita nello svolgimento del proprio lavoro". "Non vorremmo - ha aggiunto - che, anche questa volta, l'esito fosse quello di una passerella propagandistica da parte dei due premier sulla pelle dell'incolpevole equipaggio. Ancora una volta, gli operosi e pacifici marittimi di Mazara del Vallo devono subire la violenza di un sequestro che non ha alcuna giustificazione. Dalle notizie che al momento si hanno, il motopeschereccio 'Daniela L.' è stato fermato in acque internazionali, rivendicate come territoriali unilateralmente e arbitrariamente dal governo libico, risparmiando questa volta al nostro natante l'assalto armato, come era avvenuto a settembre per il motopesca 'Ariete'".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa, La Siciliaweb.it]

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03 dicembre 2010
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