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I mafiosi vadano a zappare!

Il procuratore aggiunto Nicola Gratteri e i campi di lavoro per i mafiosi: "In carcere si lavori come terapia rieducativa"

06 giugno 2014

"Io sono per i campi di lavoro, non per guardare la tv. Chi è detenuto sotto il regime del 41 bis coltivi la terra se vuole mangiare. In carcere si lavori come terapia rieducativa".
Lo ha affermato il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, durante un 'audizione in Commissione Diritti umani in Senato.
"Il tossicodipendente deve lavorare otto ore al giorno, perché un altro può stare 10 ore davanti tv? Occorre farli lavorare come rieducazione, non a pagamento. Se abbiamo il coraggio di fare questa modifica, allora ha senso la rieducazione. Ci sono capi mafia di 60 anni che non hanno mai lavorato in vita loro. Farli lavorare sarebbe terapeutico e ci sarebbe anche un recupero di immagine per il sistema".
Se c'è stata una fuga di notizie dal carcere dell'Opera di Milano dove è detenuto Totò Riina in regime di 41 bis, "vuol dire che non si è lavorato bene. Nelle carceri entra molta gente", ha affermato poi Gratteri. Il procuratore ha fatto riferimento alle minacce di morte ricevute dal pm Palermo Nino Di Matteo e ha invitato "a fare attenzione in futuro anche alla più innocente notizia perché i boss hanno un modo criptico di parlare". [Fonte ANSA]

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06 giugno 2014
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