I magistrati si possono criticare ma non denigrare

La commissione del Csm a tutela dei giudici di Milano impegnati nel processo ''Berlusconi-Mills''

"I provvedimenti della magistratura possono essere criticati, ma non si può arrivare alla denigrazione".
E' il richiamo di cui si fa interprete la prima commissione del Csm che ieri ha approvato - con cinque voti a favore e il solo parere contrario del consigliere laico della Cdl Gianfranco Anedda - la risoluzione "a tutela dei magistrati" di Milano del processo Mills, accusati di "politicizzazione" dal presidente del consiglio Silvio Berlusconi nella lettera inviata il 16 giugno scorso al presidente del Senato Renato Schifani.
Il documento dovrà essere sottoposto all'assemblea plenaria per il voto definitivo.

Nella lettera contestata, l'accusa di agire per finalità politiche era stata rivolta da Berlusconi al pm Fabio De Pasquale e ai componenti del collegio giudicante presieduto da Nicoletta Gandus, chiamati a processare il premier e David Mills per corruzione in atti giudiziari. Critica che gli avvocati del premier hanno ribadito quest'oggi davanti alla Corte d'Appello di Milano chiamata ad esprimersi sull'istanza di ricusazione presentata contro il giudice Gandus.
A giudizio dei difensori di Berlusconi, il magistrato ha manifestato una grave inimicizia nei confronti del presidente del Consiglio con una serie di critiche "reiterate, insistenti e fortissime", in particolare tra il 2001 e il 2006, "appoggiando apertamente la formazione politica a lui avversa di centrosinistra e affermando (soprattutto in scritti comparsi su internet, ndr) altresì la necessità di abrogare tramite tale formazione politica leggi ritenute promulgate da Silvio Berlusconi solo ai fini di favorire se stesso". I giudici della quinta sezione si sono riservati di decidere nel merito.