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I medici potranno votarsi alla delazione

Il Senato ha approvato l'emendamento della Lega: i medici potranno denunciare i clandestini

05 febbraio 2009

I medici potranno denunciare gli immigrati clandestini. L'aula del Senato stamane ha infatti approvato l'emendamento della Lega al ddl sicurezza che elimina il divieto di denuncia da parte dei medici degli immigrati che vengono assistiti dal servizio sanitario nazionale e dà loro la facoltà di effettuare la denuncia stessa.
La maggioranza ha votato a favore con 156 voti, l'opposizione ha votato contro con 132 voti, c'è stato un astenuto.
L'emendamento al ddl sicurezza approvato da Palazzo Madama sopprime il comma 5 dell'articolo 35 del decreto legislativo del 25 luglio 1998, n. 286, ossia il Testo unico di disciplina dell'immigrazione, con norme sulla condizione dello straniero. L'articolo in questione recita: "L'accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all'autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano".

Duro l'attacco dell'opposizione, che aveva chiesto il voto segreto perché l'emendamento, secondo Giovanni Procacci (Pd), "è in palese violazione della Costituzione". Il presidente del Senato Renato Schifani ha respinto la richiesta difendendo l'emendamento: "Se la norma violasse o impedisse la possibilità di accedere al servizio sanitario nazionale - ha spiegato -, allora sarebbe un mancato rispetto della persona umana, ma questa norma non impedisce allo straniero di presentarsi presso le strutture del sistema sanitario nazionale". Quindi si è proceduto con il voto elettronico.
L'opposizione, prima del voto, si era appellata al buonsenso per non introdurre una norma che "riduce il medico a fare il delatore", costringendo i clandestini a "non farsi curare per paura". Il senatore Daniele Bosone ha detto che questa norma "straccia il codice deontologico dei medici" e si corre "il concreto rischio di incentivare una medicina parallela che gli illegali utilizzeranno per non trovarsi a essere denunciati se vanno in ospedale o da un medico". Il rischio, aggiunge Bosone, è che "clandestini con malattie che portano dal loro paese non si facciano curare" con conseguenze per la stessa sanità pubblica. Secondo Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd, è stato "valicato il passo che distingue il rigore della legge dalla persecuzione".

Durissimo il commento di Medici senza Frontiere, secondo cui in questo modo viene minato il diritto alla salute. "Siamo sconcertati per la scelta del Senato di avere consapevolmente ignorato il grido di allarme lanciato dagli ordini professionali di medici, infermieri e ostetriche e da centinaia di associazioni e rappresentanti della società civile - dice Kostas Moschochoritis, direttore generale di MSF Italia -. Una scelta che sancisce la caduta del principio del segreto professionale per il personale sanitario volto a tutelare il paziente come essere umano, indipendentemente da ogni altra considerazione". Un provvedimento che "creerà nell'immigrato privo di permesso di soggiorno e bisognoso di cure mediche una reazione di paura e diffidenza in grado di ostacolarne l'accesso alle strutture sanitarie. Tutto ciò potrebbe provocare una pericolosa marginalizzazione sanitaria di una fetta della popolazione straniera presente sul territorio".

Medici senza Frontiere, promotrice insieme alla Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM), all'Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione (ASGI) e all'Osservatorio Italiano sulla Salute Globale (OISG) della campagna «Siamo medici e infermieri - Non siamo spie», ha fatto appello alla Camera dei deputati perché riveda la posizione assunta dal Senato sul comma 5.
Anche i medici cattolici italiani si dicono contrari all'emendamento: "E' una cosa molto grave - dice Vincenzo Saraceni, presidente dell'Associazione Medici Cattolici Italiani (AMCI) - perché un conto è denunciare un criminale, un conto un clandestino. Mi auguro che i medici non ricorrano a questa possibilità. La speranza è che in sede parlamentare ci siano modifiche a una norma ingiusta".

GLI ARTICOLI "39", "46" e "44" - L'articolo 39 del ddl sicurezza - che include anche la norma sui medici - prevede inoltre il carcere fino a quattro anni per i clandestini che restano in Italia nonostante l'espulsione e fissa tra gli 80 e i 200 euro la tassa sul permesso di soggiorno. L'articolo è passato con voto segreto: 154 i sì, 135 no e un astenuto. Sì del Senato anche all'Accordo di integrazione per gli immigrati, ovvero il permesso di soggiorno "a punti". La norma, introdotta nel ddl sicurezza dalla Lega, viene però modificata con un emendamento del governo. Le modalità e il meccanismo saranno decise da un regolamento entro sei mesi dall'approvazione del disegno di legge. Il permesso di soggiorno sarà articolato per crediti (secondo lo stesso meccanismo della patente a punti) e in caso di azzeramento lo straniero verrà espulso. La proposta della Lega stabiliva una concessione di 10 punti iniziali con decurtazione in caso di violazione delle leggi, di non conoscenza della lingua e per non aver raggiunto un buon livello di integrazione sociale. Ora le modalità vengono invece delegate all'esecutivo.

Sempre nell'ambito del ddl sulla sicurezza, il Senato ha approvato l'articolo 46 che introduce le ronde dei cittadini, che dovranno non essere armate. Gli enti locali potranno avvalersi della collaborazione di "associazioni volontarie di cittadini", si legge, per la segnalazione di "eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero di situazioni di disagio sociale agli organi di polizia locale e alle forze di polizia". Grazie all'approvazione di un emendamento del Pd, appoggiato dal governo e dal relatore, viene specificato che non dovranno essere armate e che non potranno "cooperare all'attività di presidio del territorio", come invece prevedeva il testo licenziato dalla Commissione.
L'articolo 44, anch'esso approvato, indica infine che i senzatetto devono essere schedati in un apposito registro. La schedatura avverrà entro 180 giorni dall'entrata in vigore della legge. In mattinata il Senato ha votato tutti gli articoli del ddl sicurezza.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Corriere.it]

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05 febbraio 2009
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