I moralisti fanatici e lo stallo senza precedenti
Beppe Grillo e il M5S ancora irremovibili. E il Nobel Stiglitz spera che Grillo appoggi un governo
Beppe Grillo torna sulle parole di Giorgio Napolitano su "certe campagne che si vorrebbero moralizzatrici e in realtà si rivelano, nel loro fanatismo, negatrici e distruttive della politica". In un post pubblicato sul suo blog, il leader del Movimento 5 Stelle spiega: "Dopo varie riflessioni sono arrivato alla certezza che il nostro Presidente si riferisse al MoVimento 5 Stelle e di questo lo ringrazio. Il M5S vuole infatti moralizzare la vita pubblica senza cedere a compromessi", sottolinea. "E' questo il messaggio autentico dell'inquilino pro tempore del Quirinale a noi rivolto. Quale miglior viatico e complimento? Grazie Presidente! Le assicuro che non la deluderemo. Il M5S porterà all'eccesso la moralità in politica. Il lavoro che ci aspetta è enorme, l'immoralità è ovunque. La sua benedizione ci dà conforto", rimarca ancora Grillo.
Nel suo post, Grillo osserva che quando si parla di "troppi moralisti fanatici" si indica "qualcuno che, ad ogni costo, voglia applicare i principi del giusto e dell'onesto e, se non raggiunge il suo scopo, può sconfinare nell'intolleranza (verso chi è ingiusto e disonesto, ndr). Napolitano non si riferisce di certo al Pdl che esercita il suo fanatismo solo nell'occupazione 'manu parlamentari' del Tribunale di Milano. E neppure al pdmenoelle e la sua attrazione fanatica per il Monte dei Paschi di Siena", assicura Grillo.
Intanto ieri, alla vigilia del referendum online che chiama gli iscritti del Movimento a selezionare un elenco di dieci papabili per il Colle, è arrivata ai 5 Stelle una richiesta di contatto da parte del Pd. I presidenti democrat di Senato e Camera, Luigi Zanda e Roberto Speranza, hanno infatti contattato Vito Crimi, capogruppo M5S al Senato per un incontro sul tema del Quirinale. Ma per il momento la risposta è negativa. Un confronto sull'elezione del Capo dello Stato sarà possibile solo dopo la scelta online della rosa grillina. "Ho ringraziato gentilmente i due parlamentari - ha reso noto Crimi - chiedendo che l'incontro venga almeno rinviato dopo l'11 aprile. Dopo quella data, tutte le cittadine e i cittadini iscritti online al Movimento 5 Stelle al 31 dicembre 2012 e certificati con un documento entro il 30 marzo 2013 avranno scelto democraticamente, convocazione elettronica, la rosa finale dei dieci candidati alla presidenza della Repubblica".
E' tra questi dieci nomi che verrà poi scelto il candidato Presidente della Repubblica che verrà votato in parlamento dai rappresentanti del Movimento. "Ci auspichiamo che anche le altre forze politiche, per una scelta così importante, consultino direttamente i loro iscritti", ha sottolineato ancora Crimi.
E a proposito delle trattative per il Colle, è lo stesso Grillo che sul suo blog in un post intitolato "Inciucio a porte chiuse" ha precisato: "Berlusconi e Bersani si sono incontrati in un luogo segreto, lontano da webcam, telecamere e giornalisti e hanno deciso il loro candidato per la presidenza della Repubblica". "Il nome per il presidente della Repubblica che proporrà il Movimento - aggiunge Grillo - non sarà scelto nelle segrete stanze, ma votato online dalla base a partire da domani. Il nome che verrà fuori sarà quello che i portavoce del M5S alla camera e al senato voteranno alle elezioni del presidente".
A Montecitorio, invece, è ormai guerra di posizione anche sull’uso delle aule delle commissioni permanenti, oggetto del contendere del Movimento 5 Stelle "contro tutti". Dopo l’invito alla "autoconvocazione" esteso ieri a tutti i gruppi, i grillini sono passati al contrattacco poiché si sono visti negare dai Questori di Montecitorio, ha annunciato Roberta Lombardi, l’accesso alle aule di commissione. La contromisura: una sostanziale "occupazione" dell’unica aula operativa, quella sala del Mappamondo di Montecitorio, che in effetti non è propriamente una Aula di commissione, ma uno spazio polifunzionale che garantisce anche una grande capienza, ora destinata all’attività della Commissione speciale.
"Come sapete, malgrado le nostre richieste e proteste i lavori delle commissioni parlamentari non vengono ancora avviati. Così - ha spiegato Roberta Lombardi dalla sua pagina Facebook - abbiamo chiesto alla Camera di poter utilizzare lo stesso le sale apposite, per poter autoconvocare le commissioni ed iniziare ugualmente a lavorare in modo autonomo, invitando anche i deputati degli altri gruppi". Il fatto è che "i questori riuniti - ha fatto sapere la capogruppo M5S alla Camera - hanno negato anche l’utilizzo delle sale delle commissioni, in assenza di qualsiasi norma o regolamento, facendo riferimento alla solita prassi".
Così, l’appuntamento è stato fissato per questa mattina e "tutti e 109 i deputati del M5S andranno a lavorare nell’unica commissione al momento attiva, quella Speciale, nella sala del Mappamondo dove si svolgeranno le audizioni riguardanti i debiti della P.A. I deputati parteciperanno ai lavori ribadendo così il loro proposito di cominciare il vero lavoro parlamentare".
Ma il vicepresidente della commissione speciale della Camera Pier Paolo Baretta (Pd) ha smorzato gli entusiasmi smentendo che ci sia una vera "occupazione": "La sala del Mappamondo non è occupata. Esiste l'articolo 38 del regolamento che prevede che tutti i deputati possano partecipare ai lavori della commissione".
Il Nobel Stiglitz spera che Grillo appoggi un governo - In Italia "qualcosa dovrà accadere": in "democrazia bisogna ragionare per compromessi". E’ quanto affermato il premio Nobel per l'economia Joseph Stiglitz, intervenendo a un incontro alla Columbia University e sottolineando che un compromesso fra il Pd e il Pdl sarebbe una strada difficile da perseguire, con una "piattaforma che incontrerebbe molte resistenze. Spero in un appoggio di Beppe Grillo".
L'austerity - ha aggiunto Stiglitz - in Italia, così come a livello europeo, non funziona: "Non ha quasi mai funzionato. È come togliere sangue a un paziente fino a farlo morire", sottolineando come il fatto che non funzioni non è riuscito però a far cambiare idea a chi la sostiene, che vuole invece continuare a somministrare al paziente la stessa medicina. "A cinque anni dallo scoppio della crisi - ha detto Stiglitz - l'economia italiana non è ancora tornata ai livelli precedenti".
Stiglitz ha detto che servono riforme a livello europeo: senza queste "il costo di questa continua recessione sarebbe superiore al beneficio del sistema euro". E questo potrebbe mettere l'Italia davanti a "una scelta difficilissima sull'opportunità o meno di restare nel sistema euro". Stiglitz, ha sottolineato che questo non è populismo, "si tratta di scelte che riguardano la democrazia. Il dovere che ha la società nel capire e ascoltare cosa vuole il popolo è l'essenza della democrazia. La gente vuole un ambiente migliore e questo non è populismo. Anche constatare l'andamento dell'economia non è populismo".
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Repubblica.it, Il Sole24ORE]