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I muri della Vucciria...

"Checkpoint Palermo": come un muro di Berlino... Ma più che altro un muro del pianto.

10 febbraio 2014

Il crollo di una palazzina in una sera d’inverno nel centro del quartiere più conosciuto di Palermo, la Vucciria (LEGGI). La (solita) tragedia sfiorata, l’indignazione (la solita) di tutti, la (solita) rassegnazione tipica di gattopardesca memoria. Infine, la farlocca soluzione del comune che, per limitare i danni (??) alza i muri intorno piazza Garraffello e rende l’area inaccessibile. Ecco, quei muri di tufo che sembra abbiano provocato più indignazione della fatiscenza del luogo, sono stati abbattuti sabato dal popolo della movida durante una notte di tensione con le forze dell'ordine. Contro gli agenti sono stati aizzati cani, lanciate uova ed esplose bombe carta. Stamattina, i lavori di messa in sicurezza, promessi dall’assessore comunale all’Edilizia pericolante Agata Bazzi, non sono ancora partiti. Mentre a palazzo Mazzarino, proprio di fronte alla palazzina crollata, stamattina una ditta precettata dai proprietari puntellava la facciata su via della Loggia per ripristinare almeno da lì l’accesso alla piazza.

In ogni caso i muri che circondavano piazza Garraffello fino a sabato sera non ci sono più, ridotti a un paio di file di mattoni di tufo. Ed è sparito anche il nastro bianco e rosso attorno alle macerie. Rimangono soltanto un paio di vigili urbani che a fatica tengono lontane le persone dalla piazza. Lo staff del centro storico al momento è riunito per prendere delle decisioni sul crollo della Vucciria.

Rabbia e ironie
IL MURO ALLA VUCCIRIA? COME UN CHECKPOINT
di Felice Cavallaro (Corriere.it)

Nel disastro della Vucciria, al centro del mercato immortalato da Guttuso, crolla l’ala di un palazzo diroccato e il Comune decide di chiudere un’intera piazza facendo innalzare dei muri su tutte le strade di accesso. Ma all’alba di domenica, dopo una notte di baldoria e proteste, duemila giovani che nel fine settimana si raccolgono abitualmente in zona per la movida palermitana si lanciano contro abbattendoli dopo averli colorati con frasi che evocano il Muro di Berlino. Piazzando sulle macerie la foto del sindaco Leoluca Orlando nei panni di un generale sovietico.

VUCCIRIA EST OVEST - E’ il beffardo Checkpoint di una Palermo offesa dal mancato recupero di un centro storico dove i giovani che dal venerdì sera si riappropriano di quest’area, davanti ai muri tirati su il sabato pomeriggio, hanno ribattezzano i vicoli di via Argenteria o di via Chiavettieri, "Vucciria Est" e "Vucciria Ovest", con tanto di cartello che richiama Berlino, "You are leaving the American sector (State lasciando la zona americana)".

UWE E LA PRINCIPESSA - E’ la beffa che vede Orlando come un cattivo della vecchia Russia. Mentre i ragazzi, nei panni del liberatore con divisa Usa, fanno campeggiare l’immagine dell’artista austriaco Uwe Jantsch, da venti anni trasferitosi alla Vucciria dove vive in un attico con Costanza Lanza di Scalea, la sua compagna, una principessa, il profilo di una modella, elegante in una camicia di seta, un fiore per raccogliere i capelli, gli occhi mediterranei, figlia di Manfredi, il vero principe che non c’è più. E loro, con le finestre a due passi dall’ala crollata, indicati come i paladini della Vucciria, diventano esempio contro l’abbandono del gioiello urbanistico del quale si era innamorato Renato Guttuso.

PRIVATI SOTTO ACCUSA - Famosa la tela del pittore di Bagheria che trasse ispirazione dall’umanità della Vucciria, dalle voci dei bottegai fra casse di frutta, banchi di pesce, carne, spezie esposte all’ombra di palazzi nobiliari adesso ridotti a macerie. Come quello definitivamente crollato in piazza Garrafello con disappunto del Comune che picchia duro contro i privati incapaci di mettere gli edifici in sicurezza, dimenticando però che proprio quel palazzotto apparteneva per una parte allo stesso Comune.

228 PALAZZI A RISCHIO - Allarmanti gli ultimi dati. Censiti dal Comune nel centro storico di Palermo 1.300 edifici in cui occorrono interventi rapidi, a volte urgentissimi. Un quadro desolante che diventa emergenza in un caso su cinque. Perché quelli decisamente "pericolanti" sarebbero infatti 329 e un vero e proprio allarme rosso sarebbe già scattato per 228. Tanti sarebbero quelli che rischiano di crollare da un momento all’altro. Ma hanno più di 7 mila palermitani come proprietari. Effetto di eredità indivise, liti familiari, abbandono, proprietà che così non valgono niente e per le quali non conviene nemmeno metterle in sicurezza. Con rischio collettivo. E’ il nodo da sciogliere al "Checkpoint Palermo".

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10 febbraio 2014
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