I napoletani della Cin si aggiudicano Tirrenia
La cordata Marinvest, Grimaldi Group e gruppo Moby acquisisce 18 navi. Esclusi dal contratto la Siremar, i fast ferries, gli immobili e le opere d'arte
La Compagnia italiana di navigazione si aggiudica Tirrenia. Rimasta unica in gara, la Cin - cioè la cordata che riunisce i principali operatori del settore, fondata dagli armatori napoletani Manuel Grimaldi (Grimaldi Group), Vincenzo Onorato (Moby) e Gianluigi Aponte (Grandi Navi Veloci e Snav) - ha deciso di acquistare la compagnia statale per 380 milioni, "salvaguardando continuità territoriale e livelli occupazionali" (i lavoratori sono poco più di 1.600).
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, ha sottolineato che "il governo ha mantenuto un altro importante impegno programmatico" e il collega dello Sviluppo economico, Paolo Romani, ha rilevato che "un ingente problema di una società pubblica è stato trasformato in una nuova e strategica opportunità di mercato", aggiungendo che ora occorre "un immediato rilancio dei servizi di trasporto, anche attraverso la nuova convenzione per la continuità territoriale tra Cin e ministero delle Infrastrutture".
Sulla compravendita pende il via libera dell'Antitrust europea. Ma c'è anche la minaccia della Regione Sardegna di impugnare la legge sulla privatizzazione, sollevando un conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale.
Obiettivo dell'Isola è quello di entrare dentro il Consiglio di amministrazione della nuova Tirrenia, con pari dignità rispetto agli altri soci (25%) e con diritti amministrativi speciali, che devono essere statutari. In più, propone che la sede sociale possa essere a Cagliari. Punti ribaditi dall'assessore regionale dei Traporti, Christian Solinas in un incontro con la stampa al Terminal crociere davanti alla motonave Scorpio della vecchia Tirrenia, già ceduta ad altri armatori privati assieme alle altre unità veloci. L'Isola diventerebbe così il socio pubblico con possibilità di un voto determinante tutte le volte che si tratta di parlare di rotte, di frequenze, di qualità delle navi e di politica tariffaria su ogni singola rotta. E' questa la proposta non trattabile che la a Regione Autonoma della Sardegna ha posto alla Cin, che adessso sta valutando questa ipotesi.
Il contratto di acquisizione del ramo d'azienda di Tirrenia - firmato dal commissario straordinario Giancarlo D'Andrea e dall'amministratore delegato di Cin Ettore Morace - prevede l'acquisto del marchio 'Tirrenia', di 18 navi e delle linee attraverso la convenzione che verrà stipulata con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti; sono esclusi dall'acquisizione Siremar (società in amministrazione straordinaria per i collegamenti con Sicilia e isole minori), i fast ferries, le proprietà immobiliari e le opere d'arte.
Dei 380 milioni era previsto che 200 sarebbero stati pagati alla firma dell'accordo, e i rimanenti 180 da versare in tre tranche da 60 milioni dopo aver incassato i contributi pubblici previsti per Tirrenia, 72 milioni l'anno per otto anni.
Il piano di Cin punta a sostituire subito le vecchie navi, a potenziare la rete commerciale, ad adeguare gli standard di bordo ai livelli internazionali e a migliorare i servizi e le condizioni di viaggio dei passeggeri.
Con la cessione di Tirrenia, ha aggiunto il ministro Matteoli, si rispettano le indicazioni e gli accordi europei e auspica che l'Antitrust europea "presto sancisca la bontà dell'operazione".
Soddisfazione dell'Ugl che, con la Filt Cgil, chiede di riavviare la trattativa sindacale per un accordo sul lavoro. Ma il Partito democratico si dice perplesso sul il via libera di D'Andrea e Matteoli dato prima dell'Antitrust Ue, dice il capogruppo Pd in commissione Trasporti alla Camera, Michele Meta, rilevando che il settore marittimo "è fuori controllo", con il raddoppio delle tariffe di tutti gli operatori, "che ha assestato un colpo mortale all'economia sarda".
[Informazioni tratte da Lasiciliaweb.it, ANSA]